La Campagna in Africa Settentrionale

Parte IIª- L'arrivo dell'AfrikaKorps

Il 12 febbraio 1941 Rommel giunse in volo a Tripoli. Il suo arrivo preceduto dai colloqui con Hitler e von Brauchitsch a Berlino, con il capo di stato maggiore italiano a Roma e con il generale Geissler comandante del X Fliegerkorps della Luftwaffe in Sicilia, fu seguito da quello delle navi che trasportavano le avanguardie dell'Afirkakorps. Il primo compito che Rommel dovette affrontare fu una delle numerose difficili consultazioni con il generale Gariboldi, comandante superiore delle forze italiane in Africa Settentrionale e responsabile della difesa della Tripolitania per la parte concernente le truppe italiane, al quale anche Rommel era nominalmente sottoposto.

Dal punto di vista Tedesco.

L'Afrikakorps era numericamente limitato e appoggiato da una forza aerea relativamente ridotta. La 15ª Panzerdivision sarebbe arrivata soltanto alla fine di maggio e la grande unità di base la 5ª divisione leggera conosciuta più tardi come 21ª Panzerdivision, incominciò a sbarcare in Africa il 14 febbraio e non sarebbe stata completa fino alla metà di aprile, sebbene il suo 5º reggimento corazzato con 105 carri armati medi e 51 leggeri fosse arrivato sul posto l'11 marzo. La Luftwaffe forniva l'appoggio diretto con 20 bombardieri medi e 50 bombardieri in picchiata cui si aggiungevano se richiesti altri bombardieri medi provenienti dalle sue basi dislocate in Sicilia. Ma siccome la Luftwaffe non si trovava sotto il comando diretto di Rommel i suoi interventi non erano sempre perfettamente coordinati con le unità terrestri, come sarebbe stato auspicabile. Comunque gli attacchi aerei ostacolarono le azioni offensive britanniche da Malta e garantirono maggior sicurezza ai reparti dell'Afirkakorps durante la traversata del Mediterraneo.

Le forze italiane di terra assommavano a cinque divisioni, che generalmente difettavano di mezzi di trasporto. Una, l'Ariete era corazzata e aveva in dotazione 60 carri armati leggeri, la cui utilità in combattimento era molto discutibile. Gli elementi motorizzati delle forze italiane passarono sotto il comando diretto di Rommel, che però dipendeva a sua volta dal generale Gariboldi e da questa parte Rommel trovò difficoltà, perché il comandante superiore italiano era poco entusiasta del suo piano di tenere Tripoli stabilendo le linee difensive a Sirte.

Il 14 febbraio i carri armati del III battaglione esploratori furono sbarcati nel porto di Tripoli il 16 febbraio si trovavano già a Sirte e il 24 si impegnarono nel primo scontro con gli inglesi nei pressi di El Nofilia poco più di 120 km a est di Sirte. La reazione degli inglesi alla puntata di Rommel fu negativa e non vi erano indizi che avessero l'intenzione di riprendere la avanzata su Tripoli, infatti non opposero resistenza alle successive incursioni del III battaglione esploratori né passarono al contrattacco. Il 18 marzo Rommel dovette concludere che il comandante britannico non solo non aveva un piano aggressivo, ma stava addirittura esaurendo i propri contingenti per difendere i passi fra il mare e le paludi salmastre di El Agheila e di Marsa el Brega.

Forte di questa convinzione, il 19 marzo si recò in volo a Berlino per ottenere da Hitler il consenso di intraprendere operazioni offensive allo scopo di riconquistare la Cirenaica. Brauchitsch gli disse che non erano disposti a prendere in considerazione il progetto di sferrare un colpo decisivo sul fronte africano e che non avrebbero inviato ulteriori rinforzi in aggiunta alle unità già assegnate a quel settore. Rommel, però, avrebbe potuto attaccare El Agheila verso la fine di maggio, dopo l'arrivo della 15ª Panzerdivision.

Non gli furono rivelate le ragioni di questo trattamento (si presume imposto dal fatto che era già stato deciso l'intervento in Iugoslavia e in Grecia, come azione preliminare per garantire il dell'attacco alla Russia). Quindi, Rommel ripartì per l'Africa concentrando i suoi pensieri sull'azione limitata contro El Agheila e dal cui successo sarebbero dipesi gli sviluppi dei piani futuri, perché Rommel con questo attacco prevedeva di scoprire la capacità di reazione degli inglesi.

La situazione vista dagli Inglesi.

Il piano del generale O'Connor, di continuare con una rapida avanzata su Tripoli immediatamente dopo Beda Fomm era stato respinto da Wavell. Questi era impegnato nella campagna di primavera contro quello che rimaneva dell'impero italiano in Africa Orientale e nei preparativi della spedizione di soccorso alla Grecia, non ultimo, il Consiglio della difesa aveva stabilito che il fianco desertico in Cirenaica doveva essere mantenuto soltanto per difendere l'Egitto.

Perciò tutti gli elementi che potevano venir tolti dal deserto e che si ritenevano non indispensabili al fronte furono riportati sul delta del Nilo. Dal suo servizio d'informazioni Wavell riceveva soltanto notizie frammentarie sui preparativi dei tedeschi, ma forse non avrebbe creduto Rommel tanto audace, da tentare la riconquista della Cirenaica, neppure se fosse stato informato con maggior precisione, dissentiva perfino con il capo del servizio d'informazioni che non ne escludeva la possibilità.

Oltretutto Wavell non era soddisfatto dall'uomo scelto come comandante dopo il trasferimento di Wilson in Grecia, il tenente generale Philip Neame. Inoltre non era molto soddisfatto neppure della situazione logistica, perché la generale scarsità dei mezzi di trasporto in Cirenaica e i bombardamenti tedeschi sul porto di Bengasi impedivano di accantonare rifornimenti in quantità sufficiente da assicurare il mantenimento delle due divisioni complete che erano disponibili per essere inviate a Bengasi. La situazione era insoddisfacente anche per quanto riguardava il potenziale umano. La 6ª divisione australiana che aveva combattuto agl'inizi dell'anno stava per raggiungere la Grecia ed era stata sostituita dalla 9ª divisione australiana, al comando del generale Leslie Morshead. Ma quest'unità aveva sofferto nella riorganizzazione generale: due delle sue brigate erano state inviate in Grecia e le avevano sostituite con due brigate della 7ª divisione australiana, meno ben addestrate, e il suo stato maggiore non era né completo né dotato di molta esperienza.

Due brigate furono schierate a est di Bengasi fra El Regima e Tocra; la terza fu mandata a Tobruch, per la semplice ragione che da Bengasi non era più possibile provvedere all'invio dei rifornimenti e qui incominciò a rimettere in efficienza le vecchie opere difensive costruite dagl'italiani.

Forse l'elemento più rigido di Neame era il suo comando, virtualmente statico, con un sistema di collegamenti improvvisato, inadatto a sostenere il ritmo di una battaglia di movimento. Inoltre la 2ª divisione corazzata al comando del maggior generale Gambier Parry era una formazione che non reggeva il confronto con la 7ª divisione corazzata, di cui aveva preso il posto. Una delle sue brigate era distaccata in Grecia e aveva lasciato in Africa Settentrionale soltanto un reggimento dotato di carri armati medi e uno di carri armati leggeri aggregati alla 3ª brigata, entrambi male equipaggiati con macchine già logorate dall'uso.

Un secondo reggimento di carri armati medi era stato raffazzonato in tutta fretta e montato su M13 catturati agli italiani, armati con discreti cannoni da 47 mm ma con una scarsa capacità di movimento. Nella migliore delle ipotesi gli inglesi potevano contare su un'ottantina di carri armati eterogenei ma operativi. La situazione non era migliore per la RAF, che aveva risentito anch'essa delle esigenze degli altri fronti. A marzo era costituita soltanto da un paio di gruppi di Huiricane, da uno di bombardieri medi Blenheim e da un gruppo di Lysander, un numero insufficiente per difendersi dall'aviazione avversaria e anche per dare appoggio alle operazioni terrestri.

Wavell aveva dato istruzioni a Neame di difendere la Cirenaica con una cortina di forze leggere mobili che si sarebbero dovute ritirare soltanto sotto una forte pressione, consigliandolo di tenerle sul fianco desertico presso Antelat, in modo da assicurarsi la possibilità di reagire da una posizione centrale contro qualsiasi tentativo tedesco di impadronirsi sia della strada costiera sia di quella interna che conduceva verso El Mechili. Wavell era disposto a rinunziare a Bengasi, se necessario, piuttosto che rischiare l'annientamento delle proprie unità più efficienti, poiché per due mesi non avrebbe potuto inviare rinforzi. Comunque riteneva che per un mese i tedeschi non avrebbero attaccato. Il 29 marzo Wavell, riuscì a mettere insieme un'altra formazione per rimpolpare le forze sparpagliate di Neame. Si trattava della 3ª brigata motorizzata indiana, formata da tre battaglioni automontati ma priva di artiglierie e di cannoni controcarro e che disponeva soltanto di pochi apparati radioriceventi e di un limitato numero di mitragliatrici e fu inviata a El Adem a sud di Tobruch, dove poteva avvalersi della propria mobilità.

C'è da notare che Rommel lancio la sua offensiva, contro comandanti e uomini che nel deserto erano virtualmente dei principianti. L'esperienza che gl'ingressi avevano acquisito durante la loro prima offensiva finì col risultare inutile, poiché le tecniche impiegate nella seconda, erano nuove. La battaglia, caratterizzata da una mobilità di gran lunga maggiore rispetto alla prima, si svolse fra reparti minori di quelli che avevano combattuto quattro mesi prima inoltre il nemico che gli inglesi dovettero affrontare adesso possedeva un'attitudine alle operazioni mobili tanto superiore quanto lo era stata la loro rispetto a quella degli italiani.

L'inizio dell'offensiva italotedesca.

La prima fase di questa offensiva fu la conquista, di El Agheila che i soldati di Rommel occuparono il 24 marzo, seguita il 31 dello stesso mese, da un attacco sferrato dalla 5ª divisione leggera contro la posizione di Marsa el Brega presidiata dalla 2ª divisione corazzata inglese. La fascia, profonda quasi 13 km, fra la costa e le paludi salmastre era tenuta dal gruppo di appoggio della 2ª divisione corazzata formato da un battaglione di fanteria rinforzato da un reggimento di artiglieria da campagna con cannoni da 25 libbre e da un reggimento di cannoni controcarro; 8 km più indietro si trovavano i carri armati della 3ª brigata corazzata, il cui compito era quello di contrattaccare le eventuali penetrazioni nemiche nella linea del gruppo d'appoggio.

I combattimenti infuriarono tutto il giorno e sul tardo pomeriggio Rommel, fu fermato all'interno della posizione del gruppo d'appoggio. I difensori chiesero un contrattacco della 3ª brigata corazzata, la sola cosa che li avrebbe potuto salvare, ma il maggior generale Gambier Parry concluse che ormai rimanevano troppe poche ore di luce per portare a termine l'azione e la sua decisione coincise con un rinnovato attacco dei tedeschi, che obbligò il gruppo d'appoggio ad abbandonare la posizione accerchiata ed arretrare sul terreno desertico scoperto.

Con la conquista di Marsa el Brega Rommel aveva compiuto quello che i suoi capi volevano impedirgli di tentare prima della fine di maggio, non solo, ma aveva potuto valutare la qualità e la condotta degli oppositori. Gli inglesi erano evidentemente inclini a ritirarsi, perciò egli poteva sfruttare la propria superiore capacità di movimento per costringerli ad accettare battaglia secondo le condizioni imposte da lui.

Il 2 aprile Rommel prese Agedabia; la prima fase era conclusa e gli si offrivano due alternative per dare inizio alla seconda: in direzione nord si apriva la strada per Bengasi, un centro di rifornimento e di smistamento con le difese della scarpata che ne dominavano le vie di accesso; a nord est vi erano le piste che conducevano a Msus e minacciavano le spalle della scarpata, o a El Mechili via Bir Tengeder e minacciavano le basi di tutta la resistenza inglese nella Cirenaica occidentale, il loro possesso di Tobruch e la porta di accesso all'Egitto. Rommel decise di imboccare tutt'e le strade ma concentrò lo sforzo maggiore lungo quelle che portavano a nord est.

Wavell arrivò al comando di Neame a Barce il pomeriggio del 2 aprile e trasse l'affrettata conclusione che Neame si era lasciato sfuggire il controllo della battaglia. Come primo provvedimento ordinò a O'Connor di sostituire Neame; in secondo luogo mutò parere a proposito di cedere, se necessario Bengasi. Gambier Parry comprendendo che con molta probabilità avrebbe dovuto ritirarsi da Agedabia, intendeva mantenere la sua divisione riunita in una posizione centrale, al fine di trovarsi saldamente attestato per colpire i tedeschi al fianco, sia che avanzassero a nord verso Bengasi sia a nord est in direzione di El Mechili. Ma poiché Wavell adesso voleva che il gruppo d'appoggio bloccasse la strada di Bengasi frazionò la 2ª divisione corazzata e contemporaneamente mandò la sua brigata corazzata sulla posizione centrale di El Sceleidima.

Le modifiche al piano diedero come risultato ulteriori movimenti e ogni chilometro in più percorso nelle marce rallentava l'entrata in azione dei carri armati. Il 2 aprile a Gambier Parry erano rimasti soltanto 22 carri per l'esplorazione e 25 carri armati leggeri ed egli calcolava che ne avrebbe perduto uno ogni 16 km di percorso per guasti meccanici. In effetti questa parte della battaglia era già perduta e O'Connor lo sapeva fin troppo bene quando gli giunse l'ordine di Wavell di sostituire Neame. Per di più O'Connor comprendeva che questo non era il momento più indicato per una sostituzione di persona nei comandi, cioè mentre i combattimenti erano in corso. Preferiva agire in qualità di consigliere di Neame e su questo punto anche Wavell fu d'accordo. Fu cosi che il comando fosse esercitato in tre giorni da tre diverse persone mentre le altre due in sottordine rimanevano sempre in carica.

Rommel continuando l'avanzata travolse ogni resistenza residua e parlando con Gariboldi, preoccupato di frenare la precipitosa avanzata, Rommel affermò di " non avere alcuna intenzione di permettere che le buone occasioni gli passassero accanto senza sfruttarle " e respinse la proposta di sottoporre la questione a Roma. La divergenza fu appianata immediatamente da una comunicazione del comando tedesco che autorizzava Rommel ad agire di propria iniziativa.

La preoccupazione più grossa degli attaccanti era quella di assicurarsi i rifornimenti di carburante, ma quando il 3 aprile il generale Streich, comandante della 5ª divisione leggera comunicò che sarebbero stati necessari quattro giorni per farne pervenire in quantità sufficiente per continuare l'avanzata, Rommel gli ordinò di scaricare tutti i veicoli e di adibirli al trasporto della benzina e di continuare cosi per ventiquattro ore.

Il 4 aprile l'offensiva tedesca su tre direzioni si svolse praticamente senza controllo perché la ritirata della 2ª divisione corazzata britannica isolava gli attaccanti fra l'una e l'altra direttrice di avanzata. Il III battaglione tedesco esploratori entrò in Bengasi senza incontrare opposizione e trovò la maggior parte dei depositi della sussistenza inglese in fiamme. Tuttavia quando effettuò una conversione a est si scontrò a El Regima con un battaglione australiano appoggiato da cannoni da 25 libbre e subì un duro colpo. Il grosso delle forze di Rommel mosse da Agedabia spiegandosi a ventaglio e dirigendosi su El Mechili in colonne separate. La colonna principale agli ordini del colonnello Olbrich insieme col grosso del 5º reggimento Panzer prese la strada che passava per Msus con la speranza di incontrare i resti della 3ª brigata corazzata inglese. Un'altra colonna comandata dal tenente colonnello Schwerin e della quale facevano parte elementi della divisione " Ariete ", prese la strada interna che toccava Bir Tengeder. Ciascuna colonna formava un gruppo di combattimento autonomo composto di carri armati cannoni e reparti di fanteria, era in grado di badare a se stessa in qualsiasi situazione ed era dotata, finché aveva benzina di una grande rapidità di movimento.

Nella scia delle punte di attacco tedesche giunse la divisione italiana di fanteria " Brescia ", meno celere nei movimenti e più vulnerabile che occupando le posizioni conquistate dalle colonne mobili agiva da perno mobile di manovra sul quale potevano essere basate le operazioni successive. Il più pericoloso degli attacchi di Rommel fu quello comandato da Schwerin, che progredì assai più rapidamente di quello di Olbrich e le cui avanguardie il 5 aprile si trovavano già a Bir Tengeder. Il 6 aprile Schwerin era a El Mechili, ma solo perché il gruppo di Olbrich aveva incontrato difficoltà lungo la strada e aveva esaurito il carburante.

Per gli inglesi, la presenza delle unità tedesche alle loro spalle, vicino all'incrocio della pista per El Mechili, era sintomo di un disastro totale, non avendo nessuna possibilità di sapere che i reparti nemici erano numericamente scarsi, male appoggiati e con unità sparpagliate e ampiamente esposte alla distruzione se attaccate una per una.

L'unica formazione inglese intatta a ovest di El Mechili era la 7ª divisione australiana che priva della protezione dei carri armati, stava compiendo una ritirata sulla linea difensiva Derna El Mechili, respingendo con buon successo ogni tentativo di penetrazione da parte del III battaglione esploratori e della divisione " Brescia ". La 2ª divisione corazzata inglese aveva cessato virtualmente da un pezzo di essere corazzata, i carri armati di costruzione inglese si erano quasi tutti fermati per guasti meccanici e quelli che raggiunsero Msus scoprirono che i depositi di carburante, di cui avevano estremo bisogno erano già stati distrutti. I carri armati di costruzione italiana che stavano usando impiegavano nafta, che era assolutamente introvabile. Il 4 aprile quello che restava del gruppo d'appoggio si trovava nei pressi di El Abiar con il comando della divisione ed era in procinto di ritirarsi insieme con gli australiani verso El Mechili. A El Mechili c'era già la 3ª brigata indiana motorizzata mandata avanti da El Adem e dietro di questa c'era la brigata australiana che tentava di raggiungere Tobruch.

Il 6 aprile, i tedeschi raccoltisi intorno a El Mechili mandarono un piccolo distaccamento guidato dal colonnello Ponath a tagliare la strada costiera vicino a Derna, la ritirata britannica fu accelerata, gli australiani riuscirono ad attraversare le file di Ponath mentre avanzavano su Derna e arrivarono senza subire danni a Ain el Tmimi sfuggendo alla rete che i tedeschi stavano allargando ma tutti quelli che erano rimasti più a ovest erano fatalmente condannati all'annientamento.

Durante questo capovolgimento della situazione, il corpo britannico del deserto perdette uomini, unità, formazioni sia il suo cervello con la cattura dei comandanti. Il generale R. G. W. Rimington comandante della 3ª brigata corazzata fu il primo a essere catturati, dopo un incidente di macchina e con gli ultimi carri armati della sua unità distrutti nel combattimento contro gli uomini di Ponath sulla strada di Derna. Neame, O'Connor e Coombe mentre si ritiravano di notte in automobile, da Maraua verso Ain el Tmimi dopo aver perso contatto con i comandanti in sottordine rimasero separati dalla colonna principale per colpa del polverone e dell'oscurità smarrirono la strada e furono catturati. Degli ufficiali più elevati in grado che avevano lasciato Bengasi il 4 aprile rimaneva soltanto Gambier Parry il quale il 6 aprile su era unito a El Mechili con i resti della sua divisione alla 3ª brigata indiana. Il 7 ne assunse il comando e si ritrovò accerchiato dai tedeschi le cui colonne sparpagliate con estrema necessità di carburante si stavano infiltrando da ogni parte per concentrarsi in questo punto vitale.

Ciononostante le forze di Rommel a El Mechili non erano sufficienti a consentirgli di sferrare un attacco: la colonna di Olbrich ad esempio, che comprendeva la maggior parte dei mezzi corazzati stava ancora avanzando a stento da Msus poiché aveva smarrito più di una volta la strada. Gli ordini impartiti da Gambier Parry erano di aprirsi il varco verso El Adem la notte del 7 aprile. Durante il giorno aveva respinto due volte l'intimazione di resa lanciatagli da Rommel. All'alba dell'8 aprile gli inglesi tentarono di sfuggire alla cattura e qualche reparto riuscì effettivamente a liberarsi ma a mano a mano che si faceva chiaro e che il tiro dei carri armati in appoggio alle formazioni dell'Asse si intensificava, le sortite si diradarono poi cessarono del tutto e Gambier Parry andò a far compagnia ai colleghi già catturati.

La fase numero due dell'offensiva italotedesca era giunta all'epilogo ma la pausa che intercorse fra questa e la numero tre fu breve. Poche ore dopo, la stessa mattina, un Rommel trionfante si fece fotografare mentre era a colloquio con Gambier Parry e nello stesso momento dava il benvenuto al generale von Prittwitz arrivato allora, la cui divisione, la 15ª Panzerdivision doveva raggiungere il fronte. Rommel gli affidò un gruppo, il cui nucleo era costituito dal III battaglione esploratori e lo lanciò in alla conquista di Tobruch.

Il ministro degli esteri Anthony Eden si trovava ancora nel Medio Oriente insieme con il generale sir John Dill capo dello stato maggiore generale dell'impero in qualità di rappresentanti del governo inglese. Quando Rommel aveva iniziato l'offensiva Eden e Dill si trovavano in Grecia perché la loro attenzione era assorbita dagli avvenimenti che si svolgevano in quel settore ed erano solo parzialmente al corrente di quanto stava succedendo alle loro spalle nel Nord Africa. Il 6 aprile giorno successivo alla loro partenza in aereo dalla Grecia s'incontrarono al Cairo con i tre comandanti in capo: Cunningham Wavell e Longmore. Il loro arrivo in Egitto era stato preceduto da un telegramma da Londra, che dava la preminenza assoluta al ristabilimento del fronte nordafricano e questo significava che i rifornimenti destinati alla Grecia o riservati per altri piani e le divisioni che allora combattevano in Africa Orientale dovevano essere dirottati in Cirenaica.

Due erano i problemi che esigevano una soluzione immediata: la riunione di una forza mobile sufficientemente potenziata da mandare sul fronte egiziano per battere le unità da ricognizione tedesche e il trinceramento di una nutrita guarnigione a Tobruch per mantenere il porto fino al momento in cui una nuova offensiva non avesse respinto Rommel dalla Cirenaica.

Il concetto che un'avanzata tedesca in Egitto fosse impossibile fintanto che Tobruch rimaneva in mano inglese era logicamente giusto poiché il possesso delle attrezzature del porto era essenziale al superamento delle difficoltà logistiche di Rommel: una volta varcato il confine la sola Bengasi non sarebbe stata sufficiente. Inoltre la presenza di truppe nemiche a Tobruch avrebbe costituito un ogni momento una seria minaccia alla sicurezza dei tedeschi, non solo ma avrebbe rappresentato un rischio assolutamente inaccettabile se si fossero spinti a notevole distanza dalla frontiera perché non sarebbe stato possibile muovere le unità abbastanza rapidamente da affrontare gli attacchi inglesi provenienti da due direzioni.

Il 7 aprile reparti inglesi freschi si misero in movimento, una brigata australiana di fanteria e un certo numero di carri armati si stavano dirigendo per mare verso Tobruch. I carri armati dell'11º reggimento Ussari e la fanteria della 22ª brigata Guardie avanzavano rapidamente su Bardia lungo la strada costiera per unirsi alle unità improvvisate che già si preparavano alla resistenza sul confine. Le seguivano tutti i mezzi motorizzati i carri armati e i cannoni che era stato possibile riparare e rimettere in efficienza nelle officine situate nella base del canale di Suez.

Wavell dopo essersi assicurato che era stato fatto tutto il possibile per incominciare a colmare i vuoti delle perdite nel deserto si recò in volo a Tobruch, punto di capitale importanza in quel momento, accompagnato dal comandante della 7ª divisione australiana maggior generale J. D. Lavarack. A Tobruch trovarono il maggior generale Morshead che era giunto proprio allora dopo la lunga ma riuscita ritirata da Bengasi. A Tobruch, che l'ammiraglio Cunningham riteneva di poter rifornire via mare nell'eventualità di un blocco aereo o sottomarino, il generale Morshead assunse il comando e raddoppiò le opere difensive rimettendo in efficienza le vecchie fortificazioni italiane. Le condizioni del suo settore erano migliori di quanto si fosse atteso. La brigata australiana aveva già provveduto in base alle istruzioni del generale Neame ad effettuare alcuni lavori e le scorte di acqua di munizioni e di viveri erano abbondanti. Le quattro brigate australiane rinforzate con i resti della 3ª brigata corazzata montata su un campionario di mezzi motorizzati composto di 3 carri per l'esplorazione e di parecchi carri armati leggeri erano appoggiate da quattro reggimenti di cannoni da 25 libbre. Inoltre Tobruch disponeva di una quantità di cannoni contraerei pesanti e leggeri posti a protezione degl'impianti portuali.

Il mantenimento del perimetro esterno su una linea ininterrotta lunga 48 km sarebbe stato sconsigliabile e in ogni caso al di là delle possibilità di una forza difensiva cosi composta. L'unica prospettiva di successo era offerta da una difesa mobile elastica basata su capisaldi stabiliti nei punti vitali. Sul confine, un'unità mobile posta al comando del generale di brigata Gott già comandante il gruppo d'appoggio della 7ª divisione corazzata, aveva il compito di effettuare, ogniqualvolta gli fosse stato possibile, azioni di disturbo contro i tedeschi. Per prima cosa si attestò, con la 22ª brigata Guardie, sul passo Halfaya come base per le incursioni con quattro piccoli gruppi da combattimento composti di carri armati leggeri, di poca fanteria e di cannoni da campagna. Queste scorrerie emularono quelle del giugno e del luglio 1940 contro gl'italiani, ma stavolta l'opposizione fu molto diversa.

Venne dato un consolante incremento all'aeronautica, a scapito del contingente che operava in Grecia. I gruppi da caccia e i bombardieri erano stati decimati per effetto del loro incessante impiego contro le forze di Rommel durante l'avanzata su El Mechili, ma il 19 aprile il numero dei caccia e dei bombardieri in azione era raddoppiato rispetto al 1º aprile e gli Hurricane del 73º gruppo della RAF riuscirono a decollare dai campi di aviazione posti all'interno del perimetro di Tobruch già durante la prima settimana dell'assedio.

A questa intensificazione degli sforzi alleati nel settore aereo corrispose una diminuzione delle incursioni tedesche durante la fase critica dell'assestamento delle nuove difese di Tobruch e sul confine egiziano. Il 10 aprile Rommel dopo aver messo al sicuro i prigionieri catturati a Derna e a El Mechili e con le sue colonne leggere che, superata Tobruch, avanzavano su Bardia senza incontrare praticamente ostacoli, calcolò che il collasso inglese fosse imminente e che una volta presa Tobruch il suo prossimo obiettivo sarebbe stato il canale di Suez.

La fretta precipitosa con cui raccolse le divisioni ancora affaticate pareva totalmente giustificata dal suo istinto il quale gli diceva che avrebbe potuto costringere gl'ingressi già sbilanciati a ritirarsi senza sosta solo esercitando una pressione continua. Sapeva che gli inglesi cominciavano a concentrarsi a Tobruch e che non doveva concedere loro un attimo di tregua. Il III battaglione esploratori la 5ª divisione leggera che lo seguiva e quindi le divisioni " Brescia " e " Ariete " arrivarono scaglionati a Tobruch il 10 e l'11 aprile, tastarono il terreno circostante senza un piano preordinato scontrandosi casualmente con pattuglie inglesi e perdendo il generale von Prittwitz ucciso in uno dei primi scontri.

Rommel non aveva predisposto una manovra diversiva ben ponderata per distrarre gli inglesi prima di gettare tutti gli elementi delle sue forze contro un punto la cui debolezza fosse stata sicuramente riconosciuta. Egli stesso ammette di non aver avuto allora un'idea precisa dell'estensione delle posizioni inglesi. Tutto era frutto d'improvvisazione. A sud di Tobruch trovò una parte della 5ª divisione leggera e la mandò a sbarrare la strada che usciva dalla città verso est; poi scorse il 5º reggimento Panzer che si avvicinava e lo guidò in un attacco sconnesso sulla strada che portava a El Adem finché i carri incapparono in un fossato anticarro battuto dal fuoco della fanteria e dell'artiglieria australiane. Per quel giorno non fu possibile fare altro. Sull'arco occidentale del perimetro la divisione " Brescia " che aveva attaccato senza entusiasmo era stata respinta ma alla fine Tobruch fu accerchiata completamente, altre truppe stavano arrivando e il III battaglione esploratori era entrato a Bardia.

L'assalto successivo del 14 aprile fu preparato meglio dopo l'intensa attività di ricognizione del 12 e del 13 aprile che preannunziò chiaramente ai difensori di Tobruch in quale settore avrebbero dovuto sostenere la seconda prova. L'attacco si svolse secondo il tipico impiego dei carri armati usato in quel tempo da Rommel: una falange compatta di mezzi che avanzavano insieme con la fanteria su un fronte angusto mentre tutti i cannoni facevano fuoco allo scopo di sfondare esclusivamente per effetto della concentrazione e dell'impeto. Ma alla 5ª divisione leggera non aveva il brio voluto dal proprio comandante d'armata e la divisione " Ariete " che avrebbe dovuto allargare la base d'attacco non arrivò in tempo. Ciononostante i tedeschi riuscirono a penetrare in profondità finendo diritti in mezzo a violenti contrattacchi su ambedue i fianchi dei cannoni dei carri armati e di quelli controcarro.

Olbrich comandante dei Panzer dopo averne perduto diciassette si ritirò abbandonando la fanteria al suo destino. A mezzogiorno lo stesso Rommel fu costretto ad ammettere la sconfitta confermata alcune ore più tardi, quando la divisione " Ariete " arrivò al fronte e si sparpagliò disordinatamente. L'attacco che l'" Ariete " sferrò da sola il 16 aprile si fermò quasi subito e al contrattacco i suoi reparti di fanteria si arresero correndo, come disse Rommel indignato " verso le linee inglesi ".

La prima offensiva di Rommel volgeva alla fine. Per quindici giorni non fu in grado di organizzare altri attacchi contro Tobruch e quando li riprese si trovò impegnato in una nuova fase della campagna. L'Afrikakorps non poteva più mirare a una passeggiata su Suez. Anzi lo smantellamento della fortezza alle sue spalle cominciava a passare in secondo piano di fronte alle imprescindibili esigenze della difesa complessiva. Le intense azioni di pattugliamento degli australiani di Morshead, tennero in continuo allarme i tedeschi e gli italiani intorno a Tobruch quando questi tentarono di assestarsi, disponendo le formazioni di fanteria italiane meno mobili sulle linee d'accerchiamento e ritirando le truppe mobili per preparare l'assalto successivo e per combattere gli attacchi delle pattuglie di Gott, che da Halfaya si spingevano con le loro incursioni verso la ridotta Capuzzo e Sollum.

Il 25 aprile, però, Herff sferrò un violento attacco contro Halfaya e il giorno seguente respinse Gott sulla linea Buq Buq Bir Sofafi, sicché la base britannica per le future operazioni era di nuovo Marsa Matruh.