La Campagna dal punto di vista Polacco

Per i polacchi la seconda guerra mondiale ebbe inizio il 1 settembre 1939. Alle ore 04.45 precise, i tedeschi lanciarono le loro truppe in una grandiosa manovra di accerchiamento a tenaglia mostrando l'efficienza del loro metodo basato sull'impiego di rapidi, possenti e violenti attacchi sferrati da unità meccanizziate metodo che sarebbe poi diventato noto come Blitzkrieg. Proiettati davanti alle truppe terrestri, gli aerei della Luftwaffe svolgevano il loro duplice compito: martellare gli obiettivi a terra e distruggere l'aviazione polacca. Durante i primi due giorni di guerra, gli aeroporti vennero bombardati e gli aerei civili e da addestramento che ancora vi si trovavano, gravemente danneggiati. Duri attacchi furono sferrati anche contro la rete stradale e ferroviaria, nonché contro i centri amministrativi ed industriali. La superiorità dell'aviazione tedesca su quella polacca si manifestò sin dal primo giorno. Entro cinque giorni essa distrusse metà della brigata da caccia che difendeva Varsavia e la brigata di bombardieri impiegata dai polacchi per svolgere ricognizioni ed attaccare le colonne corazzate e motorizzate tedesche.

Le battaglie di confine.

Fin dal primo giorno di guerra si svilupparono quattro distinte battaglie di confine. La fanteria e le truppe corazzate tedesche attaccarono l'armata di Cracovia nell'ansa formata da Slesia e Slovacchia, l'armata di Lodz vicino Czestochowa, l'armata di Pomerania in Pomerania e l'armata di Modlin vicino alla frontiera con la Prussia orientale.

Slesia Slovacchia: Già il 1° settembre un forte contingente corazzato tedesco, formato dalla 2ª e dalla 4ª divisione corazzata leggera, attaccò il debole KOP nel settore slovacco, ma fu poi fermato quando il comandante in capo polacco, generale Szylling, gettò in campo le sue uniche forze di riserva, la brigata motorizzata del colonnello Maczek. Al centro la 5ª Panzerdivision costrinse la 6ª divisione di fanteria ad una ritirata disordinata, mentre sul fianco settentrionale la 2ª e la 3ª divisione leggera tedesca, dopo aver annientato la brigata di cavalleria Cracovia a Wozniki, minacciarono di isolare la 7ª divisione di fanteria che difendeva Czestochowa. Con la 14ª armata e parte della 10ª armata, i tedeschi iniziarono in tal modo il lungo movimento accerchiante che costrinse l'armata di Cracovia a ritirarsi sulla linea dei fiumi Dunajec e Nida. Nel frattempo la 7ª divisione polacca si era arresa, cosicché nell'ampio varco apertosi tra l'amata di Cracovia e quella di Lodz i tedeschi poterono lanciare cinque divisioni motorizzate la cui avanguardia puntò direttamente verso Deblin.

Czestochowa: Le principali forze tedesche l'8ª armata ed il grosso della 10ª armata puntarono verso nord, contro l'armata di Lodz. La 4ª Panzerdivision attaccò la brigata di cavalleria Wolynska sul fianco meridionale; dopo due giorni di furiosa battaglia, i polacchi furono costretti a ritirarsi, ordinatamente ma con gravi perdite. Grazie alla loro energica resistenza, i polacchi erano però riusciti a ritardare l'avanzata della 1ª Panzerdivision.

Pomerania: Il 1° settembre, all'inizio della battaglia che si svolse in Pomerania, il doppio ponte sulla Vistola di Tczew, che rivestiva importanza vitale per il movimento delle truppe tedesche verso la Prussia orientale, fu fatto saltare. L'armata di Pomerania rimase ferma presso il confine, mentre unità avanzate furono attaccate sulla riva occidentale della Vistola. Nel corso di un'azione i cavalleggeri del 18° reggimento lancieri polacco riuscirono a cogliere dì sorpresa una colonna di fanteria tedesca. Ma non appena sul fianco apparve un gruppo di autoblindo tedesche, essi furono costretti a ritirarsi, dopo aver subito gravi perdite. Invece di puntare su Bydgoszcz, le forze corazzate e motorizzate tedesche avanzarono attraverso la selvaggia foresta di Tuchola dirigendosi verso Chelmno e colsero quindi completamente di sorpresa i polacchi che, ritenendo che le unità motorizzate non sarebbero mai riuscite ad attraversarla, non si erano preoccupati di proteggerne i passaggi. Questa azione tagliò la ritirata ai polacchi; il grosso della 9ª divisione di fanteria e della brigata di cavalleria della Pomerania furono sospinte indietro verso nord dove, dopo aver combattuto contro le forze che le accerchiavano, vennero infine completamente distrutte.

Prussia orientale:La quarta battaglia di confine si sviluppò a nord di Varsavia, vicino alla frontiera con la Prussia orientale, quando la 3ª armata tedesca comprendente 5 divisioni di fanteria, una brigata di cavalleria ed una Panzerdivision, attaccò l'armata di Modlin. Una divisione di fanteria e 2 brigate di cavalleria polacche che, sotto il comando dei tenente generale Przedrzymirski, difendevano una postazione fortificata nel settore d1 Mlawa, per tre giorni opposero alle preponderanti forze tedesche una strenua resistenza; infine, dopo che i tedeschi erano parzialmente riusciti ad aprirsi un varco e avevano aggirato l'ala orientale della postazione, il contingente polacco fu costretto a ritirarsi verso Modlin.

La ritirata forzata

Il 4 e il 5 settembre si combatté una battaglia sulla linea difensiva predisposta lungo i fiumi Warta e Widawka. L'armata di Lodz avrebbe dovuto tenere quella linea, almeno finché le armate di Poznan e di Pomerania si fossero ritirate in modo da prendere posizione lungo di essa. Quattro divisioni di fanteria e una brigata di cavalleria dovevano fronteggiare sette divisioni tedesche rinforzate da un reggimento motorizzato SS Standarte « Adolf Hitler »; dopo due giorni di duri combattimenti, l'ala settentrionale dell'armata di Lodz cedette ed il suo comandante riferì all'alto comando: « La 10ª divisione è stata annientata... noi stiamo abbandonando la linea Warta-Widawka che sarebbe comunque stato impossibile tenere... La situazione è grave... ».Si trattava di una ritirata forzata ed il comandante in capo non poté fare alto che confermare la decisione ed ordinare la ritirata verso la linea della Vistola; la ritirata ebbe inizio la notte del 5 settembre. Poiché nella parte centrale del fronte polacco non stava accadendo nulla, il generale Kutrzeba, comandante in capo dell'armata di Poznan in quel momento praticamente inattiva, inoltrò al generale comandante in capo la proposta di alleggerire la pressione esercitata contro l'armata di Lodz lanciando un contrattacco contro il fianco settentrionale delle forze tedesche. Egli ricevette la seguente risposta: « è intendimento del comandante in capo che la vostra armata raggiunga al più presto la principale linea di difesa e che facciate tutto il possibile per l'immediato assolvimento del compito. »Nel frattempo, e precisamente il 3 settembre, le truppe tedesche si avvicinarono a Bydgoszcz dove però si trovarono a fronteggiare la tenace resistenza della 15ª divisione di fanteria polacca. Nella città stessa si sviluppò una situazione critica allorché l'esigua ma ben organizzata minoranza dì lingua tedesca tentò d'impossessarsi del potere con la forza; sebbene le sole truppe presenti nella città appartenessero ad unità addette ai trasporti e ai depositi, la sollevazione fu rapidamente domata dalla popolazione civile. Sulla riva destra della Vístola, le truppe polacche difesero per tre giorni le loro posizioni a est di Grudziadz contro il XXI Panzerkorps, ma nella serata del 3 settembre era ormai chiaro che l'armata di Pomerania aveva subito una disfatta. Il generale Bortnwoski riferì al comandante in capo: « La situazione è tale che tutte le unità isolate devono essere considerate perdute... Forse si troverà qualcosa... Tenendo conto di questa situazione, ritengo mio dovere pormi a vostra disposizione, maresciallo, mi assumo la responsabilità di quanto è accaduto e vi prego di occuparvi del mio caso in qualsiasi momento lo riterrete opportuno. » Ma il maresciallo Rydz-Smigly rispose: « Generale, è un vero peccato... noi non dobbiamo lasciare nulla d'intentato, dobbiamo resistere. Ci troveremo di fronte a ben più di una brutta esperienza. Dovremo resistere e resisteremo. ». Il comandante in capo ordinò che l'armata di Pomerania si ritirasse immediatamente all'interno dei paese. La ritirata ebbe luogo durante il 4 ed il 5 settembre, e, con sorpresa di tutti, il nemico non tentò di ostacolarla. In effetti, la 4ª armata tedesca non puntò, come si era previsto, attraverso Bydgoszcz su Varsavia ma attraversò la Vistola e si inoltrò nella Prussia orientale, conformandosi al piano tedesco che prevedeva un accerchiamento di tutte le forze polacche. A causa delle difficili comunicazioni la ritirata dell'armata di Modlin non ebbe inizio prima del 4 settembre; durante quella giornata le truppe in ritirata subirono ripetuti attacchi aerei che disorganizzarono molte unità. Poi il 5 settembre, in modo dei tutto inatteso, la pressione nemica si attenuò: i tedeschi, seguendo il loro piano di vasto accerchiamento, si spinsero ulteriormente verso est fino a superare, in prossimità di Pultusk e Rozan, il fiume Narew e a giungere alle spalle della capitale polacca. Il comando supremo polacco si rese ben presto conto che il ritmo imposto dal nemico alle operazioni sarebbe stato molto più rapido di quanto si fosse previsto, e il 5 settembre tutti i comandanti di armata ricevettero l'ordine generale di ritirarsi sulla linea della Vistola.

La corsa alla Vistola.

Il mattino seguente i tedeschi cominciarono a dirigersi rapidamente verso la Vistola nel tentativo di sfruttare i vuoti che si erano venuti a creare tra le armate polacche Le unità corazzate e motorizzate si gettarono in avanti senza molto preoccuparsi di difendere i fianchi distruggendo ed aggirando le postazioni difensive. Loro obiettivo era impossessarsi dei ponti sulla Vistola, o almeno bloccarne l'accesso alle forze polacche i tedeschi sapevano che la Vistola non era né fortificata né difesa da truppe polacche, e decisero quindi di correre i rischi connessi ad una dispersione delle loro forze su di un ampio fronte compreso tra Sandomierz e Varsavia. Il grosso della fanteria tedesca seguiva le formazioni motorizzate con un notevole ritardo impostazione, questa, che rese sempre più difficili i rifornimenti, specialmente di carburante.Mentre i tedeschi si dirigevano verso la Vistola, i polacchi si ritiravano verso i ponti. I tedeschi non sapevano che a nord del fiume Bzura l'armata di Poznan stava raggiungendo la regione di Kutno e che l'armata di Pomerania, riorganizzatasi dopo le battaglie sostenute nel corridoio, stava marciando verso sud in buon ordine. Queste due armate costituivano una forza di 10 divisioni di fanteria e eli 2 brigate e mezza di cavalleria. Lo stato maggiore tedesco cadde in un grosso equivoco scambiando per trasporti militari i mezzi impiegati per la ritirata dalla Pomerania e dalla Polonia occidentale, e ritenne che l'armata di Poznan si trovasse nelle vicinanze di Varsavia errore davvero sorprendente, dato che la Luftwaffe aveva riferito che a nord del fiume Bzura i polacchi stavano effettuando grandi concentramenti di truppe. La ritirata polacca si svolse in condizioni estremamente difficili. Le truppe erano sparse lungo un fronte di oltre 300 km da Torun a sud est di Radom; inoltre la linea del fronte era molto irregolare e sfavorevole rispetto alla linea di « resistenza ad oltranza » fissata sul corso medio della Vístola. Il grosso delle formazioni corazzate tedesche si trovava a soli 120 km da Varsavia, mentre le armate di Pomerania, di Poznan e di Lodz dovevano percorrere distanze comprese tra i 160 ed i 200 km. L'armata di Lodz si trovava a dover anche affrontare il pericolo di attraversare il fiume di fronte alle unità corazzate. Le strade, affollate da colonne di rifornimenti e da civili in fuga, erano spesso bombardate dalla Luftwaffe, il che rendeva praticamente impossibile l'organizzazione dei rifornimenti dì vettovaglie e di munizioni. Simultaneamente alla corsa verso la Vistola i tedeschi cominciarono ad esercitare un'energica pressione sulle ali estreme del fronte polacco A sud, la 14ª armata tedesca attaccò l'armata di Cracovia costringendola ad attraversare il fiume Dunajec. I tedeschi spinsero poi rapidamente le loro forze corazzate nel varco venutosi a creare quando l'armata dei Carpazi era stata costretta, prima che l'armata di Cracovia avesse attraversato il Dunajec, a ritirarsi sul fiume San. All'estremità settentrionale dello schieramento la 3ª armata tedesca attaccò il gruppo di riserva Wvszków, dislocato nel settore di Rózan; a causa di una errata interpretazione degli ordini, Rózan fu evacuata, consentendo ai tedeschi di impossessarsi del passaggio sul fiume e di penetrare in profondità nel fronte polacco. Questa mossa isolò il gruppo del Narew dall'armata di Modlin e, poiché l'ordine del comando supremo polacco di ritirarsi non arrivò, il gruppo rimase sulla linea del Narew, isolato dalle altre forze polacche e in una posizione pericolosamente avanzata.

Dalla battaglia del fiume Bzura all'invasione russa.

Il 6 settembre il comando supremo polacco diramò l'ordine esecutivo della ritirata generale sulla linea Narew-Vistola-San. Durante la notte il governo lasciò Varsavia per trasferirsi nella regione di Luck-Krzemieniec, mentre il comando supremo si trasferì a Brzesko sul fiume Bug La sera seguente fu chiaro che la linea del Narew non poteva più essere tenuta, e sull'ala settentrionale la linea di difesa fu quindi spostata sul fiume Bug. Più tardi divenne chiaro che la difesa sulla linea del Narew a nord e sulla linea del San a sud era inattuabile' dato che le forze corazzate tedesche stavano raggiungendo i punti di passaggio sui due fiumi. In quella pericolosa situazione i polacchi ebbero ancora a disposizione una possibilità di successo. Al centro dello schieramento tedesco le divisioni corazzate e motorizzate si trovavano molto avanti rispetto alla fanteria ed erano in gran parte immobilizzate per mancanza di carburante; quando, l'8 settembre, il tenente generale Kutrzeba sottopose per la terza volta la sua proposta di un contrattacco da parte delle armate di Poznan e di Pomerania contro il fianco tedesco, essa venne finalmente approvata. Il 9 settembre l'armata di Poznan sferrò un attacco dal fiume Bzura verso sud est, mentre l'armata di Pomerania marciava dietro la sua ala orientale. In un primo momento i tedeschi non si preoccuparono molto di quell'attacco.  Ancora nella sera del 9 settembre, il generale tedesco Blaskowitz ordinò alle divisioni dell'8ª armata di continuare la loro marcia verso la Vistola; ma il mattino seguente esse furono in fretta e furia richiamate allo Bzura.  Solo durante la notte del 10 /11 settembre il generale d'artiglieria von Reichenau indirizzò verso lo Bzura tre divisioni della sua 10ª armata. Nella prima fase della battaglia, dal 9 al 12 settembre, tre divisioni dell'armata di Poznan, coperte su ambedue i fianchi da brigate di cavalleria, frantumarono la 30ª divisione di fanteria tedesca, che copriva lo Bzura su di un vasto fronte e ricacciarono indietro tre divisioni dell'8ª armata tedesca prima che arrivassero i rinforzi della 10ª armata. Il 12 settembre, il tenente generale Kutrzeba venne informato che l'armata di Lodz stava ritirandosi verso Modlin. Rendendosi conto che non avrebbe più potuto contare sulla sua cooperazione e che le sue due armate sarebbero rimaste isolate da Varsavia egli sospese ogni ulteriore attacco e decise di raggruppare le truppe per dirigersi direttamente verso est aprendosi a forza un varco verso la capitale. Due divisioni dell'armata di Pomerania ricevettero l'ordine di coprire questo raggruppamento sferrando un attacco in direzione di Skierniewice; iniziò così la seconda fase della battaglia dello Bzura nel corso della quale, dal 13 al 15 settembre, i polacchi riuscirono a fermare e, in parte, a respingere due divisioni tedesche della 10ª armata appena giunte in rinforzo.

L'attacco a Varsavia.

Contemporaneamente all'inizio della battaglia dello Bzura, alle ore 7 del 9 settembre la 4ª Panzerdivision lanciò, da sud ovest, il suo primo attacco contro la capitale polacca efficacemente appoggiati dall'artiglieria pesante i carri armati tedeschi raggiunsero le strade di Varsavia dove però incontrarono una tenace resistenza da parte delle truppe del maggiore generale Czuma. La popolazione civile partecipò attivamente agli scontri, ed i tedeschi furono fermati cori gravi perdite. Tre ore dopo il generale Reinhardt si avvide che se la sua divisione doveva restare in vita il combattimento non poteva essere ulteriormente prolungato: un reggimento corazzato che all'inizio dell'attacco contava 120 carri armati, dopo breve tempo non ne aveva che 57. La divisione ricevette l'ordine di ritirarsi sulle posizioni di partenza Quando il XVI Panzerkorps inviò l'ordine di ripetere immediatamente l'attacco, la divisione riferì che ciò era assolutamente impossibile. Nonostante l'insuccesso subito alle porte di Varsavia e l'attacco polacco sul fiume Bzura, i tedeschi non mutarono il loro piano di attraversare, sull'intero arco compreso tra Sandomiez e Varsavia, il medio corso della Vistola e di puntare su Lublino. Oltre ad essere costretti a porre l'assedio a Varsavia da ovest, i tedeschi dovettero occuparsi delle truppe polacche che stavano ancora tentando di aprirsi un varco verso la riva orientale della Vistola. Sul fiume, solo la Panzerdivision riuscì a costituire una piccola testa di ponte sulla riva orientale a Góra Kalwaria, testa di ponte che si trovò sottoposta a continui attacchi da Varsavia che era diventata il centro di una decisa resistenza. Nel settore meridionale, la 5ª Panzerdivision distrusse il ponte a sud di Sandomierz ma fu fermata in corrispondenza della città. L'armata di Cracovia, che aveva perso tutti i collegamenti con il comando supremo, riconquistò e ricostruì i ponti danneggiati e, quando le comunicazioni vennero ristabilite, continuò a ritirarsi verso sud est. A nord, le truppe del gruppo di Prusy si stavano ritirando in piccoli gruppi. Un grosso gruppo, che comprendeva la 3ª, la 12ª e la 36ª divisione di fanteria, fu isolato a Ilza e distrutto. Il resto riuscì combattendo, a raggiungere la Vistola, guadò il fiume e venne riorganizzato ìn nuove divisioni. Solo una piccola parte dell'armata di Lodz riuscì a raggiungere Varsavia; il resto dell'armata cercò in un primo tempo di dirigersi verso Gora Ktlwaria, effettuò poi una conversione verso Varsavia e infine, dopo aver sostenuto duri combattimenti quasi alle porte della città, si ritirò verso nord raggiungendo Modlin il 13 e il 14 settembre. Le retroguardie delle truppe polacche che si ritirarono nell'ansa della Vistola si stavano ora muovendo più lentamente, iniziando quell'attività di guerriglia che contribuì indubbiamente a far posporre ai tedeschi la offensiva attraverso la Vistola. Ma il fattore decisivo che determinò questo rinvio fu la situazione sul fiume Bzura. Quando infine la valutazione che i tedeschi davano della gravità della situazione cambiò, solo un reggimento di fanteria fu lasciato sull'intera area della periferia occidentale di Varsavia mentre tutte le altre forze vennero trasferite sul fiume Bzura. Durante la notte del 12/13 settembre, ed il 14 settembre, i tedeschi riorganizzarono due volte completamente la catena di comando con il risultato di porre tutte le truppe che partecipavano alla battaglia sotto il comando del generale von Rundstedt. Tutte le truppe corazzate e motorizzate, eccettuata una divisione, furono portate dalla linea della Vistola nella battaglia dello Bzura, e l'attacco al di là della Vistola fu quindi ridotto al minimo: il 13 settembre esso venne effettuato, tra Deblin e Sandomierz, soltanto dalla 4ª e dalla 14ª divisione di fanteria. Sull'ala settentrionale del fronte la ritirata del gruppo del Narew e dell'armata dì Modlin ebbe inizio durante la notte del 9/10 settembre; nello stesso tempo, i tedeschi misero in movimento il braccio settentrionale della seconda manovra a tenaglia che avrebbe dovuto circondare tutte le forze armate polacche. Il gruppo del Narew lanciò un contrattacco alla confluenza dei fiumi Bug e Narew, infliggendo gravi perdite alla Panzerdivision « Kempf ». Sul luogo della battaglia sì portò però il XIX Patnzerkorps, e dopo tre giorni di accaniti combattimenti la fanteria del Narew fu annientata. Nello stesso periodo 1'armata di Modlin fu impegnata in sanguinosi combattimenti contro il grosso della 3ª armata tedesca, finché, con gravi perdite, riuscì ad evitare le forze corazzate tedesche ed a ritirarsi verso il settore di Wlodawa-Chelm.Contrariamente all'attesa, i resti dell'armata di Modlin non furono inseguiti dai tedeschi, che effettuarono invece una conversione verso ovest per bloccare i passaggi sulla Vistola ed attaccare poi Varsavia. I tedeschi fecero convergere su Modlìn la 3ª armata e parte della 4ª armata, che il 13 settembre la cavalleria polacca riuscì temporaneamente ad arrestare. Sull'ala meridionale del fronte polacco il generale Sosnkowski, allora al comando delle armate dì Cracovia e dei Carpazi, lanciò le sue forze contro la lª divisione da montagna tedesca, in prossimità di Leopolr Poi, quando il maresciallo Rydz-Smigly si sentì costretto ad accelerare la ritirata verso sud est, alle truppe del generale Sosnkowski fu inviato l'ordine di attraversare il più rapidamente possibile il fiume Dnestr, in modo da organizzare una testa di ponte romena». L'ordine non giunse mai a destinazione, in quanto il generale Sosnkowski fu isolato a Przemysl.

L'accanita resistenza.

Dal 15 settembre i tedeschi spostarono il loro campo di operazioni verso il centro della Polonia con l'obiettivo di arrestare il flusso di truppe polacche dallo Bzura verso Varsavia e, poi, di liquidare la sacca di resistenza dello Bzura. Hitler accantonò temporaneamente l'idea di prendere Varsavia, limitandosi a chiederne la resa. Le sue richieste furono respinte, ma nonostante ciò Varsavia fu lasciata fuori del teatro delle operazioni, in quanto i tedeschi si limitarono a sottoporla ad un costante fuoco di artiglieria. Nel frattempo, la battaglia dello Bzuza stava volgendo al termine. Quando sulle truppe polacche vennero sganciate quasi 328 tonnellate di bombe, iniziò l'ultima fase di quei duri ed accaniti combattimenti. Solo due brigate polacche ed i resti della 25ª e della 15ª divisione riuscirono ad aprirsi un varco verso Varsavia. Tutte le altre truppe furono annientate. Nel complesso, la battaglia dello Bzura aveva impegnato 29 divisioni tedesche ed aveva considerevolmente contribuito ad alleggerire la pressione sugli altri settori del fronte. A nord, il XIX Panzerkorps di Guderian stava incontrando una inattesa resistenza da parte delle unità polacche appena costituite nel distretto di Polessia. La psicosi della terribile potenza distruttrice dei PanzerKorps stava rapidamente perdendo di efficacia e le unità di difesa locali inflissero ai tedeschi gravi perdite. Le forze tedesche avanzanti a cuneo, disperse su vasti territori aperti, con lunghe linee di comunicazione e senza disponibilità di fanteria in appoggio alle loro unità corazzate, si vennero a trovare in una situazione difficile. Le perdite in materiali erano cospicue, il carburante scarseggiava e i rifornimenti non erano sicuri. Tra il 15 e 18 settembre, nel settore Lublino-Chelm venne costituito un nuovo fronte settentrionale polacco agli ordini del tenente generale Dab-Biernacki. Esso comprendeva i resti del gruppo di Prusy, dell'armata di Modlin e di altri gruppi cori una forza nominale di 10 divisioni di fanteria. Queste truppe ebbero pochi contatti con il nemico, e poterono godere un po' di riposo finché ricevettero l'ordine di dirigersi, attraverso la regione a est dì Leopoli, verso la testa di ponte romena. Ancora più a sud, l'armata di Cracovia stava impegnando un considerevole contingente di truppe tedesche tra il corso medio del San e Tomaszów Lubelski. Il primo tentativo di aprirsi un varco verso sud est effettuato dalla 21ª divisione di fanteria fallì dopo un sanguinoso scontro con la 45ª divisione tedesca. Tra Przemysl e Leopoli, il generale Sosnkowski, che non era ancora riuscito a rimettersi in contatto con il comando supremo, avanzò verso est e sconfisse il reggimento motorizzato SS Standarte « Germania » che, il 16 settembre, aveva tentato di ostacolarne la marcia. La notizia di questo successo, diffusasi in una versione piuttosto esagerata, risollevò il morale delle truppe polacche. Nel frattempo i tedeschi tentarono di accerchiare Leolpoli da ogni parte, ma per il momento le loro forze non erano sufficienti, mentre quelle polacche aumentavano ogni giorno. A Kolomyja, il comando supremo polacco stava soprattutto occupandosi dell'organizzazione della testa di ponte romena; essa doveva essere tenuta fino all'arrivo delle truppe dei generale Sosnkowski e dei tenenti generali Piskor e Dab-Biernacki. Ma le truppe del generale Sosnkowski stavano ancora marciando verso   Leopoli anziché verso la testa di ponte, e i contatti con lui non vennero ristabiliti fino al 17 settembre. Nonostante le molte difficoltà e le tristi esperienze dei sedici giorni passati, il comando supremo guardava al futuro non senza speranza. Ci si attendeva che il giorno seguente, il 17 settembre, gli alleati occidentali avrebbero iniziato la loro grande offensiva; e anche quando tale inizio subì un breve rinvio, nessuno si preoccupò, ben presto i tedeschi sarebbero stati costretti a ritirare dalla Polonia almeno la maggior parte della Luftwaffe e delle divisioni corazzate. Il 15 settembre il comando supremo tedesco diramò l'ordine di isolare i polacchi dalla Romania, ma i movimenti che tale ordine avrebbe comportato non poterono essere attuati o perché le unità erano impegnate in combattimento o perché il carburante disponibile non era sufficiente.

L'intervento della Russia.

Poco prima dell'alba del 17 settembre, L'Armata rossa entrò in Polonia attraverso il confine lungo tutto il suo arco di quasi 1300 km dalla Dvina al Dnestr. Il governo e il comando supremo polacco e lo stesso comando supremo tedesco furono presi completamente alla sprovvista i sovietici entrarono in campo con due gruppi di armate, quello della Rutenia bianca e quello dell'Ucraina: il primo era costituito da 4 armate, il secondo da 3. La 12ª armata, schierata all'estremità meridionale del fronte, riguardava in massima parte formazioni motorizzate in quanto suo obiettivo era quello di isolare i polacchi dalla Romania e dall'Ungheria. La frontiera polacca era difesa soltanto da 18 battaglioni e 5 squadroni di cavalleria del KOP, e non fu quindi difficile per le avanguardie sovietiche penetrare in territorio polacco per una profondità di quasi 100 km, nei soli due primi giorni (17 e 18 settembre). L'atteggiamento dell'Armata rossa nei confronti delle truppe polacche era ambiguo. In un primo tempo sembrò che le truppe sovietiche evitassero il combattimento, e qualcuno giunse addirittura a pensare che esse fossero venute in aiuto dei polacchi ma la situazione si chiarì ben presto quando i soldati polacchi vennero disarmati e fattiprigionieri. Quando l'esercito sovietico attraversò il Dnestr minacciando Kolomyja, il comando supremo polacco si trovò improvvisamente in pericolo. Non vi era ormai tempo per discutere a lungo la situazione. Tutte le truppe ricevettero l'ordine di ritirarsi verso i confini romeni e ungheresi, di resistere ai tedeschi ma di non fare fuoco contro i russi a meno che questi ultimi le avessero attaccate o avessero tentato di disarmarle. Si decise che il presidente e il governo si sarebbero trasferiti in Romania per poi procedere verso la Francia, e poiché il governo romeno sembrò dimostrare una certa simpatia nei confronti dei polacchi anche il comandante in capo decise di trasferivirsi. Ma il giorno seguente, il 18 settembre il governo romeno cedette alle pressioni tedesche e li internò tutti, trasferendoli poi all'interno del paese.

La fine della campagna

Con l'ingresso delle truppe sovietiche in Polonia la lotta divenne disperata, anche se la resistenza non cessò. Ormai il solo obiettivo eri quello di far uscire dal paese il maggior numero possibile di soldati che potessero poi combattere al fianco degli alleati. Le truppe tedesche e sovietiche concentrarono i loro sforzi per tagliare ai polacchi la ritirata verso la Romania e l'Ungheria, e quando, il 20 settembre, si congiunsero sulle rive del corso superiore del Dnestr, solo le truppe polacche che già si trovavano sulla testa di ponte romena o vi erano molto prossime riuscirono ad attraversare il confine. In tutto 30.000 soldati e aviatori polacchi raggiunsero la Romania mentre 60.000 riuscirono a rifugiarsi in Ungheria. A nord, le truppe sovietiche sospinsero circa 15.000 soldati polacchi verso i confini della Lituania e della Lettonia. Al centro, i tedeschi tentarono di giungere a Leolpoli prima dei sovietici, ma senza successo e più tardi non riuscirono a ottenere Leopoli e i suoi giacimenti petroliferi in cambio della Lituania. Nell'accordo del 28 settembre il confine fu spostato dalla Vistola al Bug, mentre al sud esso rimase lungo il San. Nel frattempo le truppe polacche provenienti (tal settore di LtiblinoCIelm e dalla Malopolska orientale stavano tentando di aprirsi a forza un varco verso la frontiera ungherese; ma i loro sforzi furono vani, e furono costrette ad arrendersi, in parte ai tedeschi e in parte ai sovietici. A Varsavia, dove dopo duri sforzi erano parzialmente riuscite a confluire le forze del generale Kutrzebt i polacchi stavano respingendo gli attacchi tedeschi e tentando di aiutare le truppe che stavano combattendo per aprirsi un varco verso la capitale. Ma il 25 settembre i tedeschi diedero il via al loro attacco decisivo. Il 26 ed il 27 settembre, energicamente appoggiati dall'aviazione e dall'artiglieria, essi sferrarono un attacco contro tutti i settori su ambedue le rive della Vistola. Gli attacchi  furono in gran parte respinti, ma ormai i viveri e le munizioni stavano finendo e Varsavia fu costretta ad arrendersi. 11 29 settembre fu la volta di Modlìn. 1 combattimenti sulle coste baltiche e  polacche terminarono il primo ottobre, quando il comandante della marina polacca si arrese. La lotta sulla terraferma era stata  particolarmente sanguinosa e i polacchi avevano opposto al nemico una resistenza  superba. Della marina polacca, solo due sommergibili riuscirono, dopo molte peripezie, a rifugiarsi in Gran Bretagna. La superioritàdella Germania nei confronti della Polonia era notevole sotto tutti gli aspetti. L'andamento della linea di con fine permise ai tedeschi di spiegare le loro forze in modo più razionale e di effettuare una doppia manovra di accerchia mento; la loro superiorità aerea era inoltre schiacciante. Essi avevano poi tutti i  vantaggi dell'aggressore: scelta del momento e dei punti in cui agire, tempo per prepararsi,nonché la superiorità psicologica in cui inevitabilmente si viene a trovare chi ha l'iniziativa. Potevano contare su di una ben organizzata quinta colonna e sulla cooperazione sovietica; inoltre, anche le condizioni atmosferiche furono loro particolarmente favorevoli. Ci si deve rendere pienamente conto del  fatto che a quel tempo l'impiego delle forze meccanizzate e aeree in grandi quantità era una novità; la loro efficienza operativa stupì persino i tedeschi. La velocità di movimento delle operazioni militari sino a quel momento ritenuta normale, circa 24 km in 24 ore, venne di colpo moltiplicata. La superiorità tedesca era totale, ed essi furono in grado di effettuare la campagna a una velocità fulminea e a un prezzo relativamente basso. Le perdite subite dai tedeschi furono, secondo le valutazioni da loro fatte nell'ottobre 1939, di 8.082 morti, 27.279 feriti  e solo 5.029 dispersi; le cifre finali furono  di poco superiori. Le perdite polacche non possono essere valutate con precisione, ma furono di sicuro molto più elevate. Per quanto riguarda i mezzi, 217 carri  armati tedeschi furono distrutti e moltissimi danneggiati; degli aerei 285 furono distrutti e 279 danneggiati in  modo irrimediabile: in tutto, le perdite ammontarono a circa il 25% degli aerei impiegati. La Polonia perse 284 aerei. in combattimento e 149 per altri motivi. Per gli alleati occidentali i risultati della campagna di settembre furono doppiamente positivi. Essa fornì un'immagine molto reale del nuovo tipo di guerra e lasciò loro otto mesi di tempo prezioso per mettere a punto misure difensive appropriate alle nuove circostanze. Come ora  sappiamo, l'Occidente non sfruttò affatto queste esperienze; sola eccezione la Gran Bretagna che durante gli otto mesi che  precedettero l'inizio della battaglia d'Inghilterra, potenziò sensibilmente il proprio sistema di difesa aerea.