Campagne Medio Orientali

La presa della Siria di Vichy

Dopo la prima guerra mondiale e la conclusione dei trattati di pace di Versailles e di Sanremo, la Francia amministrava nella Siria e nel Libano una popolazione di circa 3.650.000 persone, per mandato della Società delle nazioni. In forza di questo mandato la Francia divise il paese in quattro zone: la Siria, abitata in prevalenza da musulmani sunniti; la provincia di Laodicea con una maggioranza di alawiti, il Libano, dove la popolazione è in prevalenza cristiana e il Gebel Druso abitato dai drusi. Sin dagl'inizi del mandato francese (nella storia siriana il 1920 è chiamato Am al Nakba, " l'anno della catastrofe ") in Siria e nel Gebel Druso si era diffuso un forte malcontento.

Nel 1925/26 l'insofferenza si espresse apertamente con l'insurrezione del Gebel Druso contro i francesi, che repressero duramente la rivolta; nel 1930 l'insurrezione si ripeté e l'artiglieria francese, posta sotto il comando del generale Sarrail, cannoneggiò per due giorni la città sacra di Damasco.

Nel 1936 il mandato era stato sostituito da un " trattato di amicizia e di alleanza ", ma l'accordo, ratificato dal parlamento siriano, stava ancora aspettando la ratifica francese allo scoppio della seconda guerra mondiale. Agli inizi del conflitto l'armata francese del Levante era forte di circa 120.000 uomini. Nel giugno 1940, con il crollo della Francia, la Sirìa fu resa neutrale. La maggioranza dei siriani, già indifferenti di fronte alla guerra europea, si sentì umiliata di essere soggetta al paese che aveva subito una disfatta, tanto più che dopo il ritiro della Francia dalla Società delle nazioni consideravano invalìdata la base giuridica del mandato.

Nel luglio 1940 il governo inglese chiarì la situazione. La Gran Bretagna non era in guerra con la Francia di Vichy, ma d'altro canto non poteva permettere che la Siria o il Libano venissero occupati da una potenza ostile.

Per effetto delle clausole di armistizio stipulate con le potenze dell'Asse, l'armata francese del Levante venne progressivamente disarmata, smobìlitata e rimpatriata. Nel paese rimase soltanto un limitato contingente, quanto bastava per mantenere l'ordine interno, composto da poco meno di 35.000 uomini.

Il generale Wavell, timoroso che la Siria potesse servire di base per attività sovversive nel Medio Oriente, era dell'avviso che glì elementi nazionalisti siriani, si sarebbero potuti dimostrare utilissimi oppositori a un'eventuale, futura infiltrazione dell'Asse. Di conseguenza il residente britannico in Transgiordania sir Alec Kirkbride si mise segretamente in contatto con gli esponenti del Gebel Druso e Glubb Pascià della legione araba fece lo stesso con le tribù siriane.

Nell'ottobre 1940 arrivò nel Medio Oriente il generale Catroux, braccio destro del generale de Gaulle, per iniziare una campagna di propaganda a favore della Francia Libera. Nel novembre venne mandato in Siria il nuovo alto commissario di Vichy generale Henri Dentz e i tedeschi cominciarono ad arrivare in sempre maggior numero. Nel marzo 1941, la macchina propagandistica della Francia Libera aveva finito con l'irritare sia l'opinione pubblica francese sia quella siriana e la visita di de Gaulle in Medio Oriente, nell'aprile 1941, mise Wavell nell'imbarazo.

E necessario ricordare che in questo periodo molti francesi consideravano de Gaulle e i suoi seguaci una fazione di traditori dissidenti, i quali, rifiutando di accettare le decisioni del governo ufficiale della Francia e ostinandosi in quella che allora era giudicata spesso una lotta senza speranza a fianco degli inglesi, mettevano a repentaglio le prospettive francesi di ottenere dall'Asse, alla conclusione del conflitto, condizioni di pace tollerabili.

Wavell rimase perplesso alla proposta del generale de Gaulle e di Churchill che le forze della Francia Libera che si trovavano in Palestina intraprendessero un'azione militare contro la Siria, e la giudicò pericolosa, poiché le forze della Francia Libera presenti in Palestina ai primi di maggio del 1941 consistevano soltanto in cinque battaglioni e una sezione di artiglieria, mentre il generale Dentz, comandante in capo di Vichy in Siria aveva a sua disposizione circa 35.000 uomini bene armati.

Durante questi mesi della primavera 1941 gli agenti tedeschi avevano intensificato la loro attività in Siria. Hentig, capo del dipartimento per l'Oriente presso il ministero degli esteri tedesco, aveva assunto l'incarico nel gennaio 1941 e aveva incominciato a organizzare la gioventù araba sul modello di quella tedesca, tenendosi in stretto contatto con i capi di tutti i partiti politici indigeni. In Siria era arrivata inoltre una missione economica, accompagnata dagli inevitabili " tecnici " e dagli altrettanto inevitabili " turisti ".

I successi che i tedeschi avevano ottenuto durante questo periodo nei Balcani avevano avvicinato il teatro di guerra alla Siria e il pericolo diventò più acuto e immediato per gli inglesi dopo la perdita di tutto il territorio greco continentale e lo scoppio della rivolta irachena capeggiata da Rashid Ali. Il 11 maggio si ebbero i primi scontri nell'Iraq fra le forze di Rashid Ali e quelle britanniche, seguiti subito dopo dalle incursioni degli aerei tedeschi diretti a Mosul, che usavano i campi d'aviazione siriani per ripianare le scorte di carburante.

L'ammiraglio Darlan, ministro francese degli esteri e braccio destro di Pétain, non lasciò dubbi sulla disposizione del suo paese a collaborare con l'Asse, firmando una descrizione particolareggiata degli aiuti che dovevano essere concessi ai tedeschi in Siria e nel Nordafrica. Consentì, in base ai termini dell'armistizio del luglio 1940 a vendere ai ribelli iracheni i tre quarti dell'equipaggiamento militare nei magazzini siriani; a rifornire di carburante gli aerei tedeschi e italiani in Siria; a concedere alle forze armate germaniche 'uso del campo di aviazione di Aleppo e dei porti e delle ferrovie siriane e di trasmettere all'alto comando tedesco tutte le informazioni relative alle forze e ai piani britannici nel Medio Oriente.

Al Cairo si giudicò che un attacco era giustificato, di fronte a questo attivo collaborazionismo con l'Asse ai danni degli interessi britannici; perciò aerei della RAF e della RAAF (Royal Australian Air Force) facenti parte del comando del Medio Oriente cominciarono a compiere sistematiche incursioni a rotazione contro i campi d'aviazione siriani, a partire dal 14 maggio. Il primo ad essere attaccato fu quello di Palmyra.

Verso la fine di maggio, quando fu evidente che la ribellione irachena era fallita, Dentz, nel tentativo di stornare l'incombente invasione britannica in Siria diventata ormai l'argomento del giorno in tutto il Medio Oriente chiese a Darlan di ordinare il ritiro delle missioni tedesche. Il 6 giugno gli ultimi aerei tedeschi lasciarono la Siria, insieme con gli ufficiali e i meccanici. Gli unici a rimanere furono gli ufficiali addetti al servizio informazioni.

Anche Wavell aveva i suoi grattacapi: de Gaulle era costantemente in comunicazione con Churchill e ripeteva che se la Francia Libera avesse intrapreso un'azione in Siria, ne sarebbe risultata la diserzione di gran parte delle forze di Vichy. Wavell sospettava che la decisione d'impiegare le forze della Francia Libera avrebbe concorso a irrigidire l'opposizione di Vichy. Le asserzioni della Francia Libera si basavano sul fatto che il colonnello de Larminat con pochi reparti dell'esercito e il colonnello Collet seguito da alcuni squadroni di cavalleria circassa avevano varcato il confine rifugiandosi in Palestina.

Tutti i circoli militari e politici del Commonwealth britannico concordavano sulla necessità di sottrarre la Siria al controllo di Vichy e concordavano ugualmente nel ritenere che sarebbe stato desiderabile conseguire lo scopo senza combattere e si auguravano di non essere costretti a mandare in Siria contingenti di truppe superiori a quanto era strettamente necessario. Wavell, che aveva già dovuto sfruttare fino all'estremo limite le risorse di cui disponeva e che risentiva dell'assenza della Habforce distaccata nell'Iraq, era ovviamente riluttante a impegnarsi in un'azione che giudicava prematura, e tanto meno intendeva intraprenderla con forze insufficienti.

Wavell, chinando la testa di fronte all'inevitabile, ordinò al generale sir Henry Maitland Wilson, comandante in capo della Palestina e della Transgiordania, dì inviare in Siria, il 18 gìugno, un corpo di spedizione formato da truppe inglesi, dei Dominion e della Francia Libera. Non appena i primi reparti ebbero varcato il confine, il comando del Medio Oriente annunziò per radio che forze britanniche e della Francia Libera stavano per occupare la Siria al fine di eliminare l'influenza che il nemico esercitava sul paese. Vichy replicò energicamente, negando qualsiasi collaborazìone con i tedeschi in Siria, protestando per l'azione britannica e avvertendo che le forze francesi si sarebbero opposte con le armi all'invasione.

L'8 giugno ebbe inizio l'invasione ordinata da Wavell e condotta da Wilson, De Gaulle e Catroux avevano proclamato tutti e due che la resistenza sarebbe stata soltanto parziale e che l'esercito della Francia di Vichy avrebbe chiesto la capitolazione non appena avesse visto lo spiegamento delle forze. Wavell, nonostante le sue riserve personali, decise di mettere alla prova le affermazioni della Francia Libera. Ai comandanti dei reparti inglesi, australiani, indiani e della Francia Libera furono impartite istruzioni di avvicinarsi inalberando la bandiera bianca, di mettersi in contatto con i comandanti di Vichy e di tentar di avviare negoziati per evitare le ostilità. Ma, i francesi di Vichy, ottimamente equipaggiati e addestrati, non dimostrarono la minima intenzione di arrendersi senza combattere a un invasore inferiore a loro per numero e per mezzi, soprattutto per il fatto che nel numero erano inclusi francesi ch'essi consieleravano traditori e ribelli.

Militarmente la regione d'importanza vitale della Siria e del Libano era " l'angolo sudoccidentale ", delimitato a sud dalla frontiera con la Palestina e da quella con la Transgiordania. A nord esso era percorso dalla linea ferroviaria che collegava Beirut, sede del comando in capo delle forze di Vichy, con Damasco attraversando Rayaq, dove si trovava il campo d'aviazione più importante. In questa zona sorgevano due delle tre maggiori città e risiedeva poco meno del cinquanta per cento della popolazione. La metà occidentale è tutta aspre montagne e alte valli ripide. La prima linea di difesa francese era costituita da una cintura esterna di blocchi o centri di resistenza fra i quali Palmyra, El Suweida, Sheikh Miskin ed El Quneitra nei cui intervalli agivano truppe mobili.

Il piano britannico prevedeva che si assicurassero il possesso di Damasco, di Rayaq e di Beirut e se la situazione lo avesse consentito di Homs e di Tripoli, avanzando lungo tutte le strade percorribili. Wilson e Wavell annettevano molta importanza alla conquista del campo d'aviazione di Mezze presso Damasco, però l'avanzata sulla città si sarebbe dovuta svolgere su un terreno aperto, adatto alle azioni dei veicoli corazzati, e la superiorità dei francesi di Vichy in questo campo era nota, l'occupazione di Damasco poi, non sarebbe stata in sé determinante, la sede del governo e del comando in capo di Dentz era a Beirut, e gli approcci di Beirut, come quelli di Rayaq, si trovavano fra montagne e gole.

Le forze di Vichy avevano quindi il vantaggio del terreno più favorevole alla difesa che all'attacco perché, a prescindere dalla esigua fascia costiera, le forze alleate avanzanti nella Siria o nel Libano potevano operare soltanto in un territorio montuoso oppure, compiendo ampi aggiramenti, nel deserto. Dirupi scoscesi rendevano impossibile in numerose zone prive di strade l'impiego dei veicoli e dei Brencarrier.

Secondo il piano, l'avanzata degli alleati doveva avvenire in tre fasi:

• un'avanzata principale, dalla Palestina e dalla Transgiordania su Damasco, con una avanzata parallela lungo la costa verso Beirut;

• un'avanzata effettuata dalla Habforce che proveniendo dall'Iraq, avrebbe puntato su Palmyra attraverso il deserto;

• un'avanzata dall'Iraq settentrionale di reparti della 10ª divisione indiana, che procedendo lungo l'Eufrate doveva occupare Deir elZor e quindi procedere oltre puntando su Aleppo, mentre a un secondo gruppo che doveva partire da Mosul erano stati assegnati come obiettivi Hasseche e "ERQameshliye, nella regione di confine tra Siria e Turchia.

Il concetto strategico del generale Wilson era, durante la prima fase, facilitare l'avanzata lungo la costa con obiettivo Beirut, mediante operazioni nella zona di Merj 'Ayun, che sarebbe servita anche da trampolino per sferrare l'attacco su Rayaq mentre l'avanzata su Damasco si doveva svolgere via Der'a e Kiswe. La conquista di El-Quneitra ne avrebbe protetto il fianco. Il generale Wilson suddivise le forze in capo, in tre gruppi:

la 7ª divisione australiana del maggior generale T. D. Lavarack, rinforzata da reparti distaccati fra cui il III battaglione della, Special Service Brigade (un commando) di stanza a Cipro;

il raggruppamento della 5ª brìgata di fanteria indiana, della forza di una brigata, al comando del generale W. L. Lloyd, con i reparti aggregati da altre unità, compresa la guardia di frontiera transgiordana;

la divisione della Francia Libera, guidata dal generale Legentilhomme e composta di due brigate, una con un battaglione della Legione straniera e due battaglioni di senegalesi, l'altra con un battaglione di fusiliers marins e due battaglioni di senegalesi, incompleta nell'armamento e nei mezzi di trasporto. Vi era inoltre il raggruppamento Collet, formato da due squadroni di cavalleria circassa, da uno di spahis africani autotrasportati e da un campionario di otto fra carri armati e autoblindo, ma con due soli cannoni.

La 7ª divisione australiana di Lavarack era nuova a esperienze di guerra poiché non era mai stata impegnata in combattimento nel deserto occidentale egiziano; di carri armati ne possedeva soltanto due leggeri dello squadrone di cavalleria divisionale, non aveva mitragliatrici medie e gli autocarri erano sufficienti per il trasporto di due soli battaglioni. Ma l'apporto di carri armati, autoblindo e cavalleria montata realizzato con l'assegnazione di alcune unità di rinforzo fece sperare a Lavarack di poter realizzare una penetrazione in profondità sin dagl'inizi mandando avanti speciali colonne mobili.

Il suo settore si estendeva dal Giordano alla costa e includeva le due strade principali che dalla Palestina conducevano a nord, nel Libano.

Quella che saliva lungo la lingua di terra formata dal confine palestinese buona fino a Merj 'Ayun, poi s'insinuava nell'angusta gola del Litani fu assegnata da Lavarack alla 25ª brigata australiana comandata dal generale A. H. B. Cox, con i suoi rinforzi di carri armati, di autoblindo e di artiglieria ippotrainata.

Quella principale, ovvero quella costiera, che venne assegnata alla 21ª brigata australiana del generale J. R. S. Stevens e ai reparti distaccati che formavano la colonna principale. Questa strada è dominata per tutta la sua lunghezza da colline, la cui larghezza massima non supera mai i 1.800 metri. In certi punti i versanti rocciosi sono così vicini alla strada che una semplice demolizione è sufficiente a bloccarla.

L'appoggio aereo messo a disposizione dal generale di divisione aerea Tedder era costituito da due gruppi e mezzo di caccia, compreso il 30 gruppo della RAAF; da due gruppi di bombardieri e un gruppo dell'aviazione per la cooperazione con l'esercito: in tutto una settantina di aerei che operavano per lo più dalla Palestina e dalla Transgiordania. Oltre a questi vanno ricordati tre gruppi dell'aviazione di marina l'813º di 12 Sivordfish, l'829º di cinque Sivordfish e quattro Albacore e l'803º di 12 Sivordfish che operarono dalle basi di Nicosia a Cipro e di Lydda in Palestina. L'appoggio navale era dato dalla 15ª divisione incrociatori dell'ammiraglio King, composta, oltre che da due incrociatori, da otto cacciatorpediniere, da un incrociatore contraereo e da un'unità adibita a impieghi speciali, destinata a proteggere l'avanzata lungo la costa dall'eventuale intervento delle navi da guerra francesi di base a Beirut e appoggiasse l'operazione bombardando le difese di Vichy e sbarcando alcuni commando.

Le forze siriane di Vichy erano stimate sui 35.000 uomini della smobilitata armata del Levante del generale Weygand quasi tutti soldati esperti e ben addestrati: 18 battaglioni di fanteria coloniale a lunga ferma tunisini, algerini, senegalesi, marocchini e Legione straniera e 20 squadroni di cavalleria. Il loro grande vantaggio sull'avversario era rappresentato dalla perfetta conoscenza del terreno e soprattutto dal fatto che disponevano di 90 carri armati e di 120 cannoni da campagna e di medio calibro.

Disponevano di 92 aeroplani, però nel corso della campagna ricevettero un afflusso costante di rinforzi dalla Germania e dall'Italia, sicché a metà giugno tenendo conto delle perdite le forze aeree di Vichy ammontavano a 159 apparecchi di tutti i tipi con base principale a Rayaq e contingenti minori a Mezze (Damasco), a Palmyra, ad Aleppo, nonché una base di idrovolanti a Tripoli di Siria.

Le truppe di Vichy erano concentrate in prevalenza lungo il confine con la Palestina e la Transgiordania, nel Gebel Druso, a Damasco e a Beirut, con forti contingenti in certi punti avanzati quali i salienti di Der'a, Izra', Sheikh Miskin, ElQuneitra, Deir elZor e Aleppo.

Gli australiani varcarono la frontiera nelle prime ore dell'8 giugno, col plenilunio, e avanzarono sulla strada costiera principale e lungo i sentieri della zona collinosa interna, puntando su Iskenderum (Alessandretta), Merj 'Ayun, Rayaq e il fiume Litani. Un gruppo misto di australiani e di cavalleria dello Cheshire Yeomanry, avanzarono verso Tiro.

Il tentativo della Royal Navy di sbarcare un commando il III battaglione della brigata impieghi speciali di Cipro, al comando del tenente colonnello della riserva navale Pedder sulla riva settentrionale del Litani a circa 25 km dal confine, era stato posticipato dall'alba dell'8 giugno alle ore 4 del 9, togliendo in tal modo all'azione l'elemento sorpresa. Il compito del commando era d'impedire la distruzione del ponte sul fiume e di tenerlo fino all'arrivo degli australiani provenienti da sud, ma lo sbarco cominciò a incontrare difficoltà sin dagl'inizi, venne fortemente contrastato da un reparto di truppe coloniali francesi. Durante lo scontro Pedder fu ferito mortalmente, molti dei suoi ufficiali rimasero uccisi e il commando perdette un quarto dei suoi uomini. Quando gli australiani si trovavano a soli 45 m dal ponte, gli avversari lo fecero saltare.

Gli uomini del gruppo da sbarco si ripresero, dopo una serie di violenti attacchi e contrattacchi, e a conclusione di un assalto notturno sferrato da due battaglioni australiani, il 2/XVI e il 2/XXVII, il 10 giugno la resistenza dei difensori cessò e gli automezzi poterono attraversare il fiume sul ponte di chiatte che gli zappatori australiani avevano gettato sul fiume.

Nel frattempo la 5ª divisione indiana del generale Lloyd, aveva conquistato intatta, in due giorni, la linea ferroviaria che correva a est del Giordano fino all'altezza di Der'a, aveva occupato la città e quindi aveva stabilito un fianco difensivo Der'a Sheikh Miskin Izra', allo scopo di proteggere le vie di comunicazione avanzate dagli attacchi delle forze di Vichy attestate nel Gebel Druso. Simultaneamente le forze della Francia Libera guidate da Legentilhomme avevano attraversato la frontiera puntando su Damasco, protette sul fianco dal raggruppamento Collet che stava avanzando su Fiq. Ancora più a ovest il I battaglione Royal Fusibers e il 9º gruppo australiano d'artiglieria da campagna avevano attraversato il Giordano e insieme con il raggruppamento Collet avevano occupato saldamente El Quneitra, 21 km oltre la strada per Damasco.

Durante l'avanzata su Damasco gli alleati subirono più di uno scacco per la qualità inferiore dei loro carri armati e autoblindo. El Quneitra, conquistata il 9 giugno, fu perduta una settimana più tardi in seguito a un contrattacco della fanteria nemica appoggiata da autoblindo da combattimento, e tutto il battaglione dei Royal Fusiliers si dovette arrendere perché aveva esaurito le munizioni. Il 9 giugno le forze della Francia Libera erano arrivate davanti a Kiswe presso Damasco, ma il loro primo attacco, sferrato l'11 giugno, fallì in pieno e soltanto l'intervento dei battaglioni Punjab e Rajputana del generale Lloyd, riuscì a ristabilire la situazione.

Il 9 giugno gli australiani conquistarono Merj 'Ayun, un importante centro strategico, ma il 15 il nemico, dopo un'intensa preparazione di artiglieria, riprese il villaggio, dal quale fu estromesso soltanto il 22. A ovest, intanto, gli australiani stavano attaccando con ostinazione Sidone e finirono col costringere il nemico a evacuarla senza arrecare danni alla città.

Il 19 giugno i reparti indiani di Lloyd, che avanzavano su Damasco e avevano ormai la città quasi a portata di mano, si trovarono in una situazione tragica. I battaglioni Punjab e Raiputana, che avevano conquistato Mezze, erano isolati, senza armi controcarro, senza carri armati, senza artiglieria, senza riserve di munizioni, senza materiale sanitario e viveri, sebbene il tutto si trovasse a brevissima distanza da loro, appena 3 chilometri e mezzo. E in questa situazione dovettero sostenere il peso di un contrattacco sferrato con decisione dalle forze di Vichy, che circondarono per due giorni il villaggio con ì loro carri armati appoggiati da un battaglione degli Chasseurs d'Afrique, i quali ogni tanto si ritiravano per consentire all'artiglieria di battere il villaggio con tiro a puntamento diretto, quindi restringevano nuovamente il cerchio. Quando le compagnie indiane di prima linea, avendo esaurito le munizioni, si dovettero arrendere, le forze di Vichy poterono accerchiare " Mezze House " una vasta costruzione quadrata dove il comando della brigata opponeva un'ultima, strenua resistenza concentrando su quest'obiettìvo tutto il peso degli attacchi. Nonostante tutto gli assalti furono ripetutamente respinti. Un messaggio con la richiesta di aiuto, che con un tentativo disperato, portò i rinforzi vicinissimo, ma le munizioni si esaurirono, gli assedianti si precipitarono all'assalto e sopraffecero i sopravvissuti. Quando i soccorsi arrivarono era troppo tardi.

Tuttavia il sacrificio delle truppe indiane a Mezze non fu del tutto inutile, poiché la difesa di Vichy cominciava a mostrare segni di cedimento e ben presto i persistenti attacchi degli alleati ottennero l'atteso successo. Il 2/III battaglione australiano giunse poco dopo sul teatro della battaglia, da El Quneitra. Le truppe distaccate del generale Lloyd conquistarono gli ultimi forti sulle colline e tagliarono la strada e la linea ferroviaria Damasco Beirut e qui avanzarono le forze golliste al comando di Cazeau.

Il 20 giugno, prima che scendesse l'oscurità, formazioni della RAF bombardarono un trasporto nemico sulla strada di Beirut, mentre il raggruppamento Collet, dopo aver attraversato il fiume Aouadj, si stava avvicinando a Damasco da sudest. La mattina del 21 giugno parve che le forze di Vichy fossero disposte a rinunziare alla lotta.

Il generale Wilson era assai riluttante a intraprendere un'azione che potesse provocare combattimenti per le vie di Damasco e conseguenti danni a un'antica, venerata città. Perciò trasmise un appello radio al generale Dentz, chiedendogli di dichiararla città aperta. Dentz temporeggiò, tuttavia la guarnigione di Vichy che la difendeva venne fatta evacuare prima che fosse troppo tardi.

La caduta di Damasco, dopo neppure due settimane di combattimenti, fu un avvenimento importante dal punto di vista morale e politico e segnò la conclusione di una fase ben definita nella campagna per l'occupazione della Siria e del Libano.

Il giorno successivo un avvenimento non meno importante trasformò la situazione in questo e in tutti gli altri teatri di guerra: la mattina del 22 giugno le armate tedesche incominciarono l'avanzata nell'Unione Sovietica e la minaccia di un effettivo intervento germanico in Asia Minore diventò assai remota.

A est stava per avere inizio la seconda fase del piano d'invasione. Il maggior generale Clark comandava la Habforce, costituita dalla 4ª brigata di cavalleria e da altre unità che includevano il reggimento Essex, i reggimenti Royal Wiltshire e Warivickshire Yeontanry e 350 uomini della legione araba provenienti dalla Transgiordania tutti reparti che avevano svolto una parte di primo piano durante i combattimenti del mese precedente contro i ribelli iracheni. Il 17 giugno Clark ebbe l'ordine di occupare Palmyra e di tagliare quindi la strada che portava da Damasco a Homs.

La Habforce si radunò presso la stazione di pompaggio H3, circa 225 a sudest di Palmyra, mentre un reggimento arrivava alla stazione di pompaggio T1 dell'oleodotto di Tripoli, con una manovra diversiva per far credere al nemico che l'avanzata avrebbe seguito a monte il corso dell'Eufrate.

I generali Wavell e Auchinleck si erano accordati sul piano della terza fase, in base al quale altre due brigate distaccate dalla 10ª divisione indiana che adesso era dislocata nell'Iraq settentrionale sotto il comando del generale Slim dovevano conquistare Deir el Zor e da lì muovere verso Aleppo, mentre un secondo gruppo avrebbe espugnato i forti tenuti dall'esercito di Vichy lungo il confine tra Siria e Turchia.

Il 21 giugno la Habforce cominciò ad avanzare avendo come obiettivo della giornata la conquista di Palmyra. Il grosso della 4ª brigata di cavalleria del generale Kingstone, che comprendeva i reggimenti Wiltshire e Warwickshire (ciascuno con uno squadrone in meno) lasciò la stazione di pompaggio H3 e la sua colonna motorizzata varcò la frontiera siriana all'alba. A poco meno di una quarantina di chilometri da Palmyra gli invasori furono fatti segno di un attacco di bombardieri e di caccia francesi. Il generale Clark segnalò immediatamente la situazione a Gerusalemme, chiedendo l'invio sollecito di una copertura aerea contro le persistenti incursioni nemiche. Per effetto dei violenti attacchi compiuti il 23 e il 24 giugno dalle forze aeree di Vichy, e dei danni subiti dagli automezzi, si trovò a corto di viveri.

A peggiorare la situazione della Habforce, presso la stazione T3 si trovava Fawzi al Qawukji con il suo contingente di guerriglieri rinforzato dalle autoblindo di Vichy, per tendere un'imboscata alla colonna dei rifornimenti. Qawukji, fedele alla sua vecchia tattica palestinese di colpire gli inglesi in tutti i momenti e in tutti i punti in cui erano vulnerabili, compiva azioni di disturbo che facevano sentire il loro peso.

Il generale Kingstone, che aveva subito un collasso per la tremenda tensione sopportata sotto gli attacchi aerei durante la avanzata su Palmyra, era stato sostituito nel comando dal maggiore Gooch delle Lifeguards (guardia reale del corpo); il 25 giugno la colonna attaccante continuò ad avanzare sotto gli attacchi aerei quando nove Tomahawk appartenenti al 30 gruppo della RAAF comparvero sulla scena e abbatterono sei bombardieri francesi. Intanto la legione araba di Glubb Pascià, occupò Sab'Biyar, 96 km a sudovest di Palmyra, senza incontrare resistenza il che consentì alla Habforce di trasferire la propria base molto più a ovest e a sud, dalla stazione H3 nell'Iraq alla H4 in Transgiordania.

In tal modo poteva disporre di una via di rifornimenti molto più comoda e molto più sicura. Il lº luglio la legione araba riportò una memorabile vittoria a est di ElSukhne, che si trova in una forra fra le colline, lungo la strada di Deir elZor. Cinque guerrieri di Glubb, avendo avvistato un distaccamento delle forze di Vichy che avanzava dal deserto, lo scontro fu combattuto con molto entusiasmo e con scarso rispetto dei canoni dell'arte bellica e si concluse con la rotta del nemico, che lasciò nelle mani della legione una settantina di prigionieri, sei autoblindo, due autocarri e dodici mitragliatrici. Gli uomini di Glubb ebbero a lamentare soltanto un morto e un ferito.

Fra le rovine dell'antica città romana di Palmyra si continuò' a combattere quasi corpo a corpo. Le massicce colonne offrivano un riparo ideale ai franchi tiratori, ma i difensori dell'accantonamento di Vichy non desistettero dall'accanita resistenza neppure dopo che l'avversario ebbe conquistato il " castello ". L'alba del 3 luglio segnò la fine della lotta: il presidio, che il pomeriggio dello stesso giorno depose le armi, era formato da sei ufficiali francesi, 87 uomini della Legione straniera, 48 avieri addetti ai servizi a terra del campo d'aviazione e 24 soldati della compagnia leggera del deserto.

Avevano combattuto con un accanimento e con una risolutezza estremi, come i 22 uomini della Legione straniera che si arresero il giorno seguente e che avevano difeso la stazione T3, 32 km più a est. Quando il presidio di Vichy si arrese, la cavalleria australiana, uscita da Damasco in perlustrazione, si trovava a soli 25,5 km da Palmyra.

Il 6 luglio la cavalleria Household uscì da Palmyra e si unì alle autoblindo britanniche uscite da Damasco, le quali operavano insieme con i reparti della Francia Libera. Il giorno successivo occuparono Furglòs, sulla strada di Homs, e l'8 luglio la strada Damasco Palmyra fu aperta ai rifornimenti. Tutto era pronto per l'avanzata che avrebbe tagliato la strada Damasco Homs.

Nel frattempo il generale Slim, nell'Iraq settentrionale, era alle prese con le difficoltà connesse al problema di muovere le sue truppe della l0ª divisione indiana, portandole da Mosul a Deir el Zor. La questione capitale, era il trasporto dei rifornimenti, poiché la capacità della rete ferroviaria era del tutto inadeguata a sopperire alle esigenze di una campagna militare in aggiunta a quelle del traffico normale. Vi era un'estrema scarsità di mezzi di trasporto: era disponibile soltanto una compagnia e mezzo con un massimo di 220 autocarri e per di più mancava il normale equipaggiamento, mancavano gli attrezzi e le parti di ricambio.

Il 1º luglio la 21ª brigata di fanteria indiana cominciò l'avanzata su Deir el Zor, che sarebbe stata minacciata a nordest dalla 20ª brigata, mentre la 17ª brigata indiana aveva il compito di rastrellare il tratto siriano della linea ferroviaria Iraq Turchia nella zona che per la sua forma era chiamata Bec du Canard (becco d'anitra). La 21ª brigata, al comando del generale Weld, procedeva in due colonne: quella più grossa, composta dal 2/IV e dal 2/X fucilieri Gurkha, seguiva il corso dell'Eufrate, mentre il 13º lancieri e i fucilieri della guardia di frontiera avanzavano a ovest, lungo l'oleodotto, per compiere quindi una conversione a nord attraverso il deserto.

La 21ª brigata indiana sferrò l'attacco principale contro Deir el Zor la mattina del 3 luglio. Mentre la colonna che aveva seguito il corso del fiume attaccava l'obiettivo frontalmente, il distaccamento motorizzato, che aveva preso la via del deserto, tagliò la strada di Aleppo, 8 km oltre Deir el Zor, cogliendo di sorpresa il presidio di Vichy. Per evitare il ripetersi dell'esperienza fatta dalla Habforce a Palmyra, il generale Wilson aveva disposto che quattro Hurricane e quattro Gladiator operassero dalla pista di atterraggio della stazione T1, a meno di 46 km da Abu Kemal, che era il punto di partenza per fornire la necessaria copertura aerea. Ciononostante la colonna del fiume fu avvistata e bombardata dagli apparecchi di Vichy.

La tattica audace di Slim e di Weld, che non esitarono a impiegare nel deserto un gruppo completamente motorizzato, fruttò un vantaggio che giustificò il rischio corso. Il contingente del deserto fece un'ampia conversione a ovest, quindi piombò da nord sulla retroguardia francese con un attacco di sorpresa, grazie al quale le truppe britanniche poterono fare un abbondante bottino: 5 aeroplani, 9 cannoni, 50 autocarri, numerose mitragliatrici e ingenti quantitativi di munizioni.

Continuando l'avanzata i reparti di Slim occuparono Raqqa e da lì una colonna fu mandata immediatamente avanti, affinché intercettasse le truppe di Vichy che si ritiravano dalla Siria nord occidentale. Fu una manovra veloce, che consentì di coprire rapidamente i 320 km da Deir el Zor e di respingere il nemico al di là dell'Eufrate presso Jerablus.

A Raqqa, però, il ridotto presidio di truppe indiane fu attaccato il 9 luglio da una banda di guerriglieri guidati da Fawzi al Qawukji. Il combattimento sì protrasse fino a sera inoltrata, ma alla fine il nemico fu respinto con gravi perdite. Altrettanto ardita e drammatica fu l'avanzata di una piccola unità mobile distaccata dalla 17ª brigata appartenente all'8ª divisione indiana, che era stata mandata a occupare i forti " Beau Geste " lungo la linea ferroviaria, nella zona di confine fra Siria e Turchia, due compagnie del reggimento guardie di frontiera che disponevano soltanto di pochi cannoni e autoblindo conquistarono il forte di Tel Kotchek, facendo prigionieri tre ufficiali e 130 uomini delle troupes spéciales e catturando una notevole quantità di materiali ruotati.

Quindi fu la volta di Tel Aolo, conquistato la sera del 5 luglio, seguito il 7 luglio da El Qameshliye e l'8 luglio da Hasseche. Ormai tutta la zona del " becco d'anitra " era caduta sotto il controllo britannico. Tuttavia a Ras el Ain l'avanzata subì un arresto perché la colonna dei rifornimenti con le scorte di munizioni, di carburante e di viveri non poteva procedere più oltre. Per raggiungere questi fronti di combattimento i veicoli dovevano superare centinaia di chilometri di deserto senza piste.

Più a ovest le unità alleate erano state notevolmente rafforzate e reparti australiani, inglesi, gollisti e indiani stavano avanzando a nord, lungo la fascia costiera, verso Aleppo, mentre navì da guerra inglesi le seguivano costantemente proteggendone il fianco e i Tomahawk e i Beaufighter compivano incursioni sui campi d'aviazione francesi.

Vichy aveva avuto l'intenzione di mantenere un quadrilatero fra Tripoli, Homs, Damasco, Merj'Ayun e Sidone, ma ormai questa linea difensiva era gravemente intaccata. La caduta di Damur, che gli australiani occuparono il 9 luglio, segnò virtualmente anche quella di Beirut e costituì una seria minaccia alla posizione della Francia di Vichy nel Libano. Homs era messa in pericolo dai reparti che avevano occupato Palmyra e la linea ferroviaria di Ba'albek a sud di Homs fu tagliata il 10 luglio. Le linee di comunicazione con il Gebel Druso erano già state interrotte. Il generale Dentz, il quale aveva fatto i primi sondaggi di pace subito dopo la caduta di Damasco, chiese le condizioni di resa.

Le ostilità cessarono ufficialmente l'11 luglio, eccetto per Fawzi al Qawukji, il quale continuò la sua campagna personale contro gl'inglesi. La convenzione di Acri venne firmata dai delegati delle due parti il 14 luglio, i vincitori imposero condizioni generose ai francesi di Vichy sconfitti, i quali ottennero l'onore delle armi, ebbero il permesso di conservare quelle personali e furono lasciati liberi di scegliere fra il rimpatrio e l'adesione alla causa della Francia Libera, cosa che ben pochi fecero. Tutto il materiale bellico, le installazioni e i servizi pubblici navi, aeroplani, porti, telefoni e via dicendo dovevano essere consegnati agli alleati in perfetta efficienza, mentre le scuole e gli istituti culturali avrebbero continuato a funzionare come prima e i funzionari civili avrebbero svolto normalmente le loro manzioni.