Campagna di Russia

Attacco: Gruppo Armate Nord

L'ordine "Barbarossa" emanato il 31 gennaio 1941 dall'OKH aveva assegnato al gruppo di armate nord il compito di distruggere le forze nemiche dislocate nel teatro di guerra del Baltico e, mediante l'occupazione dei porti baltici e successivamente di Leningrado e Kronstadt, privare la squadra navale russa delle sue Basi.

Il gruppo di armate nord era stato deliberatamente mantenuto più debole degli altri; il successivo invio di rinforzi, dirottando verso nord forze celeri, era reso necessario dal fatto che la distanza dai principali obiettivi, oltre 800 km, era accresciuta di più del 50% dall'estensione del fronte verso nord, fino al golfo di Finlandia. Ma questa ridistribuzione delle forze disponibili non avrebbe potuto che dipendere dal corso degli eventi in altri settori: il piano offensivo dell'OKH era concentrato su Mosca. Così, fin dall'inizio, il piano di Hitler fu in palese contrasto con quello dell'OKH a proposito dei tempi in cui attuare gli attacchi contro i due principali obiettivi, Mosca e Leningrado.

Per lo svolgimento delle operazioni, il gruppo di armate nord aveva a disposizione due armate di fanteria e un gruppo corazzato, con la seguente forza:

• 16ª armata: otto divisioni di fanteria; colonnello generale Busch

• 18ª armata: sette divisioni di fanteria; colonnello generale von Küchler

• 4º Panzergruppe: tre Panzerdivision, tre divisioni di fanteria motorizzata, due divisioni di fanteria; colonnello generale Hoeppner;

• riserva del gruppo d'armate: tre divisioni di fanteria, le quali avrebbero dovuto seguire e dare appoggio alla 16ª armata.

Gli effettivi totali ammontavano a venti divisioni di fanteria, tre Panzerdivision e tre divisioni di fanteria motorizzata.

Il comandante in capo del gruppo di armate nord, feldmaresciallo von Leeb, doveva fare i conti con uno schieramento nemico molto diverso da quello che fronteggiava i gruppi di armate di centro e sud. Davanti a Bock e Rundstedt le forze russe erano spiegate lungo un fronte ampio ma poco profondo, con un forte concentramento nel grande saliente di Bialystok che per il gruppo di armate di centro costituiva un vero e proprio invito ad un accerchiamento su vasta scala. A nord, invece, lo schieramento russo nei paesi baltici da poco occupati era molto più ristretto, ma anche più sviluppato in profondità. Lo schieramento delle riserve si estendeva fino al territorio del vecchio impero russo, e una grande riserva di carri armati sovietici si trovava addirittura ad est di Pskov.

In nessun punto sembrava dunque possibile applicare una strategia di accerchiamento, ma uno schieramento di questo genere da parte di un nemico non ancora preparato avrebbe dovuto consentire ai tedeschi di sorprenderlo in profondità e spezzarlo in vari tronconi, ma per questo tipo di manovra la condizione principale era la superiorità sul campo della velocità e della mobilità. A tal fine era indispensabile disporre di unità celeri, o altamente mobili, e saperle usare con grande abilità.

Leeb decise quindi di piazzare le sue unità corazzate relativamente deboli al centro del suo schieramento, al comando del generale Hoeppner e di mantenere il Panzergruppe sotto il proprio comando diretto. In tal modo avrebbe potuto sfruttare la sua velocità per spingersi il più possibile in profondità lungo la direttrice Daugavpils Pskov Leningrado. Il successo della manovra sarebbe dipeso dal fondamentale fattore sorpresa e dalla resistenza delle contromisure sovietiche. Ma dopo i primi rapidi successi il comandante in capo concepì 1'offensiva principale del gruppo di armate nord come un movimento a cuneo, con il Panzergruppe all'apice e la fanteria sui fianchi. Il vertice del cuneo doveva mantenere il suo slancio il più a lungo possibile, in modo da spingersi molto avanti in direzione di Leningrado. Tutta la potenza offensiva del Panzergruppe doveva essere concentrata all'apice. Tutte le misure di sicurezza, lungo i fianchi o altrove, dovevano essere lasciate alla fanteria. Essa doveva portare i suoi attacchi principali lungo i fianchi nelle zone più prossime al vertice, e in generale sfruttare la rapidità del Panzergruppe per guadagnare terreno il più rapidamente possibile.

La 16ª armata, schierata sull'ala meridionale, doveva attaccare sul suo fianco sinistro, avendo come obiettivo Daugavpils; la 18ª armata doveva occupare la regione baltica sferrando l'offensiva principale sul suo fianco destro e tentando di accerchiare le forze nemiche spingendosi verso est.

Quanto Leeb confidasse in un rapido successo appare evidente dal suo primo e fondamentale ordine al gruppo d'armate del 5 maggio 1941. In esso si parla di Leningrado come dell'obiettivo finale delle operazioni: il primo obiettivo intermedio del Panzergruppe era il fiume Dvina, distante circa 300 km, e il secondo l'area Ostrov Pskov, altri 250 km più avanti.

Il gruppo di armate nord avrebbe sferrato l'offensiva principale nella parte centrale del proprio fronte, nella regione settentrionale della Prussia orientale, puntando verso il fiume Dvina in prossimità e a sud di Daugavpils. II Panzergruppe avrebbe costituito la punta avanzata dell'offensiva, mentre, le armate di fanteria avrebbero dovuto liquidare i principali centri della resistenza russa sui fianchi, a Kaunas (obiettivo della 16ª armata) e a Riga (obiettivo della 18ª armata).

Le istruzioni impartite al 4º Panzergruppe dicevano testualmente: << Il 4º Panzergruppe creerà le condizioni preliminari per un ampio e rapido attacco contro Leningrado. Per raggiungere l'obiettivo finale é indispensabile avanzare, per quanto lo consentano il tempo e il luogo, sfruttando ogni occasione, non dando quindi al nemico il tempo di creare nuove posizioni difensive all'interno delle aree di operazioni >>.

Il colpo portato dal Panzergruppe doveva sfruttare appieno il vantaggio della sorpresa. Daugavpils, con i suoi due ponti che scavalcavano l'ostacolo costituito dal fiume, era il primo obiettivo del Panzergruppe, e la sua conquista fu affidata sulla destra, al LVI Panzerkorps.

Questa grande unità si trovava nelle condizioni ideali per muovere all'attacco dalla sua posizione a nord del fiume Memel: la distanza che doveva percorrere era quella minore, e le strade di cui avrebbe potuto servirsi le migliori. Il XLI Panzerkorps sulla sinistra, doveva assicurarsi libertà di movimento con un attacco verso nord, poi piegare a nord est verso la Dvina.

Insieme alle altre unità del gruppo di armate, il 4º Panzergruppe attraversò la frontiera della Prussia orientale alle ore 03.05 del 22 giugno 1941. Esso incontrò una resistenza attiva soltanto nei pressi di Taurage, tanto che alla fine di quella prima giornata le avanguardie del LVI Panzerkorps si erano già spinte avanti di circa 60 km nella direzione principale. In un primo momento, in nessun settore apparvero segni di serie contromisure russe, ma nel corso della prima giornata, dalle ore 4 in poi, le ricognizioni aeree tedesche rivelarono che forti colonne motorizzate erano in movimento verso nord, dal settore a nord ovest di Vilna verso il nodo stradale di Kedainiai.

Questo centro era l'obiettivo dell'8ª Panzerdivision, la più avanzata del LVI Panzerkorps. Secondo alcuni rapporti, la formazione sovietica era forte dai 200 ai 350 carri armati; non ci si poteva dunque limitare ad aggirarli: era indispensabile affrontarli. Se l'8ª Panzerdivision fosse stata costretta ad impegnarsi in combattimento, ciò avrebbe ritardato l'arrivo dei tedeschi a quel vitale nodo stradale, mettendo a repentaglio il tentativo di un'avanzata in profondità basato sulla sorpresa. Quella sera stessa, le unità corazzate che avanzavano da ovest raggiunsero un punto a 10 km da Kedainiai senza entrare in contatto con forze sovietiche, e più tardi risultò che queste avevano attraversato Kedainiai proseguendo poi verso nord ovest. Nel corso del pomeriggio le unità sovietiche più avanzate avevano impegnato la 6ª Panzerdivision (del XLI Panzerkorps) a Raseiniai, circa 60 km più a ovest.

Per le forze tedesche che avanzavano verso Daugavpils questo era stato un vero e proprio colpo di fortuna che si doveva sfruttare a fondo. La sera del 23 giugno il comandante del 4º Panzergruppe ordinò al LVI Panzerkorps di continuare 1'offensiva, affidando al XLI Panzerkorps il compito di distruggere il nemico evitato che risultò essere la 2ª divisione corazzata sovietica rinforzata. Tra il 24 e il 26 giugno essa fu circondata ed annientata dal XLI Panzerkorps a nord est di Raseiniai.

Il LVI Panzerkorps si affrettò a sfruttare questo successo. Nelle ultime ore di quello stesso pomeriggio (24 giugno) la sua 7ª Panzerdivision raggiunse la strada principale che congiungeva Kaunas a Daugavpils in prossimità di Ukmerge e prosegui lungo di essa senza sosta. Incalzando una formazione sovietica in ritirata, uno speciale gruppo di combattimento penetrò in Daugavpils nelle prime ore del mattino del 26 giugno e, vincendo l'ostinata resistenza russa, si impossessò del due ponti. Durante la mattinata la sua situazione cominciò a farsi critica, ma in suo aiuto si portarono prontamente i carri armati dell'8ª Panzerdivision. Alcuni contrattacchi sovietici furono respinti, e all'interno della città gli ultimi difensori furono eliminati quella stessa sera.

La barriera costituita dal fiume Dvina era dunque stata spezzata, anche se era logico attendersi che i russi lanciassero altri contrattacchi. Rendendosi conto della debolezza delle forze sovietiche sulla Dvina, il generale Hoeppner aveva nel frattempo lanciato al1'attacco il XLI Panzerkorps su di un ampio tratto del corso della Dvina, a valle di Daugavpils. Il 30 giugno il tedeschi stabilirono delle teste di ponte in prossimità di Livani e Jekabpils; entro la sera del 1º luglio, i tedeschi avevano già costituito un'ampia testa di ponte profonda fino a 30 km. Furono assicurati poi i rifornimenti ai due Panzerkorps, e nonostante le distanze sempre crescenti e gli energici contrattacchi sferrati dai russi a Daugavpils, il 2 luglio il Panzergruppe era pronto per procedere verso il secondo obiettivo dell'offensiva, la zona Ostrov Pskov.

La mattina del 2 luglio il Panzergruppe riprese l'avanzata verso nord ovest lungo un ampio fronte. Il 4 luglio, sull'ala settentrionale la 1ª Panzerdivision catturò Ostrov; la sua consorella meridionale, la 6ª Panzerdivision dopo duri combattimenti sfondò le robuste fortificazioni sovietiche che costituivano una parte della linea Stalin su ambedue i lati della strada Daugavpils Ostrov, circa 30 km a sud di Ostrov. Entro la sera di quello stesso giorno, ancora più a sud le tre divisioni celeri del LVI Panzerkorps avevano raggiunto in molti punti la vecchia frontiera russo lettone.

Lanciando forze celeri in una direzione imprevista, i tedeschi conseguirono un successo che sembrò superare quello già ottenuto sulla Dvina. Da parte sovietica la sorpresa fu tale che i carri armati ammassati e pronti ad entrare in azione a est di Pskov non si mossero che il 4 luglio, quando lanciarono un contrattacco a Ostrov. Nel frattempo la 1ª Panzerdivision aveva ricevuto rinforzi così cospicui che tutti gli attacchi russi del 5 e del 6 furono respinti. Non meno di 140 carri armati russi restarono sul campo a nord di Ostrov. Esauritisi gli sforzi sovietici, i tedeschi proseguirono la loro marcia verso Pskov.

L'offensiva tedesca spintasi fin nell'interno dell'originario territorio della Russia imperiale aveva incontrato solo un serio intoppo. Al di là della vecchia frontiera il LVI Panzerkorps si era imbattuto in un terreno così paludoso ed impenetrabile che l'idea di un'ulteriore avanzata verso Opocka aveva dovuto essere abbandonata, ed il grosso del reparto dovette essere dirottato a nord, in direzione di Ostrov.

Il 7 luglio, il principale problema che il comando del gruppo d'armate nord dovette affrontare fu quello di scegliere il modo migliore per sfruttare l'imprevista rapidità dell'avanzata del Panzergruppe verso la zona di Pskov. A partire dalla mattina del 4 luglio, il grosso della fanteria aveva cominciato ad attraversare la Dvina su un ampio fronte. Ma se avesse continuato ad avanzare a quel ritmo, il Panzergruppe si sarebbe trovato a dover contare soltanto sulle proprie forze: quanto più avanti si spingeva, tanto più scoperti restavano i suoi fianchi. D'altra parte le forze sovietiche stavano ritirandosi in uno stato di confusione da rendere ammissibile una certa audacia e il generale Hoeppner giunse alla conclusione che l'avanzata celere poteva essere continuata senza interruzione fino a Leningrado, nella speranza che la capacità combattiva del suo Panzergruppe sarebbe stata sufficiente per lanciare un attacco di sorpresa sui sobborghi della città.

Quel giorno, i due Panzerkorps stavano rapidamente avanzando lungo le due strade che conducevano a Leningrado (le uniche esistenti su di un'ampia estensione di territorio): sulla destra il LVI Panzerkorps avanzava da Ostrov verso Porchov, Novgorod e Ciudovo; sulla sinistra, il XLI Panzerkorps da Pskov, verso Luga e Kingisepp. Ma il terreno ostacolava la marcia dei carri armati, e la resistenza sovietica si faceva più tenace. Nella regione coperta da foreste e paludi che i tedeschi avevano raggiunto, piccole bande sovietiche erano in grado di bloccare intere divisioni, dato che queste non potevano spiegarsi in ordine di combattimento. Le forze corazzate tedesche non potevano quindi sfruttare la loro superiorità sia in potenza di fuoco sia in velocità, e il loro ritmo di avanzata si ridusse sino a risultare sostanzialmente uguale a quello della fanteria. A questo punto Reinhardt, il generale al comando del XLI Panzerkorps, propose di dirottare le forze tedesche verso nord lungo il basso corso del fiume Luga, in modo da raggiungere i terreni più praticabili del litorale meridionale del golfo di Finlandia. Ciò avrebbe offerto alle unità corazzate buone probabilità di raggiungere Leningrado senza incontrare ostacoli troppo gravi, mettendoli in condizione di sfruttare tutta la loro potenza di fuoco e di mobilità. A questa proposta di trasferire tutte le unità carri tedesche, in un altro settore, si potevano muovere per due obiezioni:

* sarebbe stato difficile raggiungere la zona in questione percorrendo più di 1.600 km di piste in terreni sabbiosi o paludosi attraverso foreste quasi impenetrabili.

* adottare questa soluzione avrebbe significato contravvenire all'ordine fondamentale impartito dall'OKH: avanzare verso Leningrado da sud est, via Novgorod.

Il generale Hoeppner decise comunque di dirottare il XLI Panzerkorps lungo il basso corso del Luga. Aspettare l'arrivo della fanteria avrebbe comportato una grave perdita di tempo, e cioé un grosso regalo all'Armata rossa proprio nel momento in cui essa si trovava in difficoltà. Un'avanzata rapida attraverso Novgorod non poteva neppure essere presa in considerazione, tenendo conto della dislocazione delle forze sovietiche e della natura del terreno. La necessità di proteggere il fianco scoperto sul Volchov avrebbe inoltre messo in pericolo l'efficienza delle unità corazzate tedesche.

La sera del 14 luglio il XLI Panzerkorps raggiunse il basso Luga e, piegando una debole resistenza, costituì due teste di ponte sul fiume in prossimità di Sabsk e Porec'e. Migliorata la strada di accesso e ricevuti i rifornimenti, il 20 luglio il comandante della grande unità si sentì pronto per l'attacco finale contro Leningrado, che distava da quel punto circa 100 km. Si deve però rilevare che il Panzerkorps era stato costretto a lasciare una divisione (la 269ª) sulla strada principale diretta a Leningrado, dove, circa 40 km a sud della città di Luga, si era imbattuto in un'accanita resistenza nemica. A sud, nel frattempo, l'avanzata del LVI Panzerkorps era stata bloccata di fronte a Sol'tzy, 150 km a ovest del lago Il'men'. Il generale Hoeppner, che nella sua qualità di comandante del Panzergruppe era interessato a quest'area solo da un punto di vista difensivo, aveva chiesto a Leeb di inviare della fanteria a occuparla.

Mentre la rapidità dell'avanzata del 4º Panzergruppe aveva superato tutte le previsioni, sull'ala destra quella della 16ª armata le operazioni non si erano svolte secondo i piani. Ciò era stato dovuto non tanto a una più accentuata resistenza sovietica, quanto piuttosto a diversi mutamenti organizzativi e al trasferimento di forze al gruppo di armate di centro ordinato dall'OKH. Poiché alcune grandi unità del gruppo di armate di centro erano state trasferite verso sud per dare man forte ad altre grandi unità impegnate nei combattimenti divampanti intorno alla sacca di Bialystok e Minsk, si era reso necessario rafforzare la sua offensiva verso est in quel settore in modo da sfruttare adeguatamente l'occasione favorevole. All'inizio di luglio la riserva del gruppo di armate del XXIII corpo d'armata (due divisioni di fanteria) era stata quindi incorporata nella 9ª armata del gruppo di armate di centro. Inoltre, dietro le insistenze dell'OKH il L corpo di armata del gruppo di armate di centro fu trasferito nella zona, alle spalle dell'ala meridionale della 16ª armata. A seguito di tutto ciò, gran parte del II corpo d'armata della 16ª armata si trovò coinvolto in una battaglia scoppiata nei dintorni di Nevel', in una zona cioé intermedia tra quelle dei gruppi di armate nord e centro, anche se originariamente la linea di demarcazione tra i due settori era stata fissata circa 20 km più a sud.

Questa manovra avvantaggiò il gruppo di armate di centro ma indebolì in misura corrispondente il gruppo di armate nord, dato che verso la metà di luglio il centro di gravità della 16ª armata si trovava decisamente spostato sulla sua ala meridionale. Solo due suoi corpi d'armata il XXVIII e il X furono lasciati a proseguire l'avanzata verso nord est. Ma il 14 luglio il X corpo d'armata, che avendo raggiunto il settore a est di Ostrov era il più vicino al Panzergruppe, dovette essere dirottato verso sud est per soccorrere il XXVIII corpo d'armata circondato dai russi nella zona di Novorzev. Questa diversione avrebbe dovuto durare solo qualche giorno ma quando le punte avanzate del Panzergruppe si trovarono sul basso Luga, il promesso rientro della fanteria della 16ª armata in appoggio alle unità corazzate non accadde, cosicché tra il Panzergruppe e la 16ª armata si aprì un varco di ampiezza considerevole.

Serie necessità contingenti avevano dunque sconvolto lo schema operativo predisposto dal gruppo di armate nord per la sua 16ª armata. Si deve però tener presente che l'obbiettivo era stato quello di cooperare all'offensiva centrale contro Mosca. Ora, era dubbio che un'offensiva condotta con celere progressione da parte del Panzergruppe fosse ancora fattibile; comunque era certo era che doveva sempre esserci fanteria disponibile per seguire le unità corazzate. In Estonia l'avanzata proseguiva in modo soddisfacente; se le forze operanti in quel settore avessero potuto cavarsela con effettivi ridotti con un solo corpo d'armata di fanteria, per essere precisi il I e il XXXVIII corpo d'armata (che si trovavano a sud del lago Peipus) avrebbero potuto essere trasferiti al Panzergruppe. Una vittoria decisiva sul fronte di Leningrado avrebbe anche deciso la sorte di tutte le forze sovietiche dislocate in Estonia, ancora più a occidente. Il I corpo d'armata (divisioni di fanteria 11ª e 21ª), che si trovava a sud di Pskov, fu quindi trasferito verso est, in direzione del lago Il'men' passando per Porchov, mentre il XXXVIII corpo d'armata (divisioni di fanteria 1ª e 58ª) fu trasferito, per Pskov, verso nord lungo la riva orientale del lago Peipus, in direzione di Narva. Entrambi furono posti al comando del Panzergruppe. Anche se verso la metà di luglio proseguire con ritmo celere 1'offensiva era quasi impossibile, non si poteva escludere che un audace colpo di mano potesse avere successo. Poiché le operazioni di rifornimento avrebbero richiesto un certo tempo, il consenso da parte del gruppo di armate nord non era una faccenda cosi urgente. Come data provvisoria fu fissato il 22 luglio.

Nella seconda metà di luglio, l'atteggiamento del gruppo d'armate nord circa un'offensiva celere contro Leningrado si fece sempre più esitante. Dopo le spiacevoli esperienze subite dal gruppo d'armate di centro, l'alto comando aveva lanciato un ammonimento a non impegnare eccessivamente le unità celeri. Esso poneva inoltre un particolare accento sui recenti mutamenti verificatisi nell'alto comando sovietico, maresciallo Voroscilov, ci si doveva attendere un rafforzamento della difesa russa, nonché il ricorso all'impiego di truppe fresche e a controffensive.

Il Panzergruppe risentiva inoltre della crescente cautela del gruppo di armate nord. Il movimento verso nord del LVI Panzerkorps, richiesto dal Panzergruppe e approvato dal comando del gruppo d'armate, venne condizionato dal verificarsi di sviluppi soddisfacenti sul fianco meridionale. Il I corpo d'armata, che stava in quel momento sopraggiungendo, doveva annientare le forze nemiche che ancora resistevano a est di Porchov, piegare verso nord per attraversare il fiume Shel su ambedue i lati di Sol'tzy e avanzare con i Panzer verso il lago Il'men'. Questa manovra riportò un successo soltanto parziale. Sol'tzy cadde il 22 luglio sotto l'attacco combinato delle due unità ma l'ulteriore avanzata fu bloccata circa 20 km a ovest del lago Il'men'. Dopo più di un mese di continui combattimenti e di marce forzate le truppe tedesche e specialmente quelle di fanteria erano esauste.

Il gruppo di armate nord non aveva ancora abbandonato, l'idea di un'avanzata rapida, ma in pratica i successivi rinvii prima al 26, poi al 28 significarono la medesima cosa. Infatti l'avanguardia della fanteria della 16ª armata era ormai attesa da un momento all'altro. Questo atteggiamento del gruppo di armate nord fu rafforzato dal fatto che l'alto comando stava ancora una volta esercitando pressioni per indurlo a rafforzare con forze corazzate l'ala destra (e cioé l'avanzata attraverso Novgorod), in modo da soddisfare le richieste di Hitler.

Il grosso del XLI Panzerkorps doveva essere disimpegnato dal basso corso del Luga e trasferito sull'ala destra. In tal modo, l'unità si sarebbe trovata a disporre di una sola Panzerdivision. Leeb era decisamente favorevole all'idea di lasciare il Panzerkorps sul basso Luga, convinto com'era della sua vitale importanza nella situazione esistente. La richiesta fu ritirata.

Leeb divenne sempre più incline a tenere d'occhio alcune unità del LVI Panzerkorps, in modo da sfruttare un eventuale successo sulla destra. Un'offensiva condotta con rapida progressione dal Panzergruppe senza alcun appoggio non sarebbe stata in grado di sconvolgere lo schieramento sovietico. Sarebbero stati necessari almeno altri due corpi d'armata di fanteria della 16ª armata per rafforzare l'ala destra. Ora che i combattimenti nelle zone di Nevel' e di Novorzev si erano conclusi, ciò sembrò temporaneamente fattibile. Già il 21 luglio unità avanzate di fanteria avevano cominciato a dirigersi verso nord, e il loro arrivo nel settore del lago Il'men' poteva essere previsto per l'inizio di agosto.

Per il comando del Panzergruppe questo temporaneo sviluppo fu deludente, significando la fine del piano che prevedeva la cattura di Leningrado con un attacco di sorpresa. Ma in realtà l'idea dell'avanzata celere era già morta il 14 luglio. Da quel giorno in poi il XLI Panzerkorps era stato bloccato nelle sue due teste di ponte che, dovendo servire soltanto a consentire un rapido sfondamento, non erano affatto adatte a una lunga difesa. Anche se in un primo tempo i sovietici erano stati colti completamente di sorpresa e non avevano avuto truppe in quella zona, ben presto la situazione mutò. La conseguenza fu che per difendere due teste di ponte ormai paralizzate i tedeschi dovettero subire perdite relativamente elevate e per nulla indispensabili. E tutto intorno a loro sulla riva settentrionale del fiume l'organizzazione difensiva sovietica si sviluppava sempre di più. I corazzati avevano voluto spingersi in avanti rapidamente, ed erano riusciti a farlo; ma ora dovevano aspettare pazientemente, per tre settimane e mezzo!

Il comando del gruppo di armate non aveva previsto un così lungo arresto. Un imprevisto varco apertosi nello schieramento della 16ª armata accrebbe il senso di inquietudine, inducendo ad adottare una soluzione più lenta ma più sicura, con la partecipazione della fanteria. Per il successivo attacco del gruppo di armate nord lo schieramento fu completato con un altro comando, quello del XXVIII corpo d'armata e con altre 4½ divisioni di fanteria della 16ª armata. La 16ª armata sistemò il proprio comando avanzato sulla destra per meglio controllare l'attacco attraverso Novgorod. Sotto il suo comando si trovavano il 1º corpo d'armata con 3½ divisioni di fanteria e il XXVIII corpo d'armata con 2 divisioni di fanteria e una divisione di fanteria motorizzata. Quest'ultima avrebbe dovuto in seguito servire da riserva mobile per l'intero gruppo di armate. Sulla sinistra della 16ª armata, il 4º Panzergruppe doveva attaccare in gruppi separati: il LVI Panzerkorps doveva avanzare, con due divisioni di fanteria e una divisione motorizzata, su ambedue i lati della strada Luga Leningrado. Il XLI Panzerkorps doveva partire dalle teste di ponte sul Luga circa 100 km a nord ovest. Obiettivo di ambedue i gruppi doveva essere Krasnogvardejsk.

La strada principale doveva essere a ogni costo sgombrata da ogni nucleo di resistenza sovietico, dato che si trattava dell'unica strada per Leningrado adatta al traffico dei trasporti dei rifornimenti e completamente utilizzabile. Purtroppo, più avanti essa attraversava una fitta foresta che si spingeva sino a sud di Krasnogvardejsk. Il generale Hoeppner sperava che dal nord il XLI Panzerkorps potesse intervenire in aiuto, e, basando la sua valutazione sulla configurazione del terreno nell'intero settore dell'attacco, si aspettava che questa grande unità potesse conseguire un completo successo. Comunque non era affatto certo che l'attacco avrebbe consentito di spingere la puntata offensiva molto in profondità, dato che ambedue i fianchi erano scoperti. E sui fianchi sarebbe stata necessaria una forte protezione, specialmente a nord, dove le forze sovietiche formate da estoni dislocate sulla costa del golfo di Finlandia, stavano ritirandosi verso Leningrado.

I tentativi del generale Hoeppner di mantenere in contatto le sue grandi unità motorizzate almeno sotto un aspetto aveva avuto successo. Durante le discussioni operative svoltesi il 2 agosto presso lo stato maggiore del comando del gruppo di armate nord, alla presenza del comandante in capo Brauchitsch, l'8ª Panzerdivision era stata posta agli ordini del generale Hoeppner e in quel momento era pronta a entrare in azione dietro il XLI Panzerkorps. Poiché i preparativi sull'ala destra non avrebbero potuto essere ultimati prima, la data dell'attacco venne fissata l'8 agosto.

Nelle prime ore dell'8 agosto, le divisioni tedesche uscirono dalle teste di ponte del Luga. Dell'appoggio aereo promesso non si vide traccia. I sovietici opposero un'energica resistenza, specialmente di fronte alla testa di ponte situata più a sinistra, dove le forze avanzanti dovettero immediatamente fronteggiare un intensissimo fuoco di artiglieria e contrattacchi inaspettatamente rapidi. Quando scese la sera i tedeschi poterono registrare soltanto lievi progressi sull'ala destra, mentre sul fronte della testa di ponte di sinistra tutti gli attacchi erano stati respinti e le due divisioni impegnate avevano subito gravi perdite. Dopo quanto era accaduto non sembrò neppure il caso di pensare ad altri attacchi. Nonostante ciò, dopo un animato colloquio tra membri dei comandi del Panzergruppe e del Panzerkorps, si decise di riprendere l'attacco il giorno seguente.

Sull'ala destra l'attacco incontrò il successo sperato, ma sulla sinistra la resistenza sovietica continuava a essere molto ostinata, anche se i contrattacchi avevano perso vigore. Nei due giorni seguenti le forze tedesche penetrarono nella foresta e la superarono, raggiungendo di nuovo il terreno aperto. Al centro e sulla sinistra i combattimenti continuarono accaniti fino al 12 agosto, quando finalmente gli attacchi tedeschi ebbero successo. Le tre divisioni motorizzate del XLI Panzerkorps piegarono verso est in direzione di Leningrado, mentre la 1ª divisione di fanteria, piegò verso nord ovest in direzione di Narva per portarsi in appoggio del suo XXXVIII corpo d'armata, in quel momento duramente impegnato.

Più tardi si venne a sapere che la durissima resistenza opposta dai sovietici di fronte alla testa di ponte di sinistra era stata dovuta dal fatto che i russi avevano previsto di lanciare quello stesso giorno, 8 agosto, alle ore 24 un deciso attacco volto ad eliminare la testa di ponte.

Per fortuna il generale Hoeppner aveva rifiutato di rinviare il suo attacco fino al 10, secondo quanto avrebbe richiesto un ordine impartito all'ala attaccante della 16ª armata. Dopo avver raggiunto l'aperta campagna l'8ª Panzerdivision era andata a rafforzare il XLI Panzerkorps; mentre le sue quattro divisioni motorizzate puntavano rapidamente su Leningrado, il LVI Panzerkorps, il gruppo di combattimento, non aveva ancora riportato alcun successo.

Dopo un'avanzata iniziale, le due divisioni di fanteria vennero bloccate da una nuova e ben fortificata linea difensiva sovietica a sud del Luga. La divisione motorizzata (3ª divisione di fanteria ) ne proteggeva il fianco destro, in quanto il XXVIII corpo d'armata non era ancora arrivato dal sud. La sera del'11 agosto, il giorno in cui aveva posto l'8ª Panzerdivision a disposizione del XLI Panzerkorps, il comandante del Panzergruppe decise di ritirare la 3ª divisione di fanteria motorizzata da questo fronte e di inviarla ad appoggiare il fianco sul quale la manovra si stava sviluppando con successo.

Da solo il LVI Panzerkorps non poteva che effettuare modesti progressi. Solo un energico colpo sferrato alle spalle del XXXI corpo d'armata russo che stava difendendo il settore di Luga con cinque divisioni, poteva conseguire i necessari risultati. Questo colpo sarebbe stato sferrato da nord, dalle unità del XLI Panzerkorps.

Il 15 agosto lo stato maggiore del LVI Panzerkorps doveva essere sostituito sul fronte dallo stato maggiore del L corpo d'armata, e trasferirsi in posizione adatta dietro l'ala in corrispondenza della quale sarebbe stata sferrata l'offensiva. Il generale Hoeppner sperava che se le cose fossero andate bene gli sarebbe stata assegnata anche la 3ª divisione. Questa si trovava ancora più a sud, ed era sul punto di essere destinata quale riserva del gruppo d'armate.

Quello stesso giorno, 15 agosto, Leeb visitò il Panzergruppe e disse al comandante di aver approvato la sua decisione di rafforzare la 3ª divisione di fanteria motorizzata, sbalorditivo fu dunque l'ordine del comando del gruppo d'armate che raggiunse il Panzergruppe: lo stato maggiore del LVI Panzerkorps, con la 3ª divisione di fanteria motorizzata, doveva immediatamente raggiungere la 16ª armata. L'altra divisione motorizzata del corpo d'armata era già stata inviata alla 16ª armata dal gruppo d'armate.

Per la seconda volta, il gruppo d'armate ha impedito al Panzergruppe di raggiungere il suo obiettivo. La prima volta era accaduto il 18 luglio, quando esso aveva dovuto sospendere le operazioni subito dopo la conquista di due teste di ponte sul Luga. Questa volta, dopo che ha sfondato le linee nemiche, gli venne impedito di sfruttare il successo riportato.

Quella stessa mattina Leeb non aveva fatto il benché minimo accenno a un intendimento di questo genere. Ma al suo ritorno al comando del gruppo d'armate aveva trovato ad attenderlo notizie cosi cattive a proposito del X corpo d'armata, impegnato in quel momento nel settore di Staraja Russa a sud del lago Il'men' ed era stato costretto a decidere l'invio a quella grande unità indispensabili rinforzi.

Grazie ai provvedimenti presi, la posizione di Staraja Russa fu poco dopo riconquistata. Ma delle due divisioni si sentiva la mancanza di fronte a Leningrado. Il comando sovietico ebbe cosi una tregua di circa tre settimane. Il gruppo di armate nord fu costretto a organizzare un nuovo attacco, risentendo tutte le conseguenze di quella perdita di tempo.

L'attacco del 10 agosto, trovandosi di fronte un'efficace difesa sovietica in profondità, in un primo tempo diede scarsi risultati. Ma il 16 agosto Novgorod capitolò, e al di là del fiume Volchov venne gettata una testa di ponte. Poiché il grosso delle forze sovietiche era fuggito verso est attraverso il fiume, le truppe tedesche cominciarono ad avanzare più rapidamente lungo la strada diretta verso nord. Il 20 agosto cadde Ciudovo; ma nel frattempo la necessaria copertura del fianco verso oriente, lungo il Volchov, aveva assorbito tutti gli effettivi del I corpo d'armata. Solo il XXVIII corpo d'armata stava facendo buoni progressi, con la sua ala destra schierata lungo la strada Ciudovo Leningrado. 11 28 agosto esso raggiunse Ljuban' distante soltanto 80 km dalla meta.

A questo punto le unità di punta del XXXIX Panzerkorps raggiunsero il fronte, dopo essere state distaccate dal Panzergruppe per raggiungere, in conformità agli ordini di Hitler, l'ala destra del gruppo di armate nord. Poiché a sud est di Leningrado il terreno si presentava molto difficile, la 18ª divisione di fanteria motorizzata dovette ben presto essere spostata verso est, al fine di coprire il fianco sul fiume Volchov. Ma la 12ª Panzerdivision, che era stata schierata come formazione di punta non ebbe difficoltà a raggiungere il 28 agosto, i sobborghi di Leningrado in prossimità di Isora, meno di 20 km a sud est del centro della città.

Qui fu costretta ad arrestarsi, in quanto i suoi effettivi non erano sufficienti a consentirle di avanzare ulteriormente. La 20ª divisione di fanteria motorizzata, che la seguiva, piego a nord verso il fiume Neva, per coprire il fianco che si estendeva a nord del lago Ladoga. II Panzerkorps si trovò esposto alla crescente pressione esercitata dai sovietici da est attraverso il Volchov.

L'avanzata del XLI Panzerkorps da sud ovest, che dopo il primo sfondamento non aveva incontrato alcuna seria opposizione, il 20/21 agosto aveva raggiunto la linea Krasnogvardejsk Krasnoe Selo su di un fronte di 5/15 chilometri; qui si dovette arrestare per la mancanza di adeguati rinforzi. In questa fase, tutte le unità che era possibile mettere in condizioni di combattere sulla linea del fronte e sui fianchi del XLI Panzerkorps (circa 100 km), per ordine del 4º Panzergruppe, vennero raccolte e lanciate in un attacco contro le retrovie delle forze sovietiche intorno a Luga.

Sarebbe stato possibile occupare le stesse città di Krasnogvardejsk e di Krasnoe Selo; tuttavia in quel momento era più opportuno sgombrare la grande strada proveniente da Luga in modo da facilitare l'avanzata del L corpo d'armata.

Il 21 agosto le unità raggruppate e poste sotto il comando dell'8ª Panzerdivision lasciarono il settore a sud di Krasnogvardejsk puntando verso meridione. La resistenza russa, leggera in una prima fase ma successivamente crescente, non impedì alla formazione di congiungersi con il L corpo d'armata il 31 agosto a circa 2 km a nord di Luga. E' dubbio che l'attacco in prossimità di Luga avrebbe potuto realizzare un qualsiasi progresso se il XLI corpo d'armata sovietico non fosse stato privato di tutti i rinforzi dall'interruzione della strada proveniente da Luga. Esso fu costretto a ritirarsi attraverso le grandi paludi che si trovavano a est della strada, e venne, poi annientato nel corso della prima quindicina di settembre nella sacca di Luga.

Grazie a questo successo poteva iniziare l'assedio di Leningrado. Leeb prevedeva di attaccare da sud est con il XXXIX Panzerkorps e il XXVIII corpo d'armata, da sud e da sud ovest con il 4º Panzergruppe; sull'ala settentrionale, con un corpo d'armata di fanteria, il XXXVIII, composto di tre divisioni facenti parte della 18ª armata. Ancora più a nord, il XVI corpo d'armata della 18ª armata doveva liquidare i resti delle forze sovietico estoni. Per quanto riguardava l'Estonia, tutte le forze sovietiche lì dislocate erano state completamente eliminate entro la fine del mese di agosto.

L'attacco ebbe inizio il 9 settembre; entro l'11 il XLI Panzerkorps aveva conquistato con un violento attacco l'altipiano di Duderhof, dal quale si dominava la citta'. Il 15, l'ala destra del XXXVIII corpo d'armata si impadronì di Uritzk e raggiunse, a ovest della città, il litorale del golfo di Finlandia. Due giorni dopo l'accerchiamento di Leningrado sul lato sud occidentale fu completato con l'occupazione di Tzarskoe Selo. Sul fronte sudorientale non si registrarono avanzate significative, dato che il XXXIX Panzerkorps non poté prendere parte alle operazioni. Esso aveva dovuto essere dirottato verso est per fronteggiare una forza nemica che attaccava su di un fronte sempre più ampio. In realtà, la situazione di questo reparto, impegnato su di un terreno difficile e intricato, divenne cosi disperata che Leeb decise di inviare in suo aiuto l'8ª Panzerdivision.

Mentre intorno a Leningrado le linee del fronte si andavano consolidando, l'angolo del Volchov rimase per qualche tempo una fonte di preoccupazioni per Leeb. Negli altri settori il gruppo di armate nord fu praticamente costretto a sospendere la propria attività, in quanto tutte le forze corazzate (eccettuato il XXXIX Panzerkorps) dovettero essere ritirate il 17 settembre per sostenere l'offensiva di Mosca. Quel giorno il 4º Panzergruppe diramò alla 18ª armata l'ordine d'inizio delle operazioni nel settore di Leningrado.

La campagna di Leningrado é particolarmente significativa sotto il seguente aspetto: un Panzergruppe, inquadrato in un gruppo di armate, ebbe la possibilità di sferrare il colpo principale in direzione dell'obiettivo, e svolse la missione affidatagli fino al raggiungimento della meta, nonostante gli attriti inevitabilmente connessi a qualsiasi tipo di guerra. Emergono tutte le possibilità e le limitazioni, la potenza e le debolezze dei carri armati. Per l'ennesima volta furono i carri armati a conseguire i primi successi che permisero di mantenere un alto grado di mobilità e finirono poi con l'assicurare la vittoria finale.

L'offensiva iniziale, con la quale le punte avanzate del Panzergruppe, coprirono oltre 70 km in tre settimane e raggiunsero il basso corso del Luga a soli 100 km da Leningrado, dimostra quale insostituibile funzione svolgessero i carri armati. Quelle riportate a Daugavpils, Ostrov e Pskov furono vittorie basate sul fattore sorpresa, legato all'impiego di mezzi veloci, mentre le battaglie di carri armati di Raseiniai e Ostrov furono vinte grazie all'intelligente concentrazione di una superiore potenza di fuoco contro un nemico schierato in profondità. Il successo ottenuto dai carri armati fu poi sfruttato lungo i fianchi del varco dalla fanteria, la quale con le sue marce forzate consentì all'avanzata tedesca di mantenere una elevata progressione.

L'offensiva celere avrebbe potuto essere continuata sugli ultimi 100 km che ancora mancavano per raggiungere Leningrado? Il generale Hoeppner riteneva che ciò fosse possibile anche tenendo conto della temporanea debolezza del fianco destro ma era anche convinto che il conseguimento di un successo completo dipendesse dall'impiego di tutte e sei le divisioni motorizzate. Ciò avrebbe significato abbandonare 1'offensiva verso il lago Il'men'. In attesa dell'arrivo di alcune unità della 16ª armata, l'atteggiamento del I corpo d'armata sulla destra avrebbe dovuto essere puramente difensivo. In quel particolare frangente non si dovevano temere contrattacchi sovietici su vasta scala in quanto con ogni probabilità i sovietici avrebbero continuato a ritirarsi al di là dei fiumi Lovat' e Volchov, su ambedue le sponde del lago Il'men'. In realtà, il contrattacco sovietico a Staraja Russa non si verificò che quattro settimane più tardi, quando ormai il comandante sovietico aveva avuto tutto il tempo per approfittare del varco lasciato aperto dall'assenza dell'ala settentrionale della 16ª armata.

Un attacco da sud ovest lanciato dal 4º Panzergruppe nei giorni intorno al 2 luglio avrebbe con ogni probabilità consentito di occupare di sorpresa Leningrado. E anche se non fossero riuscite a occupare la città, le forze tedesche avrebbero potuto stringerla l'assedio un mese e mezzo prima di quanto poi avvenne. Sui terreni favorevoli che si estendevano a sud della città i carri armati tedeschi erano ovunque superiori, e la cintura di fitte foreste e di paludi che copriva la zona meridionale e sudorientale del fronte li proteggeva da grossi attacchi di sorpresa.

Il motivo per cui l'offensiva finale non venne tentata in luglio fu rappresentato dal l'interferenza del comando supremo e cioé di Hitler nell'attività del gruppo di armate nord.

Il più chiaro esempio di questa interferenza é fornito dalla decisione di trasferire il principale punto di attacco della 16ª armata da nord a sud, al fine di appoggiare le operazioni del gruppo di armate di centro. I piani del gruppo di armate nord, basati su rapide puntate offensive, furono completamente sconvolti. Le molte altre interferenze da parte del comando supremo furono soprattutto dovute alla perenne mutevolezza dei desideri di Hitler.

Vi é però un altro elemento che serve a spiegare l'atteggiamento nei confronti all'OKH dimostrati dal comando del gruppo di armate nord nelle ultime fasi della campagna. Leeb era ben informato a proposito della localizzazione della prevista offensiva principale contro Mosca, accettò le richieste di Halder. Tra queste richieste vi fu quella della successiva avanzata verso est dalla zona a sud del lago Il'men' fino alle alture del Valdai, avanzata della quale l'affare di Staraja Russa fu un preliminare e alla quale fu destinato il LVI Panzerkorps, con il risultato che esso non poté partecipare alla battaglia di Leningrado. L'atteggiamento di smobilitazione assunto dal gruppo di armate nord di fronte a Leningrado deve pertanto essere considerato come il frutto di mutamenti intervenuti nella strategia generale. La città doveva soltanto essere assediata, e le forze tedesche disponibili erano senz'altro in grado di farlo.

L'operazione di Leningrado non godette mai del pieno interessamento dell'OKH. Essa si svolgeva parallelamente all'operazione per Mosca, ma rispetto a quest'ultima aveva importanza secondaria. Non fu mai consentito di compensare le perdite subite chiedendo appoggio al gruppo di armate di centro. In simili condizioni, il comando del gruppo di armate nord si sentì sempre costretto, al fine di salvare la campagna di Leningrado, a esaudire i desideri di Hitler. Era questa, la spiegazione a proposito dell'importanza assegnata all'ala destra, l'ala destra era superflua. Il comando sovietico non aveva mai avuto la minima intenzione di cedere Leningrado: perché, dunque, le forze tedesche si avventurarono in un'area che le loro stesse operazioni rendevano più difficile? Il piano relativo a questa area era stato elaborato sulla carta. Ma ciò che deve determinare le decisioni l'effettivo andamento dei combattimenti, o, la natura del terreno. Una delle, vittime di questi errori di valutazione fu il XXXIX Panzerkorps: sebbene assegnato all'offensiva di Leningrado, esso non vi prese affatto parte. Un altro elemento dimostra quali rischi comportasse l'attacco attraverso Novgorod sotto il profilo dei rifornimenti: nel momento di maggior bisogno, quando a questo reparto fu concesso l'appoggio dell'8ª Panzerdivision, la direttrice lungo la quale esso riceveva i rifornimenti dovette essere spostata in modo da coincidere con quella del 4º Panzergruppe, attraverso Luga. Uno sfondamento sovietico attraverso il fiume Volchov, a nord di Novgorod, avrebbe interrotto questa strada vitale. Ciò dimostra quanto pericoloso e inutile fosse impiegare un Panzergruppe, sulla direttrice di Novgorod.

La lezione che si deve trarre da quanto accadde a Leningrado che gli ordini devono partire dalla linea del fronte cui essi si riferiscono. Ciò vale in modo particolare per le operazioni svolte da formazioni corazzate, nelle quali la situazione e le occasioni favorevoli mutano con estrema rapidità: esse non possono dunque essere correttamente valutate nelle retrovie, come accadeva nelle battaglie di fanteria dei tempi andati, e una valutazione dei fatti dalla linea del fronte era una condizione pregiudiziale se si voleva che l'offensiva contro Leningrado avesse successo.