Battaglie & Operazioni

La Battaglia d'Inghilterra

Fin dai primissimi giorni del conflitto l'Inghilterra si attendeva un attacco massiccio delle forze aeree tedesche e in previsione di ciò erano stati fatti sfollare dalle grandi città donne e bambini si era adottato l'oscuramento si era proceduto alla distribuzione di maschere antigas e migliaia di letti erano stati tenuti sgombri negli ospedali. Ma durante l'autunno e l'inverno 1939 / 40 i temuti attacchi dall'aria non si erano verificati, a prescindere dalla posa di mine e da incursioni contro le basi navali scozzesi e i convogli in navigazione lungo la costa orientale.

La quiete non venne rotta neppure nella primavera del 1940 quando la guerra sul fronte occidentale raggiunse all'improvviso il punto di ebollizione. Benché allora questa strana calma fosse sembrata inesplicabile era dato in realtà da ragioni ben precise Durante il periodo di stasi tra la sconfitta della Polonia e l'attacco alla Francia, l'Inghilterra non aveva lanciato un'offensiva di bombardamenti strategici contro la Germania per il timore di scatenare la rappresaglia tedesca mentre l'aviazione alleata era in stato d'inferiorità, la Germania dal canto suo aveva rinunziato a un'azione analoga contro la Gran Bretagna sia perché riteneva che i propri apparecchi non potessero conseguire risultati decisivi decollando dalle basi tedesche sia perché la Luftwaffe era impiegata pressoché al completo nelle operazioni di appoggio alle forze terrestri un appoggio che si era rivelato efficacissimo nella campagna di Polonia e che adesso mentre i tedeschi attaccavano a ovest era altrettanto efficace nelle operazioni in corso in Norvegia nei Paesi Bassi e in Francia, finché erano in corso queste battaglie non intendeva disperdere le proprie forze con una debole attività contro l'Inghilterra. L'astensione durò fino al momento in cui l'esercito tedesco occupò Dunkerque; poi nella notte fra il 5 e il 6 giugno quando non erano trascorse neppure quarantott'ore, la Luftwaffe cominciò a dimostrare un maggiore interesse per il territorio britannico. Una trentina di bombardieri tedeschi sorvolò la costa orientale per attaccare aeroporti e altri obiettivi e l'azione si ripeté la notte successiva. Sopravvenne un nuovo periodo di stasi quando le armate tedesche in Francia sferrarono l'attacco verso sud e la Luftwaffe ebbe di nuovo il compito di appoggiare le truppe. L'intervallo di calma durò fino al giorno in cui la Francia chiese l'armistizio; poche ore dopo l'aviazione tedesca riprese le incursioni notturne contro l'Inghilterra. Dal giugno fino all'agosto, quando ebbe inizio l'offensiva aerea diurna i tedeschi mandarono ripetutamente le loro formazioni di bombardieri forti di settanta apparecchi durante la notte contro obiettivi disseminati su un largo raggio nel territorio inglese. Lo scopo delle incursioni era di esercitare gli equipaggi al volo notturno di addestrarli all'impiego degli impianti di radioassistenza e alle ricognizioni aeree nonché quello di mantenere gli inglesi in costante allarme con un esiguo dispendio di forze le perdite tedesche erano generalmente limitate a uno o due apparecchi per notte finché i campi di aviazione della Francia occupata e dei Paesi Bassi non fossero stati pronti consentendo di intensificare quest'attività.

La fase successiva, vale a dire l'invasione o l'occupazione della Gran Bretagna, non era stata fino a questo momento oggetto di una preparazione accurata. La rapidità e la pienezza della vittoria riportata in Francia dalle armate tedesche aveva superato anche le previsioni ottimistiche di Hitler e sebbene nell'autunno 1939 gli alti comandi delle sue forze armate avessero preso in esame nelle sue linee generali il problema dell'invasione dell'Inghilterra il progetto cominciò ad assumere contorni ben definiti soltanto dopo il 20 maggio 1940, quando le truppe tedesche erano ormai giunte alle coste della Manica. Fu allora che la marina incominciò a elaborare piani precisi mentre l'esercito dimostrò un interesse effettivo all'operazione solo dopo la disfatta completa della Francia. Il 2 luglio il Fúhrer impartì direttive agli alti comandi delle forze armate affinché si occupassero del piano d'invasione tenendo presente però la possibilità di un cambiamento di indirizzo. Il 19 luglio la Germania avanzò la proposta ufficiale di pace che l'Inghilterra respinse il 22. Se i tedeschi avevano intenzione di sfruttare entro l'anno la stagione propizia per attraversare il canale della Manica e attuare l'invasione, era necessario che i tre alti comandi formulassero e approvassero i piani con la massima sollecitudine. Il 31 luglio, senza curarsi dello scarso entusiasmo dell'esercito e della marina egli ordinò quindi che si tentasse di portare a termine i preparativi per invadere l'Inghilterra entro il 15 settembre. L'operazione era convenzionalmente designata col nome di " Seélówe " (" Leone Marino ") Il primo agosto emanò un'altra direttiva che si riferiva all'unica parte della rischiosa impresa sulla quale tutti e tre gli alti comandi concordavano per il momento: la fase preliminare si sarebbe dovuta concludere con l'annientamento della RAF " L'aviazione tedesca deve mettere fuori combattimento quella inglese impiegando tutti i mezzi di cui dispone e al più presto possibile " Con queste parole Hitler decretò definitivamente la battaglia d'Inghilterra.

Mentre i piani per l'operazione " Leone Marino " e per la battaglia aerea che ne avrebbe segnato il prologo cominciavano a prendere forma la Luftwaffe ovviamente continuava le azioni notturne di disturbo contro l'Inghilterra decollando dai campi di aviazione dei territori occupati e a cominciare dal 10 luglio intensificò gli attacchi diurni contro il traffico marittimo inglese nella Manica. Generalmente i bombardieri tedeschi venivano intercettati dalle stazioni radar inglesi ma siccome le incursioni erano dirette contro le zone periferiche del sistema difensivo britannico il comando caccia dovette affrontare un problema tutt'altro che facile. Date le circostanze era certo che la caccia inglese infliggeva ai tedeschi più perdite di quante ne subisse: la Luftwaffe perdette dal 10 luglio al 10 agosto 1940, 217 apparecchi contro i 96 perduti dalla caccia inglese. Ma quegli attacchi tedeschi pur arrecando danni limitati al naviglio inglese impegnavano duramente i caccia costringendoli a compiere circa seicento missioni apparecchio al giorno e in un vasto raggio. Ma se si doveva assicurare la protezione aerea a tutte le navi inglesi che gravitavano intorno alle isole britanniche aveva fatto rilevare il capo del comando caccia generale di squadra aerea sir Hugh Dowding, al ministro dell'aeronautica e all'Ammiragliato si sarebbero dovute impiegare tutte le forze della caccia esclusivamente in questo compito.

Tuttavia gli attacchi tedeschi diretti a ostacolare la navigazione erano soltanto un preludio all'imminente battaglia aerea che la Luftwaffe stava per impegnare. La condizione essenziale per il buon esito dell'operazione " Leone Marino" era la conquista della superiorità aerea da parte tedesca sul canale della Manica e sull'Inghilterra meridionale, i tedeschi potevano sperare di effettuare la traversata e lo sbarco e di mantenere il collegamento tra le due sponde senza subire perdite troppo forti solo a patto di mettere fuori combattimento la RAF poiché la sua distruzione oltre a eliminare il pericolo di incursioni inglesi avrebbe consentito alla Luftwaffe padrona incontrastata dell'aria di tenere impegnata la Royal Navy.

Alla vigilia del grande attacco lo schieramento delle forze aeree era il seguente: i tedeschi disponevano di tre squadre aeree, di cui le principali erano la 2ª Luftflotte al comando del generale Kesselring dislocata nella Germania settentrionale in Olanda in Belgio e nella Francia nordorientale e la 3ª Luftflotte al comando del generale Sperrle che si trovava nella Francia settentrionale e occidentale. Di giorno queste due squadre aeree tenevano sotto la loro minaccia tutta la metà meridionale dell'Inghilterra fino alle contee centrali mentre di notte il loro raggio d'azione era notevolmente più esteso. Oltre a queste vi era una terza squadra più piccola la 5ª Luftflotte agli ordini del generale Stumpff dislocata in Danimarca e in Norvegia che aveva il compito di disperdere la difesa inglese e di bombardare la Scozia e l'Inghilterra nordorientale. Il 10 agosto le tre squadre disponevano complessivamente di più di 3000 apparecchi, di cui circa tre quarti erano pronti a entrare in azione. Circa 1100 di questi 3000 erano caccia in gran parte Messerschmitt 109E che equivalevano in pratica agli Spitfire avversari ma nei loro compiti protettivi erano ostacolati dalla limitata autonomia, per la scorta ai bombardieri diretti verso obiettivi più distanti compresi quelli che dovevano essere raggiunti dalla Norvegia attraverso il Mare del Nord i tedeschi disponevano di circa 300 Messerschmitt 110, robusti caccia bimotori che però non reggevano il confronto con i monomotori Spitfire e Hurricane, molto più agili nelle manovre i rimanenti 1900 apparecchi tedeschi erano quasi tutti bombardieri, in gran parte Heinkel 111, Dornier 17, Junkers 88 e a circa 400 Junkers 87 Stuka. In campo inglese la situazione era molto migliore rispetto a quella dì soltanto poche settimane prima. Il 4 giugno, per effetto delle gravi perdite di Hurricane subite in Francia il comando caccia era stato in grado di racimolare soltanto 446 caccia monomotori di tipo recente, Spitfire e Hurricane, più altri 36 pronti presso i reparti di riserva. Ma l'11 agosto, alla vigilia della grande battaglia, il comando caccia disponeva di 704 aerei di questo tipo nei gruppi operativi, più 289 nei reparti di riserva. Nelle dieci critiche settimane che erano seguite a Dunkerque la potenza effettiva della caccia era stata praticamente raddoppiata grazie alla realizzazione dei programmi già predisposti dal ministero dell'aeronautica e allo sforzo immane compiuto dall'industria aeronautica sotto l'impulso di lord Beaverbrook, il nuovo ministro delle costruzioni aeronautiche.

Durante queste dieci settimane il sistema difensivo eretto dall'Inghilterra per proteggersi da un nemico che avrebbe operato dal territorio tedesco e probabilmente anche dai Paesi Bassi, era stato esteso in base a piani elaborati in precedenza e adesso in via di attuazione, in modo da opporre resistenza anche alle forze che avessero avuto le loro basi in Francia e in Norvegia. Alle divisioni del comando caccia già esistenti (numero 11 nel settore sudest, numero 12 nel settore est e contee centrali e numero 13 nel settore nordest fino al Firth of Forth) ne era stata aggiunta un'altra, la divisione numero 10 nel settore sudovest Le difese discontinue della parte nordovest del paese compresa l'Irlanda settentrionale erano state infittite come lo erano state quelle della Scozia Non si era trattato soltanto di aumentare il numero degli apparecchi e dei piloti. Era stato necessario estendere la catena costiera dei radar aggiungendovi speciali postazioni per la localizzazione degli aerei a bassa quota, ampliare i posti di osservazione a terra per segnalare gli aerei in volo sulle contee sudoccidentali e nel Galles occidentale, adattare molti campi d'aviazione per le operazioni dei caccia, installare cannoni, riflettori e sbarramenti di palloni frenati. Questi preparativi di difesa aerea avvenivano in concomitanza con altri: gli abitanti dell'Inghilterra meridionale arruolati fra i volontari della difesa territoriale e di sorveglianza dal crepuscolo all'alba contro l'aviosbarco di truppe paracadutiste tedesche, costruzione di postazioni di artiglieria casematte reticolati e ostacoli anticarro. Però nonostante l'ampliamento e il rafforzamento delle difese aeree dell'isola non era stato possibile eliminare parecchie gravi deficienze, data la nuova situazione creata dalle conquiste tedesche il capo della difesa territoriale del ministero dell'aeronautica considerava necessari 120 gruppi di caccia mentre Dowding ne aveva meno della metà e otto erano composti di Blenheim o di Defiant che non potevano competere con i Messerschmitt 109. Il comando dell'artiglieria contraerea disponeva di meno di 2000 pezzi, benché si fosse giudicato che il minimo richiesto si aggirava sui 4000. Il sistema di avvistamento lontano e di segnalazione della posizione degli aerei sul territorio metropolitano era incompleto nelle regioni occidentali e in alcune zone della Scozia e per di più scarseggiavano i piloti da caccia. Ma le manchevolezze del sistema di difesa aerea diurna erano poca cosa se paragonate alle preoccupanti deficienze della difesa notturna poiché i caccia del tipo ordinario erano utili soltanto nella fase del plenilunio e a patto che il cielo fosse limpidissimo e gli uomini dei posti di osservazione dovevano basarsi su rivelatori acustici di scarsa efficienza invece che sulla loro vista e di binocoli.

Tuttavia l'Inghilterra poteva contare anche su altri mezzi di difesa, oltre a quelli già menzioniate. Fra gli altri il comando della aviazione costiera in grado di svolgere attività di ricognizione e appoggiare operazioni offensive e il comando dell'aviazione da bombardamento. La maggior parte degli aerei in dotazione a quest'ultimo poteva essere impiegata con un largo margine di sicurezza soltanto in azioni notturne, ma di notte non era affatto certo che potessero individuare e colpire gli obiettivi più distanti. I bombardieri diurni un centinaio di B1enhem erano in grado di compiere azioni assai più precise, ma avevano bisogno della protezione dei caccia che poteva essere assicurata soltanto per azioni a breve raggio, dato che occorreva risparmiare gli Spitfire e gli Hurricane. I bombardieri inglesi avevano la possibilità di sostenere una parte d'importanza vitale contro obiettivi molto vicini come i campi d'aviazione, i porti e í mezzi navali subito al di là della Manica, mentre contro gli obiettivi più lontani la loro efficacia era allora piuttosto incerta. Complessivamente il rapporto delle forze aeree contrapposte senza tener conto dei ricognitori e delle unità ancora dislocate in Germania era di circa 1900 bombardieri appoggiati da 1100 caccia per i tedeschi, contro circa 700 caccia appoggiati, in misura limitata, da 350 bombardieri da parte inglese. I tedeschi, oltre alla superiorità numerica, avevano il vantaggio dell'iniziativa e potevano colpire qualsiasi punto compreso entro il loro raggio d'azione La difesa inglese invece, aveva soltanto la possibilità di reagire alle mosse dell'avversario. Ma il sistema difensivo aereo britannico, sebbene incompleto era tecnicamente il più progredito del mondo. L'allarme anticipato dato dalle stazioni radar (quelle ubicate nella zona sudorientale erano in grado di rilevare le formazioni nemiche ancora prima che lasciassero la costa francese) la segnalazione della rotta seguita sul territorio inglese effettuata da posti di osservazione, la guida da terra dei caccia resa possibile dall'insieme di queste informazioni e le continue segnalazioni trasmesse dai caccia per comunicare la propria posizione eliminavano il dispendio di forze imposto dalle crociere d'interdizione e consentivano che i caccia fossero impiegati con economia e con una buona probabilità di intercettare l'avversario. Un altro fattore giocava a favore degli inglesi; l'offensiva tedesca contro l'Inghilterra era un'operazione in gran parte improvvisata e Góring, comandante in capo della Luftwaffe, era un uomo abile ma anche uno spaccone vanaglorioso e in fatto di competenza tecnica non raggiungeva la statura del suo antagonista inglese Il tenace Dowding che dirigeva il comando caccia dal 1936, data della sua costituzione, era l'uomo che aveva salvato con la propria ostinazione la caccia inglese opponendosi alle richieste che si erano levate da tutte le parti di sprecarla in Francia, e conosceva bene il proprio mestiere mentre Góring, tanto come politico quanto come aviatore, lo conosceva meno In teoria il maresciallo del Reich comandava e coordinava tutta l'offensiva ma in pratica la sua opera si riduceva a sporadici interventi Il suo collaboratore immediato, Kesselring a capo della maggiore formazione attaccante la 2ª Luftflotte era nuovo a questo tipo di operazione nonostante tutti i suoi successi in Polonia e in Francia, mentre il generale Keith Park, che comandava l'llª divisione, la maggiore fra quelle assegnate alla difesa aerea era stato il braccio destro di Dowding al comando caccia. A differenza dei loro pari grado avversari i due comandanti inglesi si stavano occupando da anni del problema che dovevano affrontare e la loro abilità intelligenza e dedizione controbilanciavano in parte insieme con quella dei loro piloti l'inferiorità numerica,

Clicca per visualizzare al mappa ingrandita ( Attenzione 235 Kb) Il 10 agosto le tre Luftflotten erano pronte per lanciare la grande offensiva l'operazione " Aquila " (" Adler ") che avrebbe dovuto scacciare la RAF dal cielo dell'Inghilterra meridionale. Secondo lo stato maggiore tedesco quattro giorni sarebbero bastati per demolire la difesa aerea inglese a sud della linea Londra Gloucester quattro settimane per eliminare la RAF al completo. Tenuto conto dei dieci giorni di preavviso richiesti dalla marina per la posa delle mine e gli altri apprestamenti finali prima del giorno X vero e proprio, la data dell'invasione poteva essere fissata per la metà settembre. Clicca per visualizzare al mappa ingrandita ( Attenzione 235 Kb)L'11 agosto era una giornata molto nuvolosa e l'attività tedesca si ridusse al bombardamento di Portland e di alcune navi lungo la costa orientale. Il giorno dopo gli inglesi ebbero la sensazione di assistere all'inizio del grande attacco: cinque o sei incursioni massicce e numerose altre di minor entità condotte da parecchie centinaia di apparecchi, fra cui Stuka scortati, colpirono i campi d'aviazione, le navi all'estuario del Tamigi e le stazioni radar della costa meridionale danneggiandone cinque su sei attaccate, ma mettendone fuori uso una sola, quella di Ventnor sull'isola di Wight, che poté essere sostituita soltanto il 23 agosto. Fu veramente un colpo duro. Quanto ai campi d'aviazione, i tedeschi danneggiarono Lympne, nel sud, e Manston e Hawkinge, due importanti basi della caccia nel Kent, ma tutti e tre furono ripristinati in ventiquattr'ore. I caccia dell'11ª divisione contrastarono tutte le incursioni più pesanti e fecero fallire completamente quella che aveva per obiettivo Manston Nei combattimenti i tedeschi persero 31 apparecchi gli inglesi 22. Il giorno 13 agosto fu quello vero e proprio dell'inizio dell'offensiva l'attacco ebbe un prologo la mattina perché un messaggio che differiva di qualche ora l'operazione non pervenne in tempo ad alcuni reparti tedeschi. Il pomeriggio l'azione principale si sviluppò da due direzioni: la 2ª Luftflotte attaccò sul Kent e sull'estuario del Tamigi mentre la 3ª Luftflotte, affrontata dagli inglesi della 10ª divisione, compiva pesanti incursioni sullo Hampshire, sul Dorsetshire e sul Wiltshire, provocando gravi danni a tre campi d'aviazione Eastchurch, Detling e Andover. In nessuno di essi però erano dislocate unità da caccia, mentre gli attacchi diretti contro le loro basi, come ad esempio Rochford, furono respinti. Alla fine della giornata i tedeschi che nelle azioni avevano impiegato complessivamente 1485 apparecchi e le avevano concluse con un riuscito attacco notturno contro una fabbrica di Spitfire a Castle Bromwich nei pressi di Birmingham avevano perduto 45 aerei, contro 13 caccia perduti dagli inglesi (ma sei piloti si salvarono). Come giornata non era stata troppo brillante per i tedeschi, ma essi si dichiararono molto soddisfatti dei risultati conseguiti. Secondo i loro calcoli oltre ai buoni risultati ottenuti con il bombardamento di una trentina di obiettivi fra campi d'aviazione e impianti industriali aeronautici tra l'8 e il 14 agosto essi avevano distrutto in combattimento più di trecento caccia ingessi. In realtà non ne avevano abbattuto neppure un centinaio. Il 14 agosto vide un'attività più ridotta con circa 500 sortite tedesche soprattutto contro linee ferroviarie vicino alla costa e centri operativi della RAF. Il 15 la Luftwaffe tentò il colpo in grande stile, quello con il quale si era sperato dì iniziare la battaglia alcuni giorni prima. Approfittando della giornata serena i tedeschi compirono almeno sette grandi incursioni diurne, impiegando tutte e tre le Luftflotten in una serie di attacchi coordinati e diretti contro zone situate a notevole distanza l'una dall'altra. Il primo scontro ebbe luogo nella tarda mattinata, verso le 11.30, quando una quarantina di Stuka della 2ª Luftflotte attaccarono i campi d'aviazione di Lympne e di Hawkinge nel Kent. Quindi, un'ora dopo circa 65 Heinkel 111 scortati da 35 Messerschmitt 110 della 5ª Luftflotte e decollati da Stavanger in Norvegia puntarono verso la costa del Northumberland avendo come obiettivo i campi d'aviazione del nordest. Queste formazioni si stavano allontanando quando, alle 13.15 ne arrivò un'altra appartenente anch'essa alla 5ª Luftflotte e composta di una cinquantina di Junkers 88 scortati, decollati da Aalborg in Danimarca, che si portarono sopra la costa dello Yorkshire per una missione analoga. Poco più di un'ora dopo, alle 14.30, e poi di nuovo alle 15.00, la 2ª Luftflotte compì una prima incursione a nord dell'estuario del Tamigi contro Martlesham. e una seconda contro i campi d'aviazione di Hawkinge e di Eastchurch e le fabbriche di aeroplani di Rochester. Quindi venne il turno della 3ª Luftflotte: alle ore 17.20 un'ottantina di bombardieri sotto forte scorta apparvero sopra la costa meridionale, nella zona di Portland, bombardarono il porto, e successivamente attaccarono alcuni campi d'aviazione presso Middle Wallop e Worthy Down. Infine, alle 18.30 60 o 70 apparecchi della 2ª Luftflotte penetrarono di nuovo nel Kent, colpendo i campi dì aviazione di West Malling e quello di Croydon, nonché le fabbriche di aeroplani di quest'ultima località. Per completare l'opera della giornata altri sessanta o settanta bombardieri sferrarono sporadici attacchi nelle ore notturne. Tutte queste azioni tedesche furono tenacemente contrastate. Sebbene i bombardamenti avessero conseguito risultati positivi sui campi dì Middle Wallop, di Martlesham e di Driffield (Yorkshire), nonché su quello dì Croydon, in nessun caso la caccia inglese diede tregua agli attaccanti e molte volte gli obiettivi principali rimasero indenni. Di particolare importanza fu il combattimento aereo che si svolse nel nordest, dove la 13ª divisione, impegnata per la prima volta nella battaglia, intercettò le formazioni provenienti dalla Norvegia al largo delle coste britanniche e con il concorso delle postazioni contraeree sul Tyne e sul Tees abbatté 8 Heinkel 111 e 7 Messerschmitt 110, senza subire alcuna perdita. Un po' più a sud la 12ª divisione e l'artiglieria contraerea affrontarono le formazioni decollate dal territorio danese, abbattendo otto aerei tedeschi e uscendo dallo scontro senza subire danni. Quindi la speranza dei tedeschi, che Dowding, preoccupato di proteggere le zone sudorientali d'importanza vitale per il paese e pericolosamente esposte alla minaccia, avesse lasciato il nord pressoché sguarnito fu delusa. Anzi, scoprirono a proprie spese che le formazioni provenienti dal Mare del Nord venivano affrontate ancor prima che arrivassero sopra le coste inglesi e che i Messerschmitt 110 impiegati come scorta a lungo raggio non servivano contro gli Spitfire e gli Hurricane.

I combattimenti del 15 agosto furono i più importanti di tutta la battaglia d'Inghilterra i tedeschi compirono il massimo sforzo impiegando 520 bombardieri e 1270 caccia e attaccando una zona molto ampia, dal Northumberland al Dorsetshire Le loro perdite furono assai forti 75 apparecchi contro 34 caccia inglesi ma non bastarono tuttavia a impedire un'azione tedesca quasi altrettanto massiccia il giorno seguente quando la Luftwaffe attaccò in varie riprese numerosi campi d'aviazione e arrecò danni particolarmente gravi a quello di Tangmere impiegando circa 1700 aerei e perdendone 45, la RAF perse 21 caccia.

I quattro giorni di incursioni massicce che avrebbero dovuto eliminare l'aviazione avversaria dal cielo dell'Inghilterra meridionale erano passati e i tedeschi fecero una pausa, secondo il loro servizio informazioni la caccia inglese era se non debellata ridotta ai suoi ultimi 300 aerei. Il calcolo era assai lontano dalla realtà poiché Dowding disponeva ancora di un numero quasi doppio di Hurricane e di Spitfire in linea di combattimento oltre a circa 120 fra Blenheim Defiant e Gladiator. Tuttavia la valutazione incoraggiò i tedeschi, inducendoli a ritenere che ancora un giorno o due di incursioni in grande stile avrebbero segnato la fine della resistenza inglese. Perciò il 18 agosto la Luftwaffe scatenò nuovi pesantissimi attacchi contro i campi d'aviazione del Kent del Surrey e del Sussex perdendo ben 71 apparecchi mentre l'aviazione inglese ne perdette soltanto 27. Era chiaro che la caccia era lontana dall'essere sopraffatta. Per questo motivo dopo alcuni giorni di attività forzatamente ridotta per colpa del maltempo i tedeschi decisero di mutare radicalmente i loro piani.

Fino a quel momento gli obiettivi principali degli attacchi della Luftwaffe erano stati i campi d'aviazione in prossimità della costa. A partire dal 12 agosto i tedeschi avevano rinunziato, e fu una fortuna per la caccia inglese, alle incursioni massicce contro le postazioni radar per le difficoltà incontrate nel distruggerle mentre avevano persistito negli attacchi ai campi d'aviazione e agli altri obiettivi costieri o comunque non troppo addentro nell'entroterra in parte per togliere agli inglesi la possibilità di servirsene durante il preventivato periodo d'invasione in parte e soprattutto per costringere la caccia a difenderli, impegnandosi in combattimento. La teoria dei tedeschi era che agendo così avrebbero potuto infliggere forti perdite alla RAF senza subirne di altrettanto gravi perché le incursioni contro obiettivi costieri o comunque non troppo distanti dalla costa non li esponevano per lungo tempo alla reazione della difesa, mentre al tempo stesso i Messerschmitt 110 non avevano grossi fastidi per quanto concerneva la durata di volo e, di conseguenza, sarebbero stati in grado di proteggere con la massima efficacia i bombardieri. Questo era il concetto strategico tedesco all'inizio della battaglia Dato che non erano riusciti ad eliminare la caccia avversaria, cambiarono obiettivo, iniziando una serie di incursioni all'interno del paese La prima fase della battaglia, quindi era conclusa fino a questo momento la caccia inglese aveva resistito brillantemente alla prova: dall'8 al 18 agosto i tedeschi avevano perduto 363 apparecchi. Quelli inglesi abbattuti erano stati 181 quelli distrutti al suolo 30. Al tempo stesso un altro aspetto della lotta impensieriva profondamente Dowding e il ministero dell'aeronautica. Durante la stessa decade la caccia aveva perduto 211 fra Spitfire e Hurricane ma l'industria aeronautica non era stata in grado di sostituirli tutti e ne aveva prodotto una quarantina di meno. Inoltre il comando caccia aveva perduto 154 dei suoi sperimentati piloti mentre nello stesso periodo ne erano usciti dalle scuole di addestramento soltanto 63 tutti meno abili di quelli che dovevano rimpiazzare. Sicché la RAF pur avendo inflitto al nemico quasi il doppio delle perdite subite in realtà era uscita indebolita dai combattimenti anche se non nella misura auspicata dal nemico.

Era per l'appunto questo l'obiettivo che i tedeschi miravano a raggiungere colpendo i bersagli all'interno del paese: accelerare l'eliminazione della caccia; perché al ritmo precedente non sarebbe stato possibile porla fuori causa per la data prevista del 15 settembre. Ritenevano che prendendo a obiettivo principale i campi d'aviazione, e in particolare quelli dell'1lª divisione, dov'era il comando del settore sudest, non solo avrebbero colpito al cuore la difesa aerea inglese ma avrebbero obbligato la caccia a impegnarsi con tutte le forze di cui ancora disponeva. Costringendo la RAF ad accettare battaglia la Luftwaffe sperava di sottoporla a ritmo accelerato a un logorio che l'avrebbe messa fuori combattimento in tempo utile per realizzare il piano d'invasione I tedeschi non ignoravano però che penetrando all'interno essi stessi avrebbero subito probabilmente perdite maggiori. Perciò, per cautelarsi e per distruggere il maggior numero possibile di Hurricane e di Spitfire, stabilirono di far scortare i propri bombardieri da formazioni più numerose di aerei da caccia. Le basi operative dell'llª divisione erano disposte concentricamente a difesa di Londra Verso sudovest, in una posizione avanzata presso Chichester, si trovava Tangmere. Più vicino alla capitale e a sud c'erano Kenley nel Surrey e Biggin Hill nel Kent ambedue nei Downs settentrionale Vicino a Londra a est vi era Hornchurch non lontano dalle fabbriche di Dagenham e verso nordest North Weald, in quella parte dell'Essex compresa nell'area della metropoli. Più lontano, nella stessa direzione si trovava Debden presso Saffron Walden Il cerchio si chiudeva a ovest' presso Northolt sulla strada di Uxbridge dove l'llª divisione aveva la sede del proprio comando, che a sua volta distava pochi minuti d'automobile dal comando caccia dislocato a Stanmore Ciascuna base operativa di settore controllava normalmente tre gruppi da caccia dislocati nella base stessa o su campi satelliti.

Il 18 agosto i tedeschi avevano già danneggiato gravemente due basi operative Henley e Biggin Hill. Il 24 agosto compirono una massiccia incursione su North Weald e Hornchurch Il 26 tentarono di bombardare nuovamente Biggin Hill, Kenley, North Weald e Hornchurch, furono respinti, ma riuscirono invece a piombare su Debden Il 30 agosto colpirono due volte Biggin Hill, provocando grandi distruzioni e uccidendo trentanove persone: il giorno seguente il più gravoso di tutti per la caccia inglese che registrò la perdita di 39 aerei i tedeschi arrecarono gravissimi danni a Debden a Biggin Hill e a Hornchurch. Il primo settembre Biggin Hill subì la sesta incursione in tre giorni cui seguì ventiquattr'ore dopo, la settima Il 3 settembre la Luftwaffe attaccò nuovamente North Weald che il 5 insieme con Biggin Hill fu ancora una volta l'obiettivo di un imponente attacco aereo che però venne respinto mentre le incursioni del 4 e del 6 settembre presero di mira anche le fabbriche Vickers e Hawker presso Weybridge. Gli stabilimenti Hawker dai quali usciva più della metà della produzione totale di Hurricane, erano un bersaglio d'importanza capitale Il fatto che li avessero scelti a obiettivo dimostrava che i tedeschi, sconcertati dalla inesauribile capacità di ripresa della caccia, tentavano di stroncarla colpendola alle stesse fonti produttive. Fra il 24 agosto e il 6 settembre i tedeschi compirono ben 33 grandi incursioni e oltre due terzi furono dirette contro le basi operative di settore e gli altri campi della caccia L'assalto impose al comando uno sforzo ancora maggiore dei precedenti diretti contro gli obiettivi della fascia costiera. I piloti inglesi incontravano maggiori difficoltà nei combattimenti per il fatto che la proporzione dei caccia tedeschi rispetto ai bombardieri era diventata altissima e parte della scorta era molto ravvicinata; in media il numero degli apparecchi tedeschi che presero parte quotidianamente alle operazioni contro l'Inghilterra durante quelle due settimane si aggirò intorno ai 1000 dei quali da 250 a 400 erano bombardieri e per due volte il 30 e il 31 agosto gli incursori tedeschi furono circa 1500.Nel corso dei combattimenti e delle susseguenti azioni notturne la difesa inglese distrusse 380 apparecchi tedeschi subendo la perdita di 286 caccia ma molti altri vennero seriamente danneggiati 103 piloti della RAF furono uccisi e altri 128 feriti su un contingente che non superava il migliaio Per di più, sei delle sette basi operative dell'1lª divisione subirono gravi danni: nessuno venne messo fuori uso ma Biggin Hill, ad esempio, poteva adesso controllare soltanto un gruppo anziché tre come di regola. La forza della caccia quindi, stava diminuendo ininterrottamente e a ritmo più veloce che nella fase iniziale Le perdite dei piloti e quelle degli apparecchi superavano di gran lunga le sostituzioni In un senso il comando della difesa aerea stava vincendo la battaglia, nell'altro specie se i tedeschi avessero potuto mantenere sufficientemente a lungo la pressione la stava perdendo. Tuttavia i tedeschi non avevano intenzione di prolungare troppo la battaglia Neppure la Luftwaffe si poteva concedere il lusso di affrontare illimitatamente perdite sensibilissime. Lo dimostrò la decisione, successiva al 18 agosto, di ritirare la maggior parte dei vulnerabili Stuka per impiegarli al momento dell'invasione vera e propria, di risparmiare quanto più possibile i Messerschmitt 110 e dì far intervenire nella lotta formazioni sempre più numerose e più serrate di aerei di scorta La battaglia aerea, come già detto, avrebbe dovuto essere breve secondo le previsioni dei tedeschi poiché costituiva solo un elemento del piano relativo all'invasione dell'Inghilterra Ma ormai era troppo tardi per iniziare l'operazione " Leone Marino ", Hitler se né rese conto alla fine di agosto quando accettò che la data del 15 settembre fissata in linea di massima come giorno X fosse procrastinata al 21. Per rispettare questo termine era necessario che la marina ricevesse l'ordine esecutivo l'11 settembre sicché la Luftwaffe di Góring doveva affrettarsi a infliggere il colpo di grazia alla caccia inglese in pochi giorni Gli attacchi contro le basi di settore e contro altri obiettivi all'interno del paese benché efficaci non parevano affatto determinanti Per questo motivo il 7 settembre i tedeschi scelsero un nuovo obiettivo più interno di quasi tutte le basi aeree di settore e a loro giudizio ancora più vitale: Londra.

La decisione di bombardare Londra era stata suggerita da tre ragioni che i tedeschi consideravano valide. Innanzitutto le operazioni avrebbero dato origine, con ogni probabilità, a battaglie aeree d'impegno ancor maggiori, provocando, vuoti più vasti nelle file della caccia e per questo Kesselring, a differenza di Sperrle, caldeggiava il mutamento dei piani. In secondo luogo un attacco contro la capitale, rafforzato da incursioni notturne sopra altre grandi città, avrebbe potuto paralizzare l'apparato governativo britannico nel periodo che precedeva immediatamente lo sbarco. In terzo luogo, infine, il bombardamento di Londra avrebbe costituito un atto di rappresaglia in quando, nella notte fra il 24 e il 25 agosto, durante una delle solite incursioni notturne che la Luftwaffe effettuava sull'Inghilterra, alcune bombe forse per un errore di puntamento, forse perché l'aereo era stato costretto a liberarsene in fretta per cause di forza maggiore erano cadute per la prima volta, sul centro di Londra Churchill e il Gabinetto di guerra avevano immediatamente ordinato la rappresaglia contro Berlino e la notte seguente i bombardieri della RAF avevano colpito la capitale tedesca, eventualità che Góring aveva assicurato a Hitler non si sarebbe mai verificata, Hitler, aveva scatenato la Luftwaffe contro il massimo obiettivo. La notte del 4 settembre i bombardieri tedeschi gettarono su Londra razzi illuminanti e quella successiva due formazioni aeree poco numerose lasciarono cadere bombe su Rotherhithe e su altre zone vicino agli impianti portuali. Nel tardo pomeriggio del 7 settembre circa 300 bombardieri scortati da 600 caccia sorvolarono le coste del Kent e del Sussex e penetrarono nell'estuario del Tamigi, in ondate successive. Alcuni bombardarono i depositi di prodotti petroliferi a Thameshaven, che stavano ancora bruciando a causa dell'attacco precedente, gli altri, invece di bombardare le basi operative sorvegliate dai caccia in allarme, proseguirono uniti fino alla periferia della capitale. Benché quasi tutti i gruppi inglesi alzatisi in volo avessero preso contatto con gli incursori la maggior parte degli aerei tedeschi riuscì a gettare giù il proprio carico di bombe ad alto esplosivo e incendiarie prima di essere disturbata. L'attacco colpì in pieno la zona portuale di Londra a est della City. Incendi giganteschi divamparono nella parte dei magazzini soprattutto a Silvertown e servirono ai tedeschi da guida per le ondate che seguirono la stessa notte durante la quale 250 bombardieri protrassero l'attacco contro la capitale dal crepuscolo all'alba e milioni di londinesi sperimentarono per la prima volta quella che immaginavano fosse la Blitzkrieg e che poco dopo avrebbero cominciato a chiamare soltanto blitz. La battaglia stava per toccare l'acme, Góring assunse personalmente la direzione delle operazioni e i bombardieri delle basi norvegesi e danesi furono assegnati alle forze di Kesselring per quello che nelle intenzioni tedesche doveva essere il colpo finale. Nel frattempo però i preparativi per l'invasione non erano passati inosservati: sin dal 31 agosto gli Spitfire e gli Hudson del comando dell'aviazione costiera tornavano dalle loro missioni con un'abbondante documentazione fotografica che rivelava un ammassamento sempre più numeroso di chiatte e di altri mezzi da sbarco nei porti e negli estuari al di là della Manica. Le 18 chiatte che si trovavano a Ostenda il 31 agosto per esempio il 6 settembre erano diventate 205. Con l'aumentare dei concentramenti i bombardieri della RAF incominciarono gli attacchi impiegando dapprima i Blenheim. Il 6 settembre i preparativi tedeschi erano così evidenti che le autorità inglesi ordinarono l'allarme d'invasione di secondo grado: " Probabile attacco entro tre giorni ". L'indomani quando la Luftwaffe bombardò Londra parve che l'ora fosse giunta e all'allarme impartito in precedenza seguì quello di primo grado: " Invasione imminente, probabilmente entro dodici ore ". Quella notte quando le bombe tedesche cominciarono a cadere su Londra il nome convenzionale " Cromwell " fu trasmesso ai comandi del settore meridionale e orientale delle forze metropolitane britanniche che si prepararono a un intervento immediato. Nel frattempo reparti della marina erano in attesa dell'allarme immediato e gli Hampden i bombardieri " pesanti " del tempo si unirono ai Blenheim, agli Hudson e ai Battle intensificando gli attacchi contro i porti francesi e belgi. Mentre l'Inghilterra era tutta in stato d'allarme in attesa di quello che avrebbero portato le ore o al più tardi i giorni successivi la Luftwaffe tentò di riprendere il martellamento del 7 settembre, l'8 il maltempo limitò la sua attività diurna, ma durante la notte la 3ª Luftflotte f u in grado di mandare sopra Londra 200 bombardieri in un'interminabile processione che sì protrasse più di nove ore. La zona dell'attacco si estese dai bacini del porto a tutta la capitale prendendo particolarmente di mira le centrali elettriche e le linee ferroviarie. Il giorno successivo, 9 settembre, il cielo nuvoloso limitò nuovamente l'attività durante la mattinata, ma l'attacco si scatenò con grande violenza nel pomeriggio, quando più di 200 bombardieri abbondantemente scortati puntarono su Londra. La difesa intervenne con tanta prontezza che soltanto meno della metà degli apparecchi tedeschi riuscì a raggiungere la periferia della capitale e le bombe si dispersero in un ampio raggio nella regione delle contee sudorientali. Lo stormo di Duxford, della 12ª divisione, composto di quattro gruppi al comando di Douglas Bader conseguì un notevole successo. Complessivamente gli inglesi abbatterono 28 apparecchi tedeschi contro i 19 britannici abbattuti dai tedeschi.

Il 10 settembre fu una giornata nuvolosa e piovosa, con scarsa attività da parte tedesca, sebbene nella notte avessero compiuto la solita incursione su Londra mentre altri bombardieri avevano attaccato il Galles meridionale e la zona del Mersey. Nel pomeriggio seguente i tedeschi tentarono di mettere fuori uso alcune postazioni radar, la 3ª Luftflotte attaccò Southampton e la 2ª Luftflotte effettuò tre grandi incursioni su Londra. Molti dei bombardieri si portarono sopra la City e gli impianti portuali. Il bilancio delle perdite 25 apparecchi tedeschi, 29 caccia inglesi una volta tanto fu favorevole alla parte tedesca. Al rientro alcuni piloti tedeschi riferirono che la difesa inglese si andava affievolendo, ma era ormai l'11 settembre e la caccia britannica esisteva ancora, anche se la Luftwaffe continuava a sperare di svolgere in tempo utile il proprio compito. Dato che la marina tedesca aveva bisogno d'un preavviso di dieci giorni era ormai impossibile che l'invasione avesse inizio alla data prevista del 21 settembre. Di conseguenza Hitler concesse alla Luftwaffe una proroga di altri tre giorni fino al 14 nella speranza di poter fissare le prime operazioni di sbarco per il 24.

Il 12 e il 13 settembre la visibilità fu molto scarsa tale da non consentire incursioni massicce e anche gli attacchi notturni su Londra furono condotti su scala ridotta. Il 14 settembre ai tedeschi non rimase altro che rimandare nuovamente la decisione di tre giorni vale a dire al 17 spostando così l'eventuale " giorno X " al 27 settembre che era più o meno l'ultimo giorno favorevole per quanto riguardava le maree (il periodo sfavorevole sarebbe durato fino all'8 ottobre). L'ordine di Hitler contrastava con il parere espresso dall'alto comando della marina il quale faceva pressioni per un rinvio a tempo indeterminato una perifrasi diplomatica che sottintendeva la definitiva rinunzia al progetto. Le sue preoccupazioni erano state acutizzate dalla crescente intensità degli attacchi che, la RAF sferrava contro i natanti da sbarco di cui un numero considerevole era stato distrutto la sera precedente. La Luftwaffe fece il possibile per conseguire il risultato nel breve tempo di cui poteva ancora disporre e nonostante le avverse condizioni atmosferiche il pomeriggio del 14 settembre intraprese diverse incursioni contro Londra. Alcuni piloti tedeschi confermarono nuovamente che la difesa dimostrava minor vigore e questa volta le perdite della caccia inglese equivalsero a quelle dell'avversario.

Il 15 settembre una domenica fu una giornata di tempo variabile ora sereno ora nuvoloso. Verso le 11 il radar inglese localizzò formazioni massicce che si stavano concentrando nella zona del Passo di Calais. Mezz'ora più tardi gli attaccanti che si mantenevano a una quota variante dai 4500 agli 8000 metri sorvolarono la costa a ondate, puntando su Londra. I caccia di Park si alzarono in volo li affrontarono prima di Canterbury e a ondate successive due, tre, poi quattro gruppi li attaccarono ininterrottamente fino alla capitale dove entrò in combattimento anche lo stormo di Duxford della 12ª divisione forte adesso di cinque gruppi. Di fronte a questa reazione i bombardieri sganciarono le bombe senza mirare esattamente, o se ne liberarono in tutta fretta per lo più sui quartieri meridionali della capitale. Due ore dopo seguì una seconda, massiccia incursione e anche questa volta il radar la localizzò in anticipo i caccia di Park che avevano avuto il tempo di fare rifornimento di carburante e di munizioni attaccarono ininterrottamente gli aerei tedeschi, che anche questa volta si affrettarono a liberarsi dalle bombe e le lanciarono mirando alla buona e altre formazioni britanniche li disturbarono come la volta precedente sulla via del ritorno. Nel frattempo una seconda formazione tedesca più piccola, attaccò Portland. Più tardi nello stesso giorno una ventina di Messerschmitt 110, che portavano un carico di bombe, tentarono di colpire gli stabilimenti aeronautici Supermarine di Southampton ma incontrarono una violenta ed efficace reazione della contraerea. Quando scese l'oscurità 180 bombardieri tedeschi ripresero il martellamento notturno della capitale causando grandi distruzioni ma senza colpire obiettivi bellici importanti mentre altri attaccavano Bristol, Cardiff, Liverpool e Manchester. Così si concluse la giornata in cui Góring aveva sperato di assestare il colpo finale alla caccia inglese, la Germania aveva impiegato complessivamente nelle incursioni diurne circa 230 bombardieri e 700 caccia i bombardamenti erano stati compiuti su vasta zona e si erano rivelati perciò inefficaci e i tedeschi avevano perduto il massimo numero di apparecchi abbattuti in una sola giornata dopo il 15 agosto: non meno di 60. La caccia inglese ne aveva perduto 23 di cui 13 piloti degli aerei colpiti si erano potuti salvare. Questa ulteriore sconfitta tedesca e gli attacchi dei bombardieri inglesi contro i concentramenti di chiatte furono determinanti. Il 17 settembre il Fúhrer non ebbe altra alternativa se non di rimandare sine die l'operazione " Leone Marino ". Pochi giorni dopo si dichiarò d'accordo sul decentramento dei mezzi da sbarco allo scopo di non esporli ad altri attacchi aerei. La minaccia d'invasione si era dileguata.

Góring tuttavia non era ancora disposto ad ammettere il fallimento e si aggrappava alla convinzione che un breve periodo di bel tempo sarebbe bastato alla Luftwaffe per distruggere la caccia nemica e costringere l'Inghilterra alla resa anche senza l'invasione. Fra il 17 settembre e la fine del mese le sue formazioni diurne attaccarono, tempo permettendo oltre a Londra anche varie fabbriche di aeroplani. Poté lanciare attacchi in grande stile contro la capitale soltanto tre volte il 18 il 27 e il 30 e i caccia inglesi evitarono tutte e tre le volte un bombardamento massiccio facendo pagare un pedaggio salato all'attaccante. La perdita di 120 apparecchi durante questi tre giorni contro i 60 della RAF abbattuti dai tedeschi, non poteva certo incoraggiare Góring a persistere. Se il comandante in capo della Luftwaffe fosse stato al corrente dei dati delle perdite complessive subite nel corso delle tre ultime settimane di incursioni su Londra si sarebbe sentito ancora meno incoraggiato. Fra il 7 e il 30 settembre la caccia inglese aveva lamentato la perdita di 247 apparecchi; la Luftwaffe ne aveva perduto 433 e, fatto non meno importante, le ansie che angustiavano Dowding per le sue forze aeree si andavano placando, sebbene fosse ancora preoccupato per il costante stillicidio di piloti (il 7 settembre ogni gruppo ne aveva a disposizione soltanto sedici al posto dei ventisei prescritti).Dai giorni in cui i tedeschi avevano rinunciato agli attacchi contro i campi di aviazione per concentrare le forze nelle incursioni su Londra, le perdite di Spitfire e Hurricane erano state più che compensate dalla produzione dell'industria aeronautica. La vittoria, quindi, era sfuggita dalle mani di Góring. Il 12 ottobre Hitler lo riconobbe, differendo formalmente l'operazione " Leone Marino " alla primavera del 1941, il che equivaleva in realtà, a una rinunzia definitiva. L'attenzione si era spostata verso la Russia. Tuttavia, fintanto che la macchina bellica tedesca non fosse stata in grado di mettersi in moto in direzione est, moltissime ragioni militavano a mantenere un pressione contro la Gran Bretagna, se lo sforzo non era eccessivamente gravoso. In ottobre la Luftwaffe, appoggiata da un piccolo numero di aerei italiani, tenne la caccia inglese sotto tensione mandandole contro di giorno i propri caccia e i cacciabombardieri che arrecavano pochi danni ma erano difficili da intercettare. Dì notte i bombardieri, che operavano praticamente sicuri dell'impunità, continuarono a rovesciare il loro carico esplosivo su Londra.

Nella battaglia contro i tedeschi gli sviluppi più importanti furono forse la scoperta e la neutralizzazione dei sistemi di radioassistenza alla navigazione tedesca, la creazione di falsi campi d'aviazione e di fuochi che costituissero richiamino nonché la realizzazione di perfezionamenti degli apparati radar che resero possibile un accurato controllo degli incursori anche nell'interno. Questi perfezionamenti resero possibile:

Facilitare il puntamento dei cannoni con l'aiuto dei radar dato che esso era ora in grado dì individuare con esattezza anche la quota consentendo quindi di aprire il fuoco quando i bersagli erano ancora " invisibili ";

Comandare da terra l'intercettazione mediante centri di guidacaccia che portavano i caccia notturni abbastanza vicino al nemico da consentire loro di servirsi dei radar di bordo, con i quali si localizzava definitivamente l'aereo avversario. Tuttavia la combinazione dei due radar diventò una vera minaccia per gli attaccanti soltanto negli ultimi tempi quando i tedeschi incominciarono a perdere tre o quattro apparecchi su cento invece di uno solo come era avvenuto in passato.

Intanto la Luftwaffe era riuscita a seminare la distruzione nei centri di una ventina di grandi città inglesi. Dopo le prime incursioni dell'agosto il peso degli attacchi si concentrò pressoché per intero su Londra. Fra il 7 settembre e il 13 novembre vi fu un'unica notte in cui la capitale rimase immune dai bombardamenti. Il numero degli apparecchi tedeschi che la sorvolavano ammontava in media a 163 per notte. Con il rinvio definitivo dell'operazione " Leone Marino " gli attacchi aerei si estesero a obiettivi strategici, con risultati a più lunga scadenza: le città industriali e più tardi soprattutto i porti, integrando le azioni di blocco dei sommergibili tedeschi. Il 14 novembre la distruzione di Coventry segnò una svolta nei criteri operativi tedeschi e gli effetti si manifestarono nella furia del blitz che colpì Southampton, Birmingham, Liverpool, Bristol, Plymouth, Portsmouth, Cardiff, Swansea, Belfast, Glasgow e numerosi altri centri minori. Durante queste azioni, fintanto che la 2ª Luftflotte non venne trasferita a est nel maggio 1941 e le incursioni cessarono gradatamente i tedeschi uccisero circa 40.000 civili inglesi ne ferirono altri 46.000 e danneggiarono oltre un milione di case d'abitazione perdendo complessivamente circa 600 apparecchi. Nel settore economico ostacolarono seriamente per alcuni mesi la produzione dell'industria aeronautica britannica, ma negli altri campi i bombardamenti furono troppo dispersi per poter avere effetti risolutivi.

Il blitz cessò non per effetto dell'accresciuto potenziale difensivo inglese, ma perché la maggior parte degli aeroplani tedeschi dovettero essere impiegati su un altro fronte. Se l'Unione Sovietica fosse crollata in otto settimane, come ritenevano i tedeschi e come ritenevano anche gl'inglessi la Luftwaffe sarebbe ritornata indubbiamente abbastanza presto all'attacco per spianare la strada all'invasione o per tentare di mettere la Gran Bretagna in ginocchio e obbligarla a chiedere la resa. Invece l'URSS sostenne l'urto e gli inglesi, benché sottoposti a ulteriori bombardamenti, non si ritrovarono più di fronte alla minaccia di un'invasione.