Campagne Medio Orientali

La Rivolta dell'Iraq

Con la dissoluzione dell'impero ottomano alla fine della prima guerra mondiale, la regione ricca di giacimenti petroliferi e formata dalle valli del Tigri e dell'Eufrate nonché dall'estremo lembo nordoccidentale del gran deserto dell'Arabia, diventò il regno dell'Iraq.

Dal 1920 al 1930 l'Iraq rimase sotto il mandato britannico e fu governato da re Feisal ibn Hussein di Transgiordania. Nel 1930, alla scadenza del mandato, Gran Bretagna e Iraq stipularono un trattato che concedeva agli inglesi di mantenere nel paese due basi aeree l'una a Shu'aiba vicino al porto di Bassora e l'altra a Habbaniya, 88 km a ovest di Bagdad, le quali si trovavano entrambe sulla rotta aerea Inghilterra India Estremo Oriente.

La protezione delle basi aeree era assicurata dalle truppe di leva siriane e curde, ma in base all'accordo anche l'Iraq era obbligato ad intervenire in aiuto della Gran Bretagna in caso di guerra concedendole tutto l'appoggio possibile, compreso l'uso delle linee ferroviarie, dei fiumi, dei porti e dei campi d'aviazione. Inoltre le forze armate inglesi avrebbero avuto il diritto di transito attraverso il territorio iracheno.

Allo scoppio della seconda guerra mondiale il paese era governato da un reggente in nome del nipote di Feisal, che portava lo stesso nome del nonno: Feisal II. Il prestigio inglese era in declino, durante i sette anni trascorsi nell'Iraq, il ministro di Germania dottor Grobba aveva saputo intrecciare tutta una rete di rapporti ispirati da sentimenti anti britannici, mentre nello stesso periodo i continui cambiamenti nella rappresentanza diplomatica inglese ebbero effetti deleteri sulla presenza britannica.

Il Iº aprile 1941, mentre un nuovo ambasciatore inglese, sir Kinahan Cornwallis, stava per arrivare a Bagdad, una congiura militare denominata Golden Square (blocco d'oro) capeggiata da Rashid Ali, finanziato dalla Germania, s'impadronii del potere, il giovane re Feisal e sua madre furono messi agli arresti a palazzo. Quattro medici muniti di un certificato che attestava il " decesso per collasso cardiaco " si presentarono alla residenza del reggente, ma questi era scomparso da Bagdad, nascosto nel baule dell'automobile del ministro americano.

Il rappresentante diplomatico inglese fu costretto perciò a trattare con Rashid Ali, che era il capo del nuovo governo de facto. Egli comprese che Rashid Ali aveva bisogno di due cose: innanzi tutto del riconoscimento ufficiale, in secondo luogo di giocare sul tempo, in attesa che la Germania fosse in grado di fornirgli l'assistenza armata necessaria per tenere in piedi il suo regime.

Intanto il governo britannico, rendendosi conto che il generale Wavell era completamente impegnato sui tre fronti dell'Africa Settentrionale, dell'Abissinia e della Grecia, reagì con prontezza e chiese l'invio di tutte le forze immediatamente disponibili che si trovavano in India. Una brigata di fanteria, che si sarebbe dovuta imbarcare il 10 aprile per la Malesia britannica fu dirottata su Bagdad e a Cornwallis furono impartite istruzioni affinché si facesse capire a Rashid Ali, nella maniera più amichevole possibile, che la Gran Bretagna intendeva valersi dei diritti riconosciuti dal trattato anglo iracheno di " far passare attraverso il paese le truppe dirette in Palestina ". Rashid Ali ne fu informato il 16 aprile.

Il comandante navale della Royal Navy nel golfo Persico commodoro C. M. Graham aveva ai propri ordini quattro piccole navi da guerra le quali, rinforzate con due incrociatori e con la portaerei Hermes, costituirono la scorta destinata al convoglio degli otto mercantili provenienti dall'India. I primi arrivarono a Shatt al Arab, alla confluenza del Tigri e dell'Eufrate, il 18 aprile.

Il giorno precedente un gruppo di 400 tra ufficiali e soldati del King's Own Royal Regiment (KORR, il reggimento del re), con 12 mitragliatrici leggere, sei mitragliatrici Vickers e due fucili controcarro era stato trasferito in volo da Karachi a Shu'aiba, a bordo degli apparecchi del 31º gruppo da trasporto, per proteggere lo sbarco delle truppe indiane a Bassora e la loro successiva dislocazione ad Habbaniya.

Contrariamente alle attese, gli sbarchi furono effettuati senza incidenti. Le truppe erano al comando del maggior generale W. A. K. Fraser della 10ª divisione indiana, il quale al momento dello sbarco assunse la responsabilità di tutte le forze armate britanniche nell'Iraq. La 20ª brigata di fanteria indiana, al comando del generale D. Powell, era composta dal 3/XI battaglione Sikhs, dal 2/VII e dal 2/VIII battaglione fucilieri Gurkha della 10ª divisione, dal 3º reggimento artiglieria da campagna, dalla 10ª compagnia zappatori e minatori da campagna, dal lo gruppo controcarro e dalla 41ª compagnia parco campale.

Questi reparti, insieme con una compagnia di nativi a Bassora e una a Shu'aiba, furono adibiti alla protezione di Ma'qil (la zona portuale di Bassora), dell'aeroporto civile, della stazione radiotrasmittente e dell'ospedale della RAF, e organizzarono la difesa contro eventuali attacchi delle forze terrestri e aeree irachene. A questo punto Rashid Ali annunziò che " nessun altro contingente militare britannico sarebbe dovuto sbarcare nell'Iraq finché le forze già sbarcate non l'avessero lasciato per trasferirsi altrove e che in nessun caso quelle presenti nel paese avrebbero dovuto essere superiori ad una divisione ". Il governo britannico, invece, era dell'avviso che una divisione fosse il minimo indispensabile per presidiare l'Iraq e aveva deciso l'ingrandimento della base di Bassora, affinché fosse in condizioni di accogliere altre divisioni. Perciò Cornwallis ricevette istruzioni da Londra di non prendere impegni con Rashid Ali per quanto concerneva il movimento delle truppe.

L'India era stata sollecitata ad affrettare l'invio di una seconda brigata della l0ª divisione indiana e sebbene una brigata completa non fosse ancora pronta per l'imbarco, avevano mandato intanto un contingente di truppe ausiliarie, che sarebbero dovute arrivare a Bassora il 29 aprile. L'ambasciatore britannico attese d'informare Rashid Ali di questo nuovo arrivo fino al 27. Rashid Ali rifiutò il permesso di sbarco, accusando l'Inghilterra di abusare del trattato per occupare militarmente il suo paese. Le truppe però arrivarono ugualmente e scesero a terra senza suscitare inconvenienti, salvo le proteste verbali irachene. Ciò nondimeno questo secondo sbarco indusse Rashid Ali e il gruppo del Golden Square ad attaccare le forze britanniche senza attendere l'aiuto tedesco.

Stabilirono di sferrare il primo colpo contro la base di Habbaniya, che, essendo vicina alla capitale, sembrava una preda più facile per il grosso delle forze del Golden Square, concentrato intorno a Bagdad. Il 29 aprile due brigate di fanteria irachene, appoggiate da unità d'artiglieria e da unità meccanizzate, avanzarono da campo Rashid (Hinaidi) avvicinandosi a Bagdad, quindi si diressero ad ovest, su Habbaniya, e all'alba del 30 aprile si attestarono su un altura che dominava il campo d'aviazione e l'accampamento britannico. Un'altra brigata irachena occupò Ramadi, 22 km più ad ovest, per impedire che i rinforzi britannici dalla Palestina raggiungessero la base aerea.

Gli iracheni occuparono inoltre i giacimenti settentrionali della compagnia petrolifera irachena controllata dagli inglesi a Kirkuk, e internarono i dipendenti di nazionalità britannica. Interruppero il flusso del petrolio da Kirkuk a Haifa e lo convogliarono nuovamente in Siria, attraverso l'oleodotto di Tripoli, che dopo il crollo della Francia era stato chiuso. In questo modo il comando britannico del Medio Oriente fu privato dei rifornimenti, che adesso erano a disposizione dell'Asse.

L'esercito iracheno, addestrato quasi esclusivamente da istruttori inglesi, era composto da quattro divisioni: la 1ª e la 3ª con sede del comando a Bagdad, comandate rispettivamente dai colonnelli Kamil Sahib e Salah ed Din, entrambi membri del Golden Square; la 2ª divisione di stanza a Kirkuk con un distaccamento a Mosul, e la 4ª a Diwaniya, nel sud, con distaccamenti in alcuni centri importanti. Intorno a Bagdad si trovavano pure le unità meccanizzate irachene, comandate da un terzo membro del Golden Square, il colonnello Fahmi Said.

Le forze aeree dell'Iraq, il cui comandante era il colonnello Mahmud, anch'egli appartenente al Golden Square, consistevano di sette gruppi cinque a Rashid presso Bagdad e due nella zona dei campi petroliferi a nord oltre ad un certo numero d'aerei scuola. Il numero totale degli aeroplani era 118, ma era convinzione comune che molti non fossero in perfetta efficienza.

Habbaniya, collegata alla capitale dalla strada del deserto che attraversa il fiume ad Al Fallugia, l'accampamento sorgeva lungo il lato settentrionale del campo di aviazione; a sud vi era un'altura di una trentina di metri di quota con l'ampia sommità piatta, dalla quale si poteva spaziare con l'occhio su tutta la zona. Adesso l'altipiano era occupato dalle forze irachene, al di là dell'altipiano si estendeva l'ampio specchio d'acqua del lago di Habbaniya, sul quale ammaravano gli idrovolanti. Ventisette chilometri più a ovest la strada di Haifa attraversava Ramadi, dov'era dislocata in permanenza una guarnigione irachena che Rashid Ali aveva rinforzato notevolmente, portandola all'organico di una brigata. Fra Ramadi e il lago e nei pressi di Al Fallugia la zona era soggetta a periodiche inondazioni.

All'interno di un perimetro formato da una siepe metallica, potenziata da fortini in calcestruzzo disposti a intervalli, con uno sviluppo di 11 chilometri, c'erano il campo d'aviazione, i magazzini, i depositi di carburante e di munizioni, un ospedale e gli alloggi per i militari, i civili e le loro famiglie.

Il presidio di Habbaniya era rappresentato dal comando del generale di divisione aerea H. G. Smart, comandante dell'aviazione nel settore iracheno, dalla scuola di pilotaggio n. 4 e da una squadriglia di collegamento al comando del colonnello W. A. R. Savile. La base ospitava un migliaio di aviatori oltre a 1.200 soldati reclutati sul posto, agli ordini del tenente colonnello J. A. Brawn, e a 9.000 civili fra europei, indiani, siriani, arabi e curdi. Fra il 27 e il 30 aprile il presidio era stato rinforzato con circa 300 uomini del King's Own Royal Regiment, che vi erano stati trasportati in volo dopo aver dato protezione agli atterraggi a Bassora. Il comando delle forze di terra presenti a Habbaniya fu assunto dal colonnello O. L. Roberts dello stato maggiore imperiale, appartenente alla loa divisione indiana, il quale arrivò in volo da Bassora il lº maggio.

L'armamento comprendeva 18 autoblindo dalla RAF e un paio di vecchi obici, residuati della prima guerra mondiale, gli aeroplani erano quasi tutti di modello antiquato o del tipo impiegato per i voli di addestramento: 32 Audax, 29 Oxford, 3 Gladiator, 8 Gordon, 3 aerei da trasporto Valentia, 1 Blenheim e 5 Hart da addestramento. A questi si aggiunsero 1 Blenheim e 6 Gladiator avuti in prestito dal comando del Medio Oriente. Le forze aeree esistenti a Shu'aiba erano costituite dal gruppo bombardieri numero 244 della RAF (Vincent), che più tardi fu rinforzato con 8 Wellington del 70º gruppo e 10 del 37º del comando del Medio Oriente.

Gli Audax, che normalmente portavano un carico di quattro bombe da 10 kg, furono modificati in modo che ne potessero portare due da 125 kg, come i Gordon.

Gli Oxford, che normalmente non portavano bombe, furono modificati anch'essi in modo da poterne portare otto da 10 kg ciascuna.

Intanto la polizia irachena il 1º maggio apriva il fuoco, a Rutba, contro alcune squadre che stavano lavorando tranquillamente alla strada Haifa Bagdad. Il tenente colonnello W. Hammond, che dirigeva i lavori, riuscì a mettere in salvo molti dei suoi uomini portandoli fino in Transgiordania, a circa 210 km da Rutba, in un posto designato sulle carte con la sigla H4, dove c'era una stazione di pompaggio e una pista di atterraggio. Nello scontro rimasero feriti dodici cittadini britannici, soldati e civili, fra i quali lo stesso colonnello Hammond.

Alle 5 del 2 maggio tutti gli aeroplani presenti ad Habbaniya che erano in condizione di decollare si alzarono in volo, ordinati in quattro gruppi, tre di bombardieri e uno di caccia, per bombardare in picchiata e mitragliare le posizioni irachene. Furono fatti segno a un violento tiro contraereo e il campo fu martellato da un intenso fuoco di artiglieria.

Gli otto Wellington appartenenti al 37º gruppo della RAF decollarono da Shu'aiba per scaricare sedici tonnellate e mezzo di bombe e altrettante ne furono sganciate, nel corso di 193 sortite, dagli apparecchi della scuola di pilotaggio. Gli effetti prodotti sul nemico furono catastrofici, tanto che il generale di divisione aerea Smart giunse alla conclusione che avrebbe potuto tenere Habbaniya e attaccare da li i campi d'aviazione e le linee di comunicazione irachene nonostante le perdite subite dalle forze operative: 5 apparecchi abbattuti dall'aviazione irachena, 2 Vincent del 244º gruppo perduti mentre attaccavano le posizioni nemiche a nord di Shu'aiba, 13 uomini uccisi, 29 feriti.

Il giorno seguente, quindi, gli aerei della RAF attaccarono il campo d'aviazione di Rashid e la strada di Bagdad, nonché postazioni di artiglieria e veicoli sull'altipiano di Habbaniya e nelle immediate vicinanze. Il campo d'aviazione di Rashid fu bombardato una seconda volta il 4 maggio da otto Wellington del 37º gruppo e alcuni Blenheim mitragliarono a volo radente sia questo campo, sia quello di Bagdad. Bombardieri scortati da degli Hurricane arrivati proprio allora dall'Egitto attaccarono, 640 km più a nord, il campo d'aviazione di Mosul, che era usato da un piccolo distaccamento della Luftwaffe. Il 5 maggio le forze irachene attestate sull'altipiano di Habbaniya subirono nuovamente un bombardamento.

Nel frattempo le forze britanniche a terra avevano sferrato anch'esse feroci attacchi. Durante la notte del 5 maggio i siriani e il King's Own Royal Regiment compirono un'incursione contro il villaggio di Sin al Dhibban (denti del lupo), ai piedi dell'estremità settentrionale della scarpata presso il fiume. Gli iracheni, colti di sorpresa, subirono perdite sensibilissime. All'alba tutte le loro forze si ritirarono verso Al Fallugia. Il KORR si lanciò senza indugio all'inseguimento, mentre le autoblindo della RAF si disponevano sull'altipiano per coprirgli i fianchi. Alcuni reparti della fanteria irachena aprirono il fuoco con le loro armi automatiche, gli autocarri che trasportavano i soldati curdi e siriani della 3ª compagnia avanzarono a tutta velocità, facendo strage dei nemici con le raffiche delle mitragliatrici Vickers di cui erano armati e sgombrando la strada al KORR. Fu lanciato un secondo attacco, nel quale intervenne la RAF, che bombardò da bassa quota il fianco dello schieramento iracheno. La cosiddetta " artiglieria di Habbaniya ", vale a dire i due obici ornamentali rimessi in attività, aprì il fuoco con grande stupore del nemico il quale ritenne si trattasse di cannoni di grosso calibro avio trasportati da Bassora. il KORR, coperto dal loro tiro, penetrò nel fianco destro del nemico, assali il villaggio di Sin al Dhibban e occupò l'altura retrostante. A questa azione segui un attacco dei soldati curdi e siriani: la 4z, compagnia, coperta dalle autoblindo, avanzò a bordo di autocarri verso una posizione di partenza per l'assalto sul fianco destro britannico, sulla quale si spiegò per attaccare due postazioni ancora tenute dal nemico, la cui resistenza crollò. Tutto l'altipiano era in mano britannica.

Sebbene le esigue forze britanniche di terra e dell'aria presenti a Habbaniya, numericamente molto superiore e a prendere perfino l'iniziativa dell'attacco, era evidente che la situazione britannica nell'Iraq era precaria.

Gli sbarchi delle truppe indiane a Bassora avevano cominciato a provocare disordini. E il 2 maggio, la folla aveva inscenato una dimostrazione contro la 20ª brigata indiana e per disperderla era stato necessario sparare sopra la sua testa con i cannoni da 25 libbre. La polizia irachena era stata disarmata per misura precauzionale, le autorità civili del posto rifiutavano la propria collaborazione. Bombardieri della RAF decollati da Shu'aiba e gli aerei della Hermes compirono incursioni sulle posizioni militari irachene situate nella zona e fuori.

Il 6 maggio arrivò la 21ª brigata indiana, al comando del generale C. J. Weld. La brigata era composta dal 2/IV battaglione e dal 2/X battaglione fucilieri Gurkha, dal 4/XIII battaglione fucilieri della guardia di frontiera, da due sezioni del 13º lancieri con autoblindo e da un distaccamento di zappatori indiani. Ma nonostante questi rinforzi, i britannici si dovevano limitare al tentativo di conseguire soltanto alcuni obiettivi: l'occupazione di altri punti strategici nella zona di Ashar (Bassora) e il rafforzamento delle difese, insieme con la creazione di una base per il rifornimento dei materiali d'armamento e delle relative parti di ricambio a Shu'aiba. Una rapida avanzata sulla capitale dell'Iraq restava ancora fuori questione.

A Mosul, situata circa 800 km a nord ovest di Bassora, stavano arrivando aeroplani dell'Asse, treni carichi di armi e munizioni, una batteria di artiglieria e carburante per aerei dalla Siria di Vichy. Il carburante che l'Iraq forniva all'Asse non era adatto per i Messerschmitt. Inoltre, data la loro abitudine di sparare indiscriminatamente contro qualsiasi apparecchio, avevano ucciso il maggiore Axel von Blomberg, mentre stava atterrando sul campo d'aviazione di Bagdad, era quello che avrebbe dovuto dirigere le operazioni della Luftwaffe contro le forze britanniche.

Il 7 maggio il tenente generale E. P. Quinan arrivò a Bassora dall'India, per assumere il comando delle truppe operanti designate col nome di Iraq Force, e il maggior generale Fraser riassunse quello della 10ª divisione indiana, che pochi giorni dopo passò agli ordini del maggior generale W. J. Slim. Quinan scoprì che il ministero della guerra aveva trasferito la responsabilità della campagna irachena dal comando militare dell'India a quello del Medio Oriente. Wavell, comandante in capo del Medio Oriente protestò, affermando che siccome sarebbe stato costantemente costretto a giocare d'astuzia cercando di ingannare l'avversario con le scarse forze di cui disponeva, in questo modo lo avrebbe incoraggiato alle ostilità assai più che distogliervelo. L'invio di rinforzi, obiettava, avrebbe indebolito la Palestina esponendola a un probabile attacco tedesco attraverso la Siria. Ciononostante ordinò al generale sir Henry Maitland Wilson, comandante della Palestina e della Transgiordania, di distaccare senza indugio un'unità mobile nell'Iraq.

L'unità, contraddistinta col nome di Habforce, era al comando del maggior generale J. G. W. Clark e comprendeva una brigata motorizzata della 11 divisione di cavalleria (incompleta per quanto concerneva i mezzi di trasporto e l'armamento), un battaglione di fanteria auto trasportato e un reparto improvvisato per i servizi logistici. I tre squadroni meccanizzati della guardia di frontiera transgiordana, distaccati anche questi presso la Habforce, furono praticamente di ben scarso aiuto, perché una parte dei loro componenti arabi, si rifiutò di varcare la frontiera irachena e tutti quanti erano decisamente contrari a combattere contro i confratelli musulmani.

Fu scelto, per formare una colonna celere che aveva l'ordine di raggiungere Habbaniya con la massima rapidità possibile, un certo numero di reparti della Habforce; il comando e i collegamenti, la 4ª brigata di cavalleria, il reggimento di cavalleria Household armato di mitragliatrici Hotchkiss, il 237º gruppo di artiglieria (con cannoni da 25 libbre); una batteria autonoma controcarro con cannoni da 2 libbre (37 mm); una sezione del 2º squadrone genio Cheshire; due compagnie del 1 battaglione del reggimento Essex; un distaccamento del 166º ospedale mobile da campo; e la 3ª e la 552ª compagnia autotrasporti.

Distaccamenti del Royal Wiltshire Yeomanry e del Warivickshire Yeomanry 1 furono disposti a guardia delle vie percorse dai rifornimenti, mentre il resto della Habforce ebbe l'ordine di presidiare le linee di comunicazione fino a Rutba. La colonna celere, comandata dal generale J. J. Kingstone detto " Kingeol ", doveva agire come unità autonoma. Era fornita di razioni viveri sufficienti per dodici giorni e di una provvista d'acqua per cinque. La maggior parte degli autocarri pesanti ch'era stato possibile metterle a disposizione non era del tipo più adatto per attraversare il deserto.

Alla colonna di Kingeol si unirono anche otto autoblindo appartenenti alla 2ª compagnia autoblindo della RAF, comandate dal maggiore L. V. Cassano, che avevano superato i 1.600 km da Sidi el Barrani in sole quarantott'ore. 350 uomini della legione araba, a bordo di autocarri leggeri, armati di fucili mitragliatori Lrivis, la precedevano per guidarla, erano comandati da Glubb Pascià. Quando tutto il mondo arabo era convinto che la Germania avrebbe vinto la guerra, solo l'emiro della Transgiordania Abdullah e la sua legione araba erano rimasti fedeli alla Gran Bretagna.

La legione araba, che i soldati britannici chiamavano " le Glubb's Girls " per le lunghe vesti svolazzanti, i capelli lunghi e le sciarpe a colori vivaci che i suoi uomini portavano avvolte intorno alla testa, aveva puntato direttamente su Rutba con le autoblindo della RAF e con l'appoggio di due bombardieri Blenheim il 10 maggio si era impadronita del forte. La conquista di Rutba costituiva il primo passo dell'avanzata verso Habbaniya, perché oltre ad essere una fortezza possedeva anche una pista d'atterraggio e l'ultima sorgente d'acqua, a quanto si sapeva, prima del lago di Habbaniya. Il generale Kingstone vi arrivò il 13 maggio e dopo una sosta di due giorni riprese l'avanzata.

Fu un'avanzata, caratterizzata dall'arrancare degli autocarri zeppi di soldati lungo piste impraticabili e dall'affannoso scavare trincee a ogni tappa, con un sole che splendeva implacabile, in una calura eccezionale e sotto gli attacchi dell'aviazione nemica, compresi gli apparecchi dell'Asse che decollavano dalla base di Mosul.

A Ramadi, sull'angolo nordoccidentale del lago di Habbaniya, gli iracheni si erano attestati in forze. Avevano fatto saltare i ponti e distrutto gli argini, sicché erano arroccati in mezzo all'acqua e la strada Rutba Ramadi Habbaniya era intransitabile. La seconda strada che portava a Habbaniya correva più a sud, attraversando il canale Mugiara, sul quale era ancora possibile gettare un ponte, sebbene il terreno circostante fosse allagato perché i tecnici iracheni avevano aperto la chiusa. La l0ª compagnia zappatori e minatori da campagna Madras aveva preceduto la colonna di Kingcol ed era arrivata sul posto il 10, aviotrasportata da Bassora, per costruire un ponte su cavalletti abbastanza robusto da consentire il transito agli uomini e ai mezzi.

A guardia del ponte vi erano gli uomini del KORR e il 18 maggio uno dei motociclisti portaordini del reggimento condusse Kingcol, attraverso la deviazione di Mugiara, lunga una trentina di chilometri, fino ad un attendamento presso il lago di Habbaniya. Qui fu raggiunto dal generale Clark, comandante della Habforce, che vi si recò in volo insieme con il generale di divisione aerea J. D'Albiac per una riunione fra i capi militari. D'Albiac, già comandante della RAF durante la campagna di Grecia, era comandante dell'aeronautica nell'Iraq da poche ore, in sostituzione del pari grado Smart, il quale tre giorni prima era rimasto gravemente ferito in un incidente automobilistico.

Il 18 maggio, quando Kingcol arrivò sul posto, il presidio di Habbaniya si era già liberato e adesso stava progettando un attacco diretto contro le forze irachene attestate ad Al Fallugia. Però al comando le probabilità di successo erano date due a cinque, comunque fossero le previsioni, si trattava di un'impresa temeraria e l'appoggio di Kingcol fu accolto con sommo piacere, come lo fu un distaccamento del 2/IV battaglione fucilieri Gurkha arrivato da Bassora e un distaccamento del 1º reggimento Essex, trasportato in volo dalla stazione H4 della Transgiordania. I cannoni da 25 libbre del 237º gruppo di artiglieria entrarono in azione immediatamente dopo l'arrivo di Kingcol, bersagliando i reparti nemici al di là della zona allagata.

La conquista di Al Fallugia era il passo successivo nell'avanzata su Bagdad. La strada principale che vi conduceva da Habbaniya seguiva la riva occidentale dell'Eufrate e attraversava il fiume su un ponte con travatura metallica. Fortunatamente per gli inglesi gli iracheni non lo avevano ancora demolito. Poiché in questo punto il fiume era largo 270 metri, era assolutamente necessario impedire che lo distruggessero.

Il piano britannico prevedeva di isolare Al Fallugia disponendo, durante la notte, un forte reparto di soldati a ovest della località, uno a sud ovest e un terzo a nord est. Quindi sarebbe stata chiesta la resa e se la città si fosse rifiutata di capitolare la si sarebbe presa d'assalto. L'attuazione del piano presentava però difficoltà ch'era impossibile evitare. Le truppe britanniche avrebbero dovuto compiere i movimenti approfittando dell'oscurità della notte, su un terreno allagato perché i tecnici iracheni avevano praticato una breccia nelle dighe dell'Eufrate, costruite per impedire che il fiume, nei periodi di piena, inondasse la zona circostante. Una delle dighe era chiamata Hammond's Bund, l'altra Takiya Bund, e vi erano inoltre due chiuse regolabili per controllare lo straripamento, una a Saqlawiya e l'altra a Notch Fall. La Takiya Bund e la chiusa di Saqlawiya erano state aperte per allagare la strada maestra da Habbaniya ad Al Fallugia; la breccia praticata nella diga di Hammond's Bund per interrompere quella che portava da Haifa ad Al Fallugia.

L'avanzata su Al Fallugia doveva partire su entrambe le sponde del fiume. Con una soluzione veramente ingegnosa, il reparto del genio aeronautico di Habbaniya costruì a Sin al Dhibban circa 6,5 km a valle dell'accampamento, un " ponte volante " (una serie di pontoni su gomene) che avrebbe consentito ai soldati di passare sulla riva sinistra del fiume e di attaccare Al Fallugia dopo aver attraversato il villaggio di Saqlawiya. Nel frattempo gli aerei della scuola di pilotaggio avevano bombardato le riserve irachene in marcia d'avvicinamento da Bagdad.

Le tre direttrici di approccio ad Al Fallugia erano state stabilite come segue: la prima colonna, formata dalle autoblindo della RAF, da una compagnia di nativi, da un distaccamento del 2/IV battaglione fucilieri Gurkha e da alcuni obici catturati agli iracheni, doveva attraversare il ponte provvisorio a Sin al Dhibban e avvicinarsi alla città dalla parte di Saqlawiya. La seconda colonna, che comprendeva una compagnia del KORR, sarebbe stata aviotrasportata a Notch Fall per controllare la strada Al Fallugia Bagdad e impedire l'arrivo di rinforzi nemici. La terza colonna, costituita da una compagnia di siriani appoggiata da una batteria di sei pezzi da 25 libbre del 237º gruppo di artiglieria di Kingcol, aveva il compito di occupare il ponte avanzando su Al Fallugia da sud ovest. Ciascuna delle tre colonne era accompagnata da un distaccamento di zappatori di Madras.

I siriani della terza colonna erano stati addestrati frettolosamente alla manovra delle barche, dato che questo distaccamento doveva superare la breccia della diga di Hammond's Bund. La sera del 18 maggio ebbe inizio l'operazione di traghettare la prima colonna al di là dell'Eufrate, e il ponte provvisorio servi egregiamente allo scopo. Sull'altra riva del fiume le autoblindo della RAF e le truppe incontrarono però grosse difficoltà nell'attraversamento dei fossati e dei canali d'irrigazione e avanzarono molto più lentamente del previsto.

Più a monte, presso Hammond's Bund, la terza colonna guidata dal comandante Alistair Graham dei Green Howards si trovò alle prese con le stesse difficoltà. Nonostante e difficoltà il gruppo di Graham si attestò sulla posizione assegnata, a poco più di un chilometro e mezzo dal ponte di Al Fallugia. Erano le 5 del 19 maggio.

Sul far del giorno gli apparecchi della RAF lanciarono manifestini sui concentramenti di truppe irachene in città e nella zona circostante, ma siccome l'invito alla resa fu ignorato, alle 9 cominciarono le incursioni aeree, che continuarono tutta la mattina e si conclusero alle 14.45 con un bombardamento in picchiata diretto sulle trincee irachene a ovest del ponte.

Alle 15 i siriani di Graham avanzarono su un terreno paludoso scoperto, protetti dal tiro dei cannoni da 25 libbre, con l'appoggio ravvicinato di piccoli obici e facendo fuoco con le mitragliatrici e i mortai che avevano in dotazione. Incontrarono soltanto una resistenza simbolica. In capo a mezz'ora conquistarono il ponte e la città, dove cominciarono subito a trincerarsi. Né le forze terrestri né la RAF, che aveva compiuto 138 missioni di volo, ebbero a lamentare morti o feriti.

L'unica reazione immediata venne dalla Luftwaffe, che bombardò e mitragliò il campo d'aviazione di Habbaniya distruggendo e danneggiando un buon numero di apparecchi e causando perdite fra gli equipaggi a terra. La mattina del 22 maggio gli iracheni lanciarono un contrattacco dal lato nord est della città, nella quale riuscirono a penetrare con i loro carri armati leggeri, costringendo la compagnia del KORR a cercare rifugio nelle case: purtroppo l'assalto fu l'esatta ripetizione di un'esercitazione tattica che le truppe irachene avevano svolto l'anno precedente, mentre erano addestrate dalla missione militare britannica. Due carri armati iracheni furono messi fuori combattimento e un contrattacco britannico ristabilì la situazione.

Nelle prime ore del mattino seguente gli iracheni attaccarono un'altra compagnia del KORR, nella parte sud est della città, obbligandola a cedere terreno. Ma la resistenza opposta dai siriani e dal KORR agli attacchi successivi fu cosi accanita che i nemici si ritirarono e Al Fallugia rimase nelle mani delle forze britanniche.

Benché Al Fallugia fosse caduta, il nemico continuò a insistere con massicce incursioni aeree su Habbaniya e fu necessario procedere ai preparativi per il grande attacco notturno a Bagdad. Per la conquista della capitale la Habforce fu divisa in due colonne: la colonna nord, guidata dal colonnello Andrew Ferguson, comprendeva il reggimento di cavalleria Household (meno uno squadrone rimasto con Kingcol), una sezione autoblindo della RAF, quattro cannoni da 25 libbre e la legione araba di Glubb: in totale meno di 500 uomini. Essa doveva attraversare l'Eufrate su traghetti a Sin al Dhibban, compiere una deviazione intorno alla zona allagata e avvicinarsi a Bagdad da nord passando per Al Khadimain, dopo aver tagliato la strada e la linea ferroviaria Bagdad Mosul.

La colonna sud, guidata dal generale Kingstone, era composta dallo squadrone restante del reggimento di cavalleria Household, da due compagnie del reggimento Essex, dalla batteria autonoma controcarro, da tre autoblindo della RAF, dalla sezione dell'ospedale mobile da campo e dai restanti cannoni da 25 libbre; in totale 750 uomini. Sarebbero stati trasportati oltre il fiume all'altezza dello Hammond's Bund per avanzare quindi lungo la strada Al Fallugia Bagdad.

La colonna di Ferguson attraversò l'Eufrate la sera del 27 maggio. La mattina successiva la legione araba, che formava l'avanguardia, distrusse alcuni tratti della linea ferroviaria presso Mashahida, quindi la colonna la oltrepassò e piegando a sud prese la strada maestra Bagdad Mosul. Incontrò resistenza alla stazione ferroviaria di Tagi, la debellò e un treno che portava rinforzi iracheni si affrettò ad invertire la marcia non appena il macchinista si accorse del pericolo incombente. Poi l'avanzata rallentò. La colonna fu fermata a circa 7 km dalla capitale alle mattonaie fuori di AI Khadimain, dal tiro pesante dell'artiglieria e da un intenso fuoco di fucileria, ai quali le truppe britanniche non potevano rispondere per non danneggiare la moschea.

La colonna di Kingstone si radunò ad Al Fallugia il 28 maggio alle 4.30, mentre avanzavano su Khan Nuqta, 28 km più avanti sulla strada di Bagdad, le autoblindo della RAF in esplorazione trovarono truppe irachene trincerate sulla sponda opposta del canale, che i veicoli non potevano attraversare. La cavalleria Household scese a terra, lo superò a guado, e sopraffece il nemico, occupando il posto di polizia irachena. Quindi fu gettato un ponte con le rampe d'acciaio e la colonna motorizzata passò.

Il forte di Khan Nuqta aveva ospitato il comando di un battaglione iracheno e il telefono, ancora funzionante, era collegato col comando della 3ª divisione irachena di stanza a Bagdad, per cui gli interpreti arabi di Kingcol poterono intercettare messaggi e diffondere l'allarme e lo scoraggiamento fra il nemico trasmettendo informazioni abbondantemente esagerate sulla entità delle forze britanniche in marcia di avvicinamento.

Khan Nuqta è all'estremo limite del deserto. A partire da li i progressi furono piuttosto lenti, perché tutta la regione era solcata da fossi e da canali d'irrigazione e la strada di Bagdad era allagata in parecchi punti. Il ponte sul canale Abu Ghuraib a 20 km dalla capitale era stato distrutto e gli iracheni erano saldamente trincerati sull'altra riva. La colonna si fermò. La mattina seguente le posizioni nemiche furono cannoneggiate dall'artiglieria di Kingcol e bombardate dalla RAF. A mezzogiorno le truppe britanniche poterono attraversare il canale, il ponte fu riattato per i veicoli e il 30 maggio l'avanzata riprese.

L'ostacolo successivo fu il canale Washash il cui ponte, che dava accesso diretto alla capitale, era fortemente sorvegliato. Quando le avanguardie della colonna di Kingcol furono a circa 5 km dal ponte, le autoblindo avanzarono per una ricognizione, ma dovettero ritornare indietro sotto l'intenso mitragliamento. I pezzi iracheni, da 18. libbre, piazzati più lontano e a sinistra, sulla riva orientale del Tigri, colpirono gli autocarri della cavalleria Household. Poi i cannoni britannici da 25 libbre impegnarono l'artiglieria irachena e consentirono al reggimento Essex e alla cavalleria Household di procedere lentamente, di fosso in fosso, a sera erano avanzati di poco più di tre chilometri e mancava ancora un chilometro e mezzo abbondante per arrivare al fosso anticarro presso il canale.

Quest'avanzata terribilmente lenta dopo la fulminea irruzione dalla Palestina fece comprendere chiaramente alle truppe impegnate il perché delle forti obiezioni contro " il gioco d'azzardo di Wavell ": non esistevano rinforzi britannici disponibili, gli attacchi degli aerei tedeschi e italiani s'intensificavano e si riteneva che contro i 750 uomini di Kingstone e i 500 di Ferguson ben 13 battaglioni di fanteria e 5 reggimenti d'artiglieria iracheni fossero concentrati a Bagdad e nella zona circostante. Le previsioni erano quanto mai sfavorevoli, tanto più che le vie di rifornimento dalla Palestina erano vulnerabili, per esempio ad Al Fallugia e a Mugiara, dove quel giorno pattuglie irachene avevano distrutto gli autocarri britannici che ritornavano alla stazione H 4.

Ma in quel momento e fu una grossa fortuna per le truppe britanniche il morale degli iracheni era a terra, Rashid Ali, intimorito dal fatto che la legione araba aveva interrotto la linea ferroviaria che gli avrebbe consentito di mettersi in salvo a Mosul, fuggi in Persia insieme con i suoi sostenitori. Il sindaco di Bagdad, assistito da un comitato per la sicurezza nazionale, assunse il comando della capitale e telefonò all'ambasciatore di Gran Bretagna chiedendo l'armistizio.

Per la prima volta dall'inizio dell'assedio di Bagdad l'ambasciata ebbe il permesso di rimettere in funzione la radiotrasmittente. Il comando britannico di Gerusalemme e quello del Cairo furono informati che l'Iraq desiderava conoscere nei particolari le condizioni di Wavell per mettere fine alle ostilità.

Il 31 maggio, alle prime luci del giorno, incominciò un certo movimento di automobili dirette verso la zona del canale di Washash. La prima arrivò da Bagdad portando a bordo una delegazione militare irachena con la bandiera bianca, poi ne arrivarono altre da Habbaniya, con la deputazione del reggente, che era giunto in volo da Gerusalemme pochi giorni prima in attesa di questo momento. Da Habbaniya vennero anche i capi delle forze britanniche di terra e dell'aria, maggior generale Clark e generale di divisione aerea D'Albiac; Glubb Pascià arrivò da AI Khadimain. Infine giunse l'ambasciatore britannico da Bagdad. I termini di armistizio furono discussi sulle rive del canale. Dopo che l'accordo fu stipulato e approvato dalle autorità britanniche, il testo fu portato a Bagdad, per l'accettazione ufficiale da parte irachena.

I termini erano moderati, in considerazione del fatto che il potere era assunto nuovamente dal reggente:

• tutti i prigionieri di guerra dovevano essere liberati immediatamente;

• tutti i militari nemici (tedeschi e italiani) dovevano essere internati e il loro materiale bellico custodito dal governo iracheno, in attesa di ulteriori disposizioni;

• Ramadi doveva essere evacuata dalle truppe irachene entro il 1, giugno 1941;

• il governo iracheno era tenuto a facilitare in tutti i modi i compiti delle forze britanniche nella guerra contro la Germania e l'Italia.

Operazioni sul frone di Bassora.

Le truppe indiane, assicurando il completo controllo di Bassora, avevano sostenuto un ruolo importante nel riuscito intervento armato britannico nell'Iraq; la loro presenza garantiva inoltre la protezione degli interessi britannici nei campi petroliferi della Persia meridionale. La collaborazione della marina era stata preziosa, poiché aveva consentito l'arrivo dei convogli provenienti dall'India e aveva appoggiato le azioni dirette a mantenere aperti alla navigazione la zona portuale di Ma'qiI e lo Shatt al Arab. Nello stesso tempo gli apparecchi della portaerei Hermes, insieme con quelli della RAF della base di Shu'aiba, avevano attaccato obiettivi militari nella regione dell'Eufrate meridionale.

Mentre Habbaniya si difendeva e il gruppo di Kingcol stava avanzando dalla Palestina, la zona compresa fra Bagdad e Bassora era stata tenuta saldamente dalle truppe di Rashid Ali. La ricognizione aerea della RAF aveva riferito che l'inondazione aveva i aggiunto la strada Bassora Bagdad e che gl'impianti ferroviari erano sabotati dalle truppe regolari e dalle tribù irachene.

Dato che non era possibile pensare a una avanzata immediata sulla capitale, la 20ª brigata indiana di fanteria si era concentrata sul compito di assicurarsi tutti i punti chiave intorno a Shu'aiba e le zone a ovest, mentre la 21ª, brigata, che teneva la zona Bassora Ma'qil. Ashar, si esercitava in azioni di fanteria condotte su imbarcazioni. Nel frattempo una piccola schiera di lavoratori stava faticando per preparare l'operazione che diventò nota col nome di " regata del Tigri". Vecchi battelli fluviali, barche arabe, furono, con l'aiuto della marina da guerra, rimessi in condizione di navigare.

In vista dell'imminente arrivo di altre due brigate indiane, attese per la fine di maggio, il maggior generale Slim, che adesso comandava la 10ª divisione indiana, impartì l'ordine d'incominciare l'avanzata su Bagdad. La 20ª brigata indiana di fanteria, partita da Bassora il 27 maggio, raggiunse Ur il giorno successivo, risalendo l'Eufrate per quasi 160 km. Però non poté procedere oltre Ur e Al Nasiriya. Prima di riprendere l'avanzata dovette conciliarsi il favore delle tribù del deserto, riparare le strade e le linee ferroviarie danneggiate e preparare le piste di atterraggio per la RAF.

Ai primi di giugno i termini di armistizio furono resi noti alle guarnigioni irachene a nord di Ur, in genere mediante volantini lanciati dagli apparecchi della RAF. A Bagdad compresero che sarebbe stata una mossa saggia far conoscere l'orientamento ufficiale al nord, nella zona di Mosul e di Kirkuk. Mosul si trova a cavallo della strada e della linea ferroviaria che dall'Iraq conducono in Siria e in Turchia ed è collegata, mediante una strada, ai giacimenti petroliferi di Kirkuk che rifornivano sia la Siria sia la Palestina. Possedeva un'importante pista di atterraggio che costruita e attrezzata dagl'ingressi, si trovava però ora in mano degl'iracheni.

Non era assolutamente certo che le truppe stanziate li, le quali erano decise alleate dell'Asse, fossero disposte a riconoscere l'armistizio di Bagdad. Per buona sorte il loro comandante era una persona con cui si poteva ragionare, ma la popolazione locale era ostile e bellicosa.

Il 2 giugno arrivò a Mosul il 2/IV battaglione fucilieri Gurkha, scortato da sei Blenheim. e lo stesso giorno vi fu distaccato un contingente del gruppo di Kingcol, giuntovi via terra. Il contingente, denominato " Gocol " e composto da uno squadrone della cavalleria Household, da autoblindo della RAF e da obici da 94 mm, vi arrivò il 3 giugno e trovò alcuni piloti tedeschi che avevano ritardato la partenza e alcuni aeroplani con la svastica dipinta sui fianchi e le mitragliatrici armate, ma costretti a terra dalla mancanza di carburante adatto. Il 7 giugno Mosul fu rinforzata dai superstiti del KORR e il gruppo Gocol prese ad avanzare verso Tel Kotchek, un nodo ferroviario sul confine tra l'Iraq e la Siria. Intanto un altro distaccamento di Kingcol, formato da uno squadrone di cavalleria Household e da autoblindo della RAF, compiva una ricognizione su Kirkuk.

Un tentativo britannico di regolare i conti con Fawzi al Kawukji, un vecchio oppositore palestinese che si trovava a Oseba con 900 dei suoi guerriglieri, si concluse con un violento scontro durante la notte fra l'8 e il 9 giugno. Uno squadrone di cavalleria della Household, risalendo l'Eufrate oltre Haditha, si batté contro superiori forze nemiche e si ritirò oltre il confine, in Siria.

Il 9 giugno l'arrivo a Bassora della 17ª e della 24ª brigata di fanteria indiana coincise con la riapertura al traffico della riattata linea ferroviaria Bassora Bagdad. Lo stesso giorno i cannoni e i mezzi di trasporto della 21ª brigata furono caricati sui natanti della " regata del Tigri ". Scortata da una unità da guerra, la Yarra, e protetta dalle autoblindo della RAF sul fianco sinistro, flottiglia salpò alla volta di Kut al Imara. Era importante aprire questa via fluviale, perché le tribù arabe che vivevano nella zona acquitrinosa lungo le rive del Tigri erano turbolente per natura. Per di più non si sapeva quale sarebbe stata la reazione delle truppe irachene stanziate ad 'Amara alla notizia dell'armistizio.

Arrivata a Kut al Imara, la 21ª brigata incompleta perché il 2/IV battaglione Gurkha era già a Mosul e il 2/X battaglione Gurkha era rimasto a Bassora fu trasportata su autocarri a Bagdad. Il 10 giugno la 20ª brigata indiana di fanteria lasciò Ur, diretta anch'essa alla capitale, per strada e per ferrovia. Il maggior generale Slim stabili il comando avanzato della sua 10ª divisione indiana a Bagdad il 12 giugno, quando ricevette l'ordine di dare il cambio alle truppe del maggior generale Clark nella capitale, a Mosul, a Kirkuk e in tutti gli altri posti avanzati. Slim assunse il comando dell'Iraq settentrionale; la Habforce era necessaria in Siria. Il giorno successivo il tenente generale Quinan fu designato comandante di tutte le forze britanniche di terra presenti nell'Iraq designate come Iraq Force e la direzione delle operazioni militari passò di nuovo dal comando del Medio Oriente al comando dell'India.

Con il ritorno del reggente e la restaurazione del governo legittimo il compito immediato consisteva nello stabilire presidi in tutti i centri principali per il mantenimento della pace e della sicurezza, in attesa che fosse rimesso in piedi l'apparato amministrativo civile. Al tempo stesso era necessari io incoraggiare la popolazione alla resistenza contro le pressioni dell'Asse, che si facevano ancora sentire dalla Siria e dalla Persia.

Per conseguire questi scopi l'Iraq Force si dispose cosi: la 20ª brigata a Mosul con distaccamenti a Kirkuk e Haditha; la 21ª brigata a Bagdad con distaccamenti ad Al Fallugia e Ramadi; la 241, brigata a guardia delle vie di comunicazione fra Bagdad e Bassora. Le due brigate rimanenti, adesso incorporate nell'8ª divisione indiana, furono concentrate nel basso Iraq: la 17ª nella zona Bassora Shu'aiba, pronta a proteggere le raffinerie di petrolio di Abadan in Persia; la 25ª, arrivata nell'Iraq il 16 giugno, fu attestata a Ur, a Samawa e a Diwaniya per migliorare le possibilità di trasporto. In questo modo falli il tentativo intrapreso dall'Asse e dai suoi simpatizzanti iracheni di cacciare gli inglesi.